Smith: “Un successo che ci dà fiducia per il futuro”



Smith in azione

Probabilmente essere stato il migliore in campo a Siena non gli era bastato per soddisfare quella sete personale legata all’idea che sin dalla fine del College è sempre stato sottovalutato da parte degli addetti ai lavori preferendo i classici ‘big name’ a lui. Ed è dalla fine del College che Andre Smith non fa altro che dimostrare di valere molto di più di quanto gli è stato sempre attribuito. Siena era la formazione campione d’Italia in carica e non certo dallo scorso campionato. Milano un assembramento infinito di talento, di nomi altisonanti e di milioni di euro spesi senza nessuna remora anche in un momento difficile economicamente come quello attuale. Ed allora quale occasione migliore che deliziare un palazzetto intero dopo i pochi eletti presenti in terra toscana ripetendo quanto fatto vedere contro Siena (ovvero la partita in cui ha pronunciato le parole che ormai tutti si ricordano quando parlano di lui: «Third quarter its my quarter» ndr). Solo questa volta Smith ha fatto molto di più. Il suo nome compare in ogni voce statistica della Lega eccetto quella degli assist che è divenuta, anche grazie ai suoi canestri, di proprietà di Andre Collins. Ha dominato l’area avversaria nonostante la presenza dei ‘giganti’ meneghini. Ha dominato i tabelloni catturando 13 rimbalzi, ma soprattutto ha dominato Danilo Gallinari segnandogli in faccia 32 punti e lasciando solo 16 punti all’ex New York Knicks che a breve tornerà in Colorado per riprendere la sua corsa e carriera Nba.

«Era la partita perfetta – ha esordito l’ex Karsyaka con il suo classico sorriso sulla faccia -. Al momento non c’è una squadra fatta di tanti ‘big name’ quanti quelli di Milano. Stiamo parlando di una squadra che tra le proprie fila ha gente come Omar Cook, come Danilo Gallinari, come Fotsis e quindi è stata una grande soddisfazione visto che non c’è una squadra di più grande».



Prima della partita sentivi che quella contro Milano poteva essere la tua partita, sentivi di poter essere l’elemento chiave di questa sfida?

«Sinceramente prima di ogni partita non penso molto a quello che potrà accadere in campo. Quello che provo a fare è solo provare a restare concentrato sulla palla a due, poi tutto viene da se. L’unica cosa che ho in mente sono le parole di coach Sacripanti, le indicazioni, il piano partita e tatticamente tutto quello che mi e ci può essere utile. Queste sono le uniche cose a cui penso ed ho pensato anche prima della sfida con Milano».

Con il passare dei minuti, ti sei mai soffermato, anche per un momento, a pensare che eri il miglior giocatore della Juve seppur contro un ‘Nba player’ come Danilo Gallinari?

«Non è stato necessariamente una questione di giocare contro Gallinari o non Gallinari. Minuto dopo minuto, canestro dopo canestro, tiro libero dopo tiro libero, sentivo che quella di domenica era la mia serata e che nessuno degli avversari poteva tenermi. Sentivo che potevo essere il miglior giocatore in quel momento e che nessuno di Milano poteva tenermi».

Quindi a parte il feeling con te stesso, quale è stata la chiave di questa vittoria?

«Semplicemente una: la palla che finiva nel canestro. Tutto qua».

Cosi come a Siena la domanda è d’obbligo: quanto pesano questi due punti?

«Pesano tantissimo. Abbiamo vinto contro una vera e propria corazzata, abbiamo mantenuto il vantaggio del fattore campo che per noi è importantissimo, ma soprattutto ripartiamo da una enorme fiducia per le prossime due trasferte di Roma e Cremona».

Avete battuto Siena, avete battuto Milano, ed ora?

«Semplice andiamo a Roma per giocarci la vittoria contro la Lottomatica da veri ‘gladiatori’».

Che partita ti aspetti?

«Una partita difficile, ma non impossibile. Li abbiamo incontrati qui a Caserta durante la pre-season, li ho visti giocare contro Sassari e l’idea che mi sono fatto resta sempre la stessa ovvero che sono una buona squadra e quindi dovremo giocare come questa sera per portare a casa la vittoria».


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