Juve, Oldoini impone il ritmo



Max Oldoini

«E´ stato un vero peccato, perché abbiamo giocato un buon primo tempo contro una grande squadra, come è Cantù. Nel terzo periodo abbiamo abbassato la nostra percentuale al tiro e abbiamo eseguito poco quelli che sono i nostri giochi e quindi giocato la nostra pallacanestro. Cantù è una formazione abituata in questo periodo a giocare in Eurolega e nel terzo quarto abbiamo pagato la loro fisicità ed il loro metterci le mani addosso nel senso di gioco più fisico. Per vincere questi match devi giocare sopra le righe non per 20 o 30 minuti, ma per tutti i 40 giri di lancette. E´ stato un peccato, ma di sicuro siamo tornati a casa con una lezione in più da imparare in vista di un´altra gara importante contro un´altra squadra fisica e lunghissima, come l´Armani Milano. Una sconfitta che ci ha insegnato che non dobbiamo mai abbassare la guardia, ma soprattutto che dobbiamo sempre continuare a lavorare con energia su ambo i lati del campo». A chiudere definitivamente il discorso Cantù ed aprire quello di Milano è Max Oldoini che parte proprio dalla sfida in brianza per presentare l´appuntamento che domenica prossima chiuderà un mese di novembre da brividi per i colori bianconeri in termini di avversari. Un mese di novembre in cui la Juve ha messo da parte due grandi nomi di questo campionato e quello di una possibile outsider con un roster di talento spaventoso. Tre brutti clienti che Caserta ritroverà nella parte iniziale del girone di ritorno, dopo tutta una serie di partite importanti alle spalle per la conquista di quell´obiettivo che resta la permanenza in questo campionato. Ma quella con Milano, però, ha sempre un sapore particolare. E´ la classica del basket italiana. Uno scontro che ha scritto tante pagine delle lunga storia del basket tricolore tra gli anni 80 e 90 quando, ovviamente, le due compagini si sfidavano per obiettivi diversi da quelli di adesso, almeno per quanto riguarda al sponda di Pezza delle Noci. L´Armani resta una delle pretendenti al titolo, mentre Caserta vorrebbe recitare ancora una volta il ruolo di guastafeste cosi come ha fatto in quel di Siena. Se poi ci si aggiunge che a `clorare´ il tutto ci sarà un Palamaggiò praticamente gremito, allora il tutto assume connotati totalmente diversi. Ma rivalità e pubblico a parte, resta con i piedi per terra l´assistente in panchina di Sacripanti affrontando la questione ed il capitolo dedicato al `face to face´ con le `scarpette rosse´ cosi esordisce: «Affronteremo una squadra fatta di 13-14 giocatori e tutti di altissimo livello, tra cui Gallinari e Mancinelli, tanto per citare i primi due a caso. Una squadra esperta, fisica e di enorme talento. Ci aspetta, dunque, una partita difficilissima e ne siamo consapevoli, cosi come siamo consapevoli che quello che ci serve è giocare la nostra pallacanestro evitando di subire la loro fisicità anche se quest´ultima è una cosa più facile a dirsi che a farsi».

Come si prepara una partita con tanti miss-match a sfavore?



«Forse quasi tutti escluso uno che non sto qui a dire per ovvie ragione. Ovviamente Milano è una squadra che scende in campo per due competizioni con tanti giochi differenti e quindi non si può essere li a pensare di mettere nero su bianco una difesa per ogni loro gioco, sarebbe impensabile. Quello che si può fare è andare per concetti, provare a fare le nostre cose e provarle a farle nella maniera migliore possibile. Queste sono partite che si possono vincere se commetti il minimo numero di errori».

Con le dovute proporzioni, la rimonta e poi la vittoria del Partizan in Eurolega vi ha dato qualche spunto su cui puntare?

«Prima di tutto speriamo di non essere sotto di venti punto come Belgrado – continua con anche un sorriso sulla faccia lo stesso Oldoini -. Poi credo che una partita del genere sia un qualcosa che raramente potrà capitare di nuovo. Vedendo la partita si è visto come Belgrado ha mandato a bersaglio canestri pesanti nei momenti cruciali, mentre Milano ne ha sbagliati tanti di anche molto facili, andando poi sotto pressione e quindi in quello stato di ansia che poi ti può condizionare, ma ripeto penso che una cosa del genere, ovvero sprecare un vantaggio cosi ampio, sia un qualcosa che a Milano non capiterà più».

E alla Juve cosa servirebbe per provocare questo stato d´ansia all´Armani?

«Alzare i ritmi e provare a giocare un po´ come il gatto con il topo. Evitare di subire il loro strapotere fisico e non sbagliare niente. Una partita perfetta senza errori, cosa che almeno una volta può capitare».


error: Content is protected !!
P