I Rennets alla scoperta della Napoli borbonica



Il venti novembre, in una splendida giornata autunnale, i Rennets in un gruppo composto di allenatori, atleti e genitori, sono andati a visitare il tunnel borbonico(da via Morelli) di Napoli. Il tunnel borbonico,un acquedotto del 600, fatto di cisterne, cunicoli, canali, scale, dove si sono alternati operai del passato, cittadini napoletani che durante i bombardamenti del II conflitto mondiale si rifugiarono pregando di poter risalire in superficie e rientrare nelle proprie case; macchine, moto, furgoni d’epoca lasciate senza che nessuno le venisse a riscattare, che fanno ancora traspirare l’atmosfera dei contrabbandieri che cercano di sfuggire alle forze dell’ordine. Un misto tra cavatori, pozzari, borboni, II guerra mondiale, tufo vesuviano ed alta ingegneria idraulica. Il gruppo Rennets è stato rapito da questa storia, dove vi erano scalpellini che con un magistrale lavoro manuale erano riusciti a costruire opere maestose, pozzari, conosciuti nella tradizione di quei tempi come “monacielli”, che per portare l’acqua, agli  allora abitanti di Napoli, svolgevano l’attività di veri e propri acrobati, scritte di ragazzi del “43”, giocattoli di bambine che per esorcizzare l’atmosfera della guerra simulavano nel gioco “un ambiente sereno”.

I Rennets hanno vissuto, assorbendo per osmosi, le tappe, le vicende che si sono accavallate nei cunicoli di una Napoli pronta ad accogliere sogni di un RE ormai in declino, persone che  per sfuggire la crudeltà del conflitto bellico si riunivano tremanti nelle viscere della città, individui che vivevano scappando e deviando dalla legalità; tutto questo è stato percepito dai Rennets con religioso silenzio, per non perdere alcun particolare di storie avvincenti, ma anche con tanta gioia di essere lì in un luogo pieno di cultura e felici di aver trascorso una domenica diversa intrisa di mistero ma principalmente di tanta umanità.



Angela Maccauro


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