Ora è ufficiale: sparisce il calcio a Caserta



Salvatore Bizzarro

Triplice fischio, la partita è finita. Hanno perso tutti. Caserta si ritrova senza calcio dopo aver riassaporato la C1 per una settimana. Martedì scorso la festa al Pinto per celebrare il connubio Sparaco-Bizzarro. Sette giorni dopo bandiere a mezza altezza, simbolo inequivocabile che il sogno è finito prima ancora di iniziare. Bastava poco, un segnale da parte degli imprenditori casertani per salvare la passione di migliaia di persone. Non è bastato neppure l’intervento di Zinzi, gli industriali hanno fatto orecchie da mercante. Stamane Sparaco ha incontrato imprenditori napoletani nella speranza di convincerli ad investire ma l’ennesimo tentativo è caduto nel vuoto. La differenza era di circa un milione e mezzo di euro. Due li avrebbe cacciati Bizzarro, una parte il suo socio e il resto persone veramente intenzionate a fare calcio. Ma la crisi internazionale, una situazione di incertezza e i tempi tecnici per perfezionare l’iscrizione alla Lega Pro hanno prima rallentato e poi bloccato le trattative. Dunque fine dei giochi. Dopo 102 anni di onorata storia, due campionati di B alle spalle, anni di successi in terza serie e fior fiori di calciatori passati per la città della Reggia cala il sipario. Troppo facile puntare il dito contro Sparaco e Bizzarro. Le colpe vanno equamente divise con chi avrebbe potuto e invece non ha mosso un dito per salvare un simbolo della città. In fondo la Casertana avrebbe potuto riabilitare il nome di un provincia martoriata da gravi problemi. In un colpo solo salutiamo Real Marcianise e Casertana. Complimenti davvero. E adesso non dite in giro che è stato fatto il possibile. Il tempo delle bugie è finito.




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