POST GELBISON-GLADIATOR. Martino: “Neroazzurri rinunciatari. Se vengono qui per non prenderle…



Alessio Martino in sala stampa

VALLO DELLA LUCANIA – Finisce in parità la partita tra Gelbison e Gladiator. Nella sala stampa dello stadio “Giovanni Morra” di Vallo della Lucania, l’allenatore locale Alessio Martino analizza il match: “Non sono d’accordo con le parole espresse dall’allenatore avversario ma ognuno ha il suo punto di vista. Credo che se una compagine della caratura del Gladiator viene a fare la partita qui per non prenderle, significa che siamo ad un grande punto. Quindi non ritengo che questa prestazione sia stata inferiore rispetto alle altre. Ma se dopo quattro partite abbiamo dato l’impressione che un pareggio in casa contro il Gladiator possa essere una cosa negativa, vuol dire che stiamo facendo un grande lavoro. Di certo non mi aspettavo che venissero qui a disputare una partita rinunciataria”.

LE DEFEZIONI. Il trainer di Casagiove si sofferma sul primo colpo di scena del match: “Ho perso nel riscaldamento pre-partita una pedina rilevante come Mautone ed infatti ho dovuto cambiare 2 calciatori su 11 in una partita preparata in un certo modo. Ho messo un terzino classe 2000 nel ruolo di difensore centale: si è comportato bene e non è andato in affanno. Credo che le occasioni nel primo tempo le ha create la Gelbison, addirittura due volte la sfera è stata ribattuta da Maraucci che è caduto a terra. Il secondo tempo ho visto che questa predominanza si stava evolvendo, quindi ho schierato tre attaccanti”.



L’ARBITRAGGIO. In conclusione l’ex Eclanese e Virtus Goti punta il dito contro l’arbitraggio: “Ero convinto di poterla vincere. Senza dubbio anche in questa partita ci sono state decisioni arbitrali che ci hanno penalizzato. Durante le scorse gare siamo stati bravi a non farle vedere. Ieri non ho capito alcuni falli fischiati a Varela e Zanghi che stavano proteggendo palla. In merito al Gladiator, loro si sono buttati a terra per perdere tempo. Una squadr ache si chiude noi cerchiamo di scardinarla. L’unico appunto che ho fatto ai miei è quello di girare palla fino a quando non si trova il pertugio finale. Potevamo farlo con più qualità e più manovre di aggiramento. Peccato che sulle palle protette da Varela, è mancata la scelta a rimorchio”.


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