Ospite di Alè Casertana, il vice capitano rossoblù Mirko Carretta
L’esterno rossoblù, parlando delle differenze tra quest’anno e l’anno scorso, ha detto: “Quest’anno ho dovuto assumermi maggiori responsabilità perché ero, alla fine, l’unico rimasto della squadra titolare dell’anno precedente. Ero cosciente dell’annata difficile da affrontare. A differenza degli altri che sono andato via, seppur abbia avuto offerte, ho preferito rimanere qui e mettermi in gioco.”
Queste le sue parole in merito ai tanti gialli presi: “Ho preso dieci ammonizioni proprio per la voglia di dimostrare e ciò ha influito su tante prestazioni perché sono state settimane pesanti.”
Sulla stagione appena andata agli archivi: “Abbiamo passato settimane pesanti, ha detto l’esterno rossoblù, ma alla fine siamo soddisfatti per aver raggiunto l’obiettivo. Ho cercato sia di tranquillizzare che di caricare gli elementi più giovani. Dopo un anno così, è quasi impossibile ripeterlo chiunque ci sia, e ciò lo dico in base alla mia esperienza. Tensione? L’abbiamo avuta dall’inizio alla fine. Bravi a trasformarla in carattere.”
Sull’esperienza: “Può essere solo importante il fatto di dare la mano ai più giovani, come Kallon e Destiny.”
Sul mercato: “Casarano e Altamura? Da qui ad agosto usciranno tantissime voci. Ho un altro anno di contratto, sto benissimo a Caserta, non ho voglia di andarmene, ma non dipende solo da me.”
Sulle critiche: “So che ci sono state ed ovviamente fanno parte del gioco, ma ho pensato solo ed esclusivamente a giocare. La gente può dire quello che vuole perché alla fine paga il biglietto. Se a noi più esperti tangeva di meno, faceva male ai più giovani perché volevano dimostrare e spesso non ci riuscivano.”
Sulle differenze tecniche: “Con Cangelosi facevo l’esterno, con Iori più la seconda punta, ma, al di là di tutto, con lui ho imparato tantissime cose nonostante la classifica e adottando un calcio moderno e piacevole. Giocar male non è questione di ruolo. Potrei fare un elenco di chi ha reso diversamente tra un anno e un altro. Cangelosi, Iori e Pavanel sono tre metodologie diverse e ognuno ha un suo modo di intendere il calcio. Ci sono delle annate come quest’anno dove ti gira tutto storto.”