TRENTOLA DUCENTA – Si chiude il sipario su una stagione che resterà scolpita negli annali della Virtus Liburia TD. Dopo un intenso percorso di 30 giornate di regular season e un primo, amaro, turno di playoff, la compagine nero-oro archivia l’annata con un bottino di 59 punti e un prestigioso quarto posto in classifica. Se è vero che a volte le stelle sembrano allinearsi per favorire un cammino, è altrettanto innegabile che sono gli uomini a forgiare il proprio destino. E gli uomini del presidente Emilio Pezone, guidati con maestria dal direttore sportivo Nicola Cangiano e dalla sapiente mano di mister Dino Pezzella, hanno indubbiamente scritto una pagina memorabile nella storia del calcio liburiano.
Il percorso nei playoff si è purtroppo interrotto prematuramente contro il Puglianello, lasciando un velo di amarezza. Tuttavia, è fondamentale ricordare quale fosse l’obiettivo primario fissato all’inizio della stagione per i BlackGold: la salvezza. Tutto ciò che è venuto dopo, questo brillante quarto posto e la partecipazione ai playoff, rappresenta un traguardo straordinario, un autentico regalo consegnato agli annali del calcio regionale. Il bilancio del tecnico nero-oro, Dino Pezzella:
“Faccio i miei complimenti al Puglianello per aver conquistato la finale. Nel calcio si gioisce per le vittorie, ma vanno accettate le sconfitte, che dal nostro punto di vista non è una partita persa ma una semifinale guadagnata. Forse abbiamo pagato la disabitudine a giocare partite come questa, con un carico psicologico così pesante; sicuramente il gol subito nei primi minuti ci ha condizionato, però devo dire che nonostante tutto i ragazzi hanno lottato con tutte le forze fino alla fine e non posso che esserne orgoglioso. Nessun rammarico perché abbiamo dato tutto. Devo invece necessariamente ringraziare la società e chi ci è stato vicino perché abbiamo potuto lavorare con serenità facendoci sentire importanti (dalle caramelle di Giannetti alle foto di Molaro fino alle fragole del presidente), in particolare il direttore Cangiano, che mi ha rincorso per anni. Sicuramente divido i meriti del mio lavoro con lo staff che mi ha supportato e sopportato: Vincenzo Cimarruta, Giorgio Vecchione, Silvio D’Errico e anche Marco Cioffo, e il mitico “Coreano”. Questa grande avventura non sarebbe stata quella che è stata senza questi calciatori che ad ogni partita hanno messo in campo l’anima. Ci prendiamo la gioia ed è giusto che i ragazzi si prendano i meriti.”