Il clima attorno allo Stadio del Nuoto di viale Gallicola è sempre più teso. Dopo la nuova chiusura disposta martedì scorso, l’Agis – agenzia provinciale che gestisce l’impianto – è in attesa di riscontri dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco sulle certificazioni mancanti, in particolare quella antincendio. Ma tra le sedici associazioni sportive che operano stabilmente nella struttura cresce la preoccupazione, mista a rabbia.
Il disagio è evidente e tocca ogni livello dell’utenza: dai bambini che imparano a nuotare, agli adulti che svolgono attività a scopo terapeutico, fino agli atleti agonisti e professionisti. La squadra di pallanuoto dell’Onda Nuoto, che milita in Serie D, è costretta a fermarsi o spostarsi altrove, così come le sezioni agonistiche di nuoto. A farne le spese anche la palestra interna, frequentata da praticanti di taekwondo e fitness.
La chiusura rischia di mandare in fumo un’intera stagione. “Temiamo che l’anno sportivo sia già finito, con tre mesi di anticipo”, trapela da alcune associazioni. Il Comitato che le rappresenta sta valutando forme di protesta da mettere in atto già dalla prossima settimana.
Rincara la dose il Presidente dell’Agis Emiliano Casale: “I tempi per la riapertura non saranno brevi”.
E mentre circa 700 utenti al giorno restano senza un punto di riferimento, lavoratori e operatori – istruttori, personale amministrativo e addetti alle pulizie – vivono nell’incertezza. La situazione è aggravata dal rinvio del meeting internazionale di nuoto previsto per il 26 e 27 aprile, con la partecipazione di 650 atleti e 37 squadre da tutta Italia e dall’estero. Un colpo durissimo anche per le strutture ricettive e la ristorazione cittadina.
La nuova chiusura è arrivata dopo che, a inizio aprile, un faro dell’illuminazione era crollato durante l’orario di apertura ferendo un atleta. In seguito ai sopralluoghi dei Vigili del Fuoco e agli interventi eseguiti, sembrava si potesse ripartire. Tuttavia, una carenza documentale – non legata ai lavori eseguiti – ha imposto un nuovo stop.
È solo l’ultimo episodio di una lunga serie di interruzioni dovute a problemi tecnici e gestionali. Intanto, il danno economico per le associazioni è già concreto: per il mese di aprile non saranno incassate le rette degli iscritti. E ancora non si intravede una data certa per la riapertura.