PARADOSSO CASERTANA. Club economicamente solido ma fuori dalla C. Presentati assegni circolari in Lega e quel precedente del Como suona già come condanna



Il presidente della Casertana D’Agostino

Il presidente D’Agostino tenterà fino all’ultimo grado di giudizio di salvare la propria creatura dal baratro, ma purtroppo la strada verso l’esclusione definitiva sembra già segnata.

Oggi pomeriggio con un comunicato diramato dalla società del presidente D’Agostino si legge che lo stesso dando ancora dimostrazione di solidità finanziaria e di attaccamento ai colori rossoblù, ha depositato assegni circolari per euro 350.000 a copertura della garanzia bancaria richiesta per l’ammissione al campionato, presentando così ricorso alla Co.Vi.So.C. avverso l’esclusione dal campionato di serie C.



La Casertana, purtroppo, non ha ottenuto alla scadenza dell’iscrizione, il 28 giugno 2021, la fideiussione bancaria o assicurativa da allegare alla documentazione e per questo è stata bocciata dalla Co.Vi.So.C. ed essendo una scadenza perentoria poco ci sarà da fare.

Quando sarà finita questa brutta storia bisognerà capire il perché di questo imperdonabile ritardo e come mai una società ben seguita dalla famiglia D’Agostino, sempre puntuale con pagamenti e scadenze sia arrivata a questo errore e casomai capire se lo stesso presidente è stato raggirato e quindi vittima di dolo.

La cosa paradossale e incredibile che la Casertana è una delle società più in salute dal punto di vista economico e con una progettualità importante per il futuro con la costruzione del nuovo stadio, ma ha scarsissime possibilità o addirittura nulle di restare tra i professionisti.

Il caso Como del 2018

Nell’estate del 2018 il Como ebbe lo stesso problema della Casertana, solo in fase di ripescaggio, e il Collegio di Garanzia dello Sport bocciò il ricorso presentato sempre dall’avvocato Eduardo Chiacchio perché non si prevedono possibilità di avvalersi, in alternativa alle fideiussioni bancarie od assicurative di bonifici, in favore della Lega Italiana Calcio Professionistico (Lega Pro), di importo uguale a quello complessivamente prescritto per le suddette garanzie, siffatta domanda doveva essere corredata, tra l’altro, “dall’originale della garanzia a favore della  Lega Italiana Calcio Professionistico da fornirsi esclusivamente attraverso fideiussione a prima  richiesta dell’importo di euro 350.000,00”, rilasciata da istituti bancari o assicurativi o comunque  abilitati alla emissione della stessa ed aventi gli indici di solvibilità previsti dal C.U. stesso.

Tali operazioni, peraltro, risultano poste in essere in violazione anche alla normativa antiriciclaggio attualmente vigente, contenuta nel D.Lgs. n. 231/2007, emanato “in attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi delle attività criminose e di finanziamento del terrorismo nonché della direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione”, come recentemente modificato dal D.Lgs. n. 90/2017, quest’ultimo emanato in “attuazione della direttiva (UE) 2015/849 relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo.


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