ESORDÌ CONTRO LA CASERTANA AL “PINTO”. Ha vinto tutto da calciatore, partì da Terra di Lavoro la carriera dell’allenatore del Benevento



Filippo Inzaghi (foto Uefa.it)

PIACENZA – 1 dicembre 1991. La Casertana di Adriano Lombardi sta difendendo con le unghie e con i denti un risultato di vantaggio al “Pinto” contro il Piacenza, nella quattordicesima giornata di Serie B. Con il punteggio in bilico per 3-2, all’88’ l’allenatore emiliano Luigi Cagni getta nella mischia per la prima volta un ragazzino di cui si sentirà un gran parlare. All’epoca diciottenne, Filippo Inzaghi prende il posto di Guido Di Fabio e dà una mano in attacco a Massimiliano Cappellini. Il prodotto della scuola calcio del Piacenza e piacentino doc prova in tutte le maniere a pungere ma difensori esperti come Giuseppe VolpecinaFabio Petruzzi e Marco Serra non gli rendono la vita facile, così il risultato non cambierà più.

IL DEBUTTO. Trent’anni fa Super Pippo, così come è soprannominato con affetto da tutti, debuttò ufficialmente con la maglia del Piacenza in Serie B. Un esordio non felice, in virtù del successo dei falchetti grazie ai goal di Claudio Fermanelli, Pasquale Suppa e Salvatore Campilongo, mentre per i biancorossi furono inutili le reti di Armando Madonna e Fabrizio Fioretti. La ‘prima’ in una categoria ufficiale avvenne pochi mesi dopo l’esordio in Coppa Italia, il 28 agosto 1991, nella partita di ritorno del primo turno contro il Modena (risultato finale 1-1). Per una strana coincidenza, che arrecherà più di qualche dispiacere ai tifosi della Casertana, il match del “Pinto” fu solo una delle due presenze collezionate in quel primo anno da ‘grande’, con Cagni che gli diede spazio all’ultima giornata contro il Taranto. In quel caso la sconfitta fu indolore per il Piacenza che era già salvo (0-1, goal di Ciro Muro) ma quei tre punti permisero al Taranto di accedere allo spareggio retrocessione contro i falchetti che poi furono sconfitti col punteggio di 2-1 ad Ascoli Piceno: una ferita ancora aperta perché da allora i rossoblu non sono più tornati in B.



Filippo Inzaghi col Piacenza

L’AFFARE SFUMATO DEL NAPOLI. Da quel debutto l’attuale allenatore del Benevento ha poi effettuato la grande scalata, dalla C1 con Leffe (primo goal professionistico il 20 dicembre 1992 contro il Siena) al ritorno al Piacenza, fino all’esordio in A con il Parma il 27 agosto 1995 allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” di Bergamo contro l’Atalanta (1-1). Attaccante gracile ma dal fiuto del goal innato, venne attenzionato dal Napoli che, nel mese di novembre, trovò l’accordo con il Parma per il prestito con diritto di riscatto, ma per vari motivi (tra cui alcune dichiarazioni dell’allenatore partenopeo Vujadin Boskov poco lusinghiere nei confronti dello stesso giocatore) la ratifica dell’accordo slittò di qualche giorno. Ciò consentì a Inzaghi di giocare la partita di ritorno di Coppa delle Coppe contro l’Halmstad (l’andata era finita 3-0 per gli svedesi), in una sorta di partita d’addio alla squadra emiliana. Ma in quella gara Filippo siglò due reti nella rimonta qualificazione per 4-0 dei ducali, così il giorno seguente la famiglia Tanzi bloccò il trasferimento.

I TRIONFI. Per il primo sigillo in Serie A bisogna attendere il 29 ottobre 1995, nella vittoria per 3-2, contro la sua ex squadra e tra l’altro club della sua città natale, il Piacenza. Da quel momento ha realizzato la bellezza di 316 gol in 694 partite ufficiali, ha vinto tutto come calciatore con Milan e Juventus, mettendo la griffe alle sue affermazioni con quel particolare modo di inserirsi in area e farsi trovare al posto giusto ed al momento giusto in ogni occasione. Con la Nazionale ha conquistato il Mondiale 2006 e l’Europeo Under 21 1994, con le squadre di club la Coppa Intercontinentale 2007, due Champions League, due Supercoppe europee, tre scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, un campionato di Serie B. Difficile eguagliare questi numeri ma ora, dopo otto anni dal ritiro, Super Pippo ha conquistato la vittoria più importante della sua carriera da allenatore, lo 0-1 all’Allianz Stadium di Torino contro la Juventus (goal di Adolfo Gaich). Un successo che si aggiunge alle promozioni con Benevento e Venezia e che dimostra quanto la sua voglia di vincere sia rimasta intatta. Qualsiasi sia la posizione del campo che riveste.


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