REAL AVERSA, SCONTRO DIRETTO COL NARDÓ. Pugliesi imprevedibili con un tecnico ex Catania e Ternana



Erik Tornros, attaccante del Nardò

AVERSA – A distanza di 42 giorni dall’ultimo match giocato, la Real Aversa torna in campo per la sfida interna contro il Fasano. Alle 14:30 di domenica 29 novembre andrà infatti in scena al “Bisceglia” la partita contro la compagine pugliese del Nardò.

COME ARRIVA IL NARDÒ. Da ormai 6 anni in Serie D, la squadra pugliese è una delle più navigate del girone H: dopo un avvio scoppiettante nella stagione 2015/16 che la porta a concludere la stagione al 4° posto, parte lentamente il suo declino afferrando rispettivamente un 5°, 8°, 13° e 16° posto in classifica nelle stagioni che vanno dal 2016/17 ad oggi. In questo avvio di stagione ha totalizzato 6 punti in 5 partite, ma a dispetto di quanto dicono i numeri è davvero in ottima forma: dopo le prime 3 sconfitte contro Sorrento, Brindisi e Picerno, vince le ultime gare contro Puteolana e addirittura Casarano, una delle competitors per la promozione diretta in Lega Pro.



L’ALLENATORE. A guidare la rosa uno degli allenatori più giovani del panorama dilettantistico, che fino all’anno scorso calcava il terreno di gioco proprio con il Nardò, Ciro Danucci: ex mediano e all’occorrenza difensore centrale, riesce a togliersi parecchie soddisfazioni da calciatore, disputando sin da giovanissimo ottimi campionati in Serie B con Catania, Cesena e Ternana tra le tante. Diventato allenatore da appena 2 mesi non ha avuto il tempo materiale di sviluppare trame di gioco su un modulo prefissato, e si trova così a sperimentare combinazioni sempre diverse partita dopo partita: proprio questa imprevedibilità è stata l’arma in più negli ultimi match disputati, e potrebbe essere un’eventuale spina nel fianco anche per De Stefano, che non può preparare il match analizzando lo stile di gioco più utilizzato dal tecnico avversario.

GLI UOMINI CHIAVE. Nella rosa neretina annoveriamo tra i migliori calciatori: Antonio Caputo, l’uomo del momento in casa Nardò, già autore di 3 reti in questo avvio di campionato ed esperto della categoria avendo avuto varie esperienze tra cui quelle con Casarano e Barletta; Francesco De Giorgi, uno dei esterni sinistri più forti del campionato in quanto abituato da sempre a giocare in Lega Pro, dove indossa le casacche di Taranto e Viterbese tra le tante; Antonio Sepe, terzino sinistro italo-uruguagio che dopo alcune esperienze tra Uruguay e Lituania passa per Matera, Akragas e Potenza, dove dimostra tutte le sue qualità giocando spesso come esterno di tutta fascia; Francesco Potenza, giocatore completo ed imprevedibile, schierato in 3 posizioni differenti da Danucci in altrettante partite: ala sinistra, trequartista e ala destra, sicuramente una delle armi in più del Nardò per non dare punti di riferimento agli avversari; Erik Törnros, attaccante svedese da sempre impegnato nella madrepatria dove si mette in mostra al punto da esordire con la nazionale U17, mettendo a segno 2 goal in 3 partite; Joakim Milli, estremo difensore italo-canadese classe 2000 di proprietà del Lecce: ennesimo trasferimento per lui in serie minori per far sì che possa “farsi le ossa” e diventare futuro titolare della squadra salentina di Serie B.

CONCLUSIONI FINALI. Il Nardò è una squadra imprevedibile, e questo è evidenziato sia dagli ultimi risultati, dove ha mostrato carattere e  sta risalendo la china con due vittorie pesantissime, sia dall’inesperienza di mister Danucci che con le continue modifiche di natura tecnica sulla rosa e sul ruolo degli interpreti del suo gioco non dà alcun punto di riferimento alle squadre avversarie. L’Aversa non gioca invece da oltre 1 mese, dalla sconfitta rimediata a Portici: anche l’assenza prolungata dal terreno di gioco dei normanni è un’arma a doppio taglio: da una parte aumenta lo stimolo a far bene dopo tanto tempo e permette ai giocatori di essere più che riposati, ma allo stesso tempo  e rischia di spezzare il ritmo della squadra granata. Partita aperta dunque ad ogni risultato possibile, ora non resta che assistere al match: i numeri e le statistiche parlano, ma il campo di più.


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