Dove rimbalza il pallone?…



Massimo Antonelli

E’ il titolo del nuovo post, edito dagli amici di @pensierojc
Non c’è che dire: gran bella domanda!!
Provo ad illustrare la mia opinione sui passaggi più salienti.
Dunque…

Intanto diciamo, anzi, ripetiamolo:
in Italia NON esistono franchigie; salvo per i contratti assicurativi, per citare proprio Modestino. O, per lo meno, non nel senso che conosciamo dall’esperienza NBA.



Sui ‘pseudo’ proprietari (solo per citare un padròn), è opportuno sottolineare che: è un’anomalia tutta nostrana.
La scarsa trasparenza nell’individuarla (la ‘proprietà’), anche in assenza
di difetti nelle diottrie, rappresenta un poderoso freno ad un cambio di passo evolutivo. C’ho perso ogni speranza;
e forse vale pure per il Territorio.

(Per le tre leghe principali: A1, Lega 2 e serie B, vanno bene la metà delle squadre di adesso; cioè circa 60…)
Sono d’accordo: ‘tagliare’ -come si fa coi giocatori, per rilanciare la competitività di un roster- per razionalizzare risorse e programmare un nuovo futuro. Ma per fare questo, occorre possedere una visione prospettica: elemento essenziale, totalmente assente in FIP e Leghe.

Inoltre, se tagli devono esserci, bisognerà operarli anche alle ‘seggiole’ di tutto il caravanserraglio istituzionale; non è più accettabile né sostenibile la tenuta di un circo nomade in cui, la corsa alla delega, è la principale attrazione. Occorre dare l’esempio!!

(Per il resto: campionati a libera partecipazione, con incentivi economici sostanziosi, per chi insegna basket e forma giocatori…)
Magari..!! Intanto, separiamo FIP, Lega etc, riscrivendone ruoli e gerarchie. Ma, anche qui, quale dei soggetti (soliti noti) ha la prospettiva e l’intento? Sono piuttosto pessimista al riguardo.

D’altronde l’Italia non è la SPAGNA, per dire. Non siamo noi ad aver creato il sogno de L’Alqueria del Basket del Valencia Basket Club. Come avremmo potuto? 😉

(Pare che Petrucci abbia in serbo un’arma segreta… i “Petrucci bond”) (cit.)..
Ebbene sì: credo che ne sarebbe capace; ma avrebbero la stessa affidabilità di (dis)solvenza del cemento nella lava…
Se ci fosse ancora Max Catalano, probabilmente direbbe:
Meglio un club forte, rispettato e ben organizzato… che uno fragile, vilipeso e disorganizzato. Ma Catalano, ahimè, non c’è più!!

Massimo Antonelli è: l’esempio a cui guardare; il riferimento da
prendere a modello. 10-100-1.000 TAM TAM Basketball!

Dallo ‘studio’ è tutto, Passo e chiudo.

Carmine Covino


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