“Space Jam 2: invasione a Morrone…” E scusate la rima!



Proprio così: il titolo del nuovo blockbuster debutta, con larghissimo anticipo sui tempi, in anteprima mondiale a Pezza delle noci.

Ospiti d’onore: i presidenti di SIAE e Warner Bros. Pare ci fossero anche quelli dell’AnicaGis, sotto mentite spoglie.



Ai (quasi) “Mille” del PalaDecò (già PalaMaggiò), il privilegio di assistere alla première andata in scena, domenica sera, su quel parquet che fu tanto caro ai presidenti Iavazzi e Caputo.

Al netto delle valanghe di balle -più o meno eco- o di chinotti e bibite varie, veniamo al racconto del film in prima visione.

La proiezione è in 3D, formato IMAX ad alta definizione: sembrava vero.

Non è stato nemmeno necessario indossare le lenti ad effetto, tanto erano realistiche le immagini. Il (quasi) buio in sala, la ciliegina sulla torta.

La regia del film è affidata al geniale JohngianniPetrucci, un italo ame­ricano, figlio di immigrati laziali, che debuttò con un discusso cortometrag­gio: “F.I.G.C.” Ma veniamo alla trama…

Scena iniziale: un’astronave extraterrestre -un curioso oggetto blu cobalto, stretto e lungo e a forma di sigaro- plana dolcemente sul tetto del palazzo dei “100 giorni”.

Nel bel mezzo di un sordo trambusto, sette strane figure umanoidi atterrano lentamente nel campo: sono i Swackhammer, gli invasori alieni.

Mentre gli atleti in campo stanno per terminare il riscaldamento, gli “ospiti” si impossessano dei giocatori casertani. Ha inizio lo show.

Nei primissimi minuti di gioco non accade nulla di speciale, si viaggia più o meno con equilibrio. Poi,  solo buio pesto!

Lo spirito di Lebron scende su Petrucci (Nicola) -va detto che costui non è il figlio del “regista”- prendendone il sopravvento. E sarà una pioggia di canestri.

Il giocatore, completamente tarantolato, comincia a segnare a destra e manca; davanti e dietro i canestri. Con proverbiali uscite dai blocchi -vera arma di distruzione di massa– mette a segno ben 30 punti, con un siderale (è proprio il caso di dire) 10 su 13 da oltre l’arco. Roba che… manco ai campetti Nike!!!

Insomma, cose mai viste alle nostre latitudini. Almeno, non dai tempi di OscarORey”. Tant’è che, qua e là tra il pubblico, si riesce a cogliere qualche sussurro tipo: «Guagliù, ma chiste me pareMão Santa”, ate che Lebron…» E invece no, era proprio lui.

Tutto il resto della squadra, largo circa, ha fatto un sol boccone degli av­versari. Le statistiche sono un vero sballo: 45 carambole, 63% da due punti e 51% da tre. Incredibile… Un vero festival di numeri a due cifre.

E la naturale conclusione di questa trama, non poteva che essere un pun­teggio dallo scarto sconfinato, inimmaginabile: 135 a 14. Non 109 a 53.

Sì, perché la valutazione della Lega questa è stata: un gap di 121 punti.

In effetti, il vero problema, non è il differenziale di punti/valutazione; ma è proprio la Lega, o la Federazione. O, meglio ancora, il “regista”.

E’ colpa sua -e di tutto il suo caravanserraglio- se si è arrivati a tanto… tanto in basso. C’è ben poco di cui bearsi, sebbene sia stata riconquistata la vetta.

Ma tanto di cappello ai ragazzi della Juve; onore al merito agli sconfitti. Tuttavia questa, mi perdonerete, non è Pallacanestro. E’ una farsa!

Questa però, è un’altra storia ma ne riparleremo. Anzi, lo farà l’amico Modestino nella sua rubrica: “Leghiamocela Ardito”.

A questo punto, a me non resta che concludere. Non prima, però, di ag­giungere un ultimo aneddoto: prima di uscire dall’impianto, durante la conta degli incassi, pare che uno dei rappresentati dell’AnicaGis, abbia detto di­strattamente, fuori dai denti: «Ué, ma qua il biglietto chi l’ha pagato

Questo è tutto, gente…!!!”

Carmine Covino


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