‘Sfoghiamoci chiaro’, confessioni in riva al mare. Ovvero: quello che pochi sono disposti ad ammettere



Un’analisi molto pepata ma assolutamente obiettiva degli amici di Libero Pensiero Bianconero sul fallimento della Juvecaserta. Come non poter condividere il loro pensiero sempre molto imparziale e scrupoloso. Il tempo delle prese in giro è finito ed è giusto ricordarlo a chi se lo fosse dimenticato.

 



Premetto: questa non è né un’in­tervista né un abbozzo di articolo giornalistico. Oddio, non nel senso tradizio­nale, diciamo così.

Si tratta, invece, di un semplice scambio di opinioni “sotto l’ombrellone” -semplice ma veemente e molto sofferto- tra due vecchi amici, innamorati di Basket e JuveCaserta. L’argomento, manco a dirlo, è la recente -e ‘chiacchierata’- esclusione dalla massima serie cestistica.

A fare da sfondo c’è l’originale costa dei Trabocchi teatina. A discutere ci siamo io e Modesto (quel Modestino Ardito di “Leghiamocela ardito!”). Beh, stavolta lui se l’è davvero ‘legata ar dito’, ma ha declinato l’invito a condividere di suo pugno le sue emozioni, considerazioni. Amarezza e la delusione sono ancora troppo forti.

Questo è il contenuto della nostra chiacchierata, senza censure. Al netto di qualche (legittimo) improperio, garbatamente archiviato.

Io: Secondo te come siamo arrivati a questo punto?

M: Le responsabilità vanno sempre ascritte in capo a chi decide: sia che si agisca o meno. Parliamoci chiaro: Lega e FIP hanno dato fondo a tutta la loro creatività giuridica per fotterci. Ma da convenuti siamo stati straordina­riamente efficaci a servire loro ‘assist’ al bacio. Gli abbiamo fornito ogni spunto per farci crocifiggere.

Io: Hai notato le reazioni dell’opinione generalizzata?

M: Sì, da tutte le regioni, provincie si domandano: “ma come è potuto accadere…” A loro rispondo in automatico così: “Se non hai la serietà di rispettare le regole, ecco i risultati.”

Dico io: hai contrattualizzato Bucchi -non l’ultimo dei coach- e Arcidiacono, un ottimo prospetto nella ‘regia’; hai rinnovato a Giuri… Perché non hai ascoltato i tuoi contabili che ti suggerivano di versare il dovuto?

Solo un arrogante e presuntuoso pensa di poter gabbare le regole di un intero ‘sistema’, per quanto discutibile esso sia. L’ho detto prima: ci siamo fatti crocifiggere da soli. Basta trovare scuse o falsi alibi.

Io: Che ne pensi dei ricorsi, del TAR?

M: Altro madornale errore: il ricorso andava fatto avverso le decisioni FIP, non del collegio del CONI. Quel primo documento era l’ostacolo da abbattere e superare.

Ogni rimostranza poteva essere eccepita già dal 26 luglio, senza attendere invano le motivazioni dell’ex ministro Frattini. Tutto questo inutile ritardo mi fa venire in mente sinistri pensieri, ma li tengo per me.

Io: Dov’è il vero errore per te? Quanta responsabilità ha la Città?

M: Andiamo con ordine.

Risposta n°1: Il “peccato originario”, a mio avviso, è stato commesso 2 estati fa: avremmo dovuto accettare il verdetto del campo. Incassare la retro­cessione e disputare un onesto campionato cadetto, in attesa di trovare le risorse per un salto di qualità. Era, ed è, quella la dimensione che ci spetta, ma qualcuno ha deciso che: “o la Serie A o niente!” Perciò niente, come de­siderato dal gran Capo.

Vorrei aggiungere solo un ultimo dettaglio. Dall’avvio di questa contingenza epocale, tutti abbiamo fatto dei passi indietro, ci siamo ridimensionati nelle pretese e negli obiettivi: dal privato all’imprenditore; dal cittadino all’indu­striale. Anche i sacerdoti si sono dovuti adeguare; TUTTI CI SIAMO -di fatto- RETROCESSI. Tutti tranne uno, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

Risposta n°2: Ce n’è eccome. Ci permettiamo di snobbare altre realtà regionali denigrandole, senza guardare in faccia la realtà. Poi, quando si tratta di dimostrare davvero coi fatti, sono sempre e solo poche centinaia quelli davvero innamorati. Chi ama, paga! In primis il biglietto: facciamo ridere da questo punto di vista. Perché noi rappresentiamo il prototipo del provincialismo più esasperato: da una parte ci pavoneggiamo nello “struscio” di strada più opulento. Ma quando la sera ci corichiamo, poggiamo la testa su un cuscino imbottito di cambiali, molte delle quali pro­babilmente candidate all’insoluto. Chi dirige la baracca, non differisce molto dall’archetipo sopra citato; chi lo circonda riesce ad assere -se possibile- anche peggio. E a chi sostiene che “La differenza tra parlare di soldi e metterceli, sono appunto i soldi”, io dico: è verissimo, purché quei danari non ci lascino come eredità solo ‘rifiuti’.

Io: In conclusione, Modesto, cosa possiamo fare? Quali alternative?

M: Guagliò, la verita? Io mi sto già studiando i calendari di Serie B e Serie C Gold e Silver. Con qualche scappatella ad Avellino. Date le circostanze, Scauri, Agropoli, Latina… ma anche Maddaloni. Chi ama la Pallacane­stro, non storce il naso: va e tifa. Ma quanti AMANO davvero il basket?

IO: Sono d’accordo con te, e penso non saremo tanti. Allora Modé, c’amma organizzà!

Carmine Covino


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