Santa Maria Capua Vetere torna indietro nella storia. Senza il fallito Gladiator, l’idea Piccirillo stuzzica una squadra dal nome Greco



L’Anfiteatro Campano (fonte 2giromondo)

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Per tradizioni, cultura e centralità geografica, Santa Maria Capua Vetere è da annoverare tra le città storiche più influenti della Campania. Nel territorio in cui sorgeva l’antica Capua, la seconda località per importanza dell’Impero Romano, sono tanti i riferimenti a quell’epoca gloriosa che arricchiscono d’arte e d’archeologia una cittadina di poco più di 35mila abitanti. L’Anfiteatro Campano, secondo per dimensioni solo al Colosseo, è l’emblema del massimo splendore vissuto tra la fine del I secolo d.C. e il III secolo d.C., prima del Sacco di Roma del 455 d.C., da parte dei Vandali di Genserico, e la caduta dell’Impero Romano del 476 d.C., quando il re degli Unni Odoacre depose l’ultimo imperatore Romolo Augustolo.

LA GRECIA. Nell’epoca in cui l’antica Capua era sede della vecchia scuola dei gladiatori, i Romani divennero la prima potenza mondiale, impossessandosi di buona parte dell’Europa e di numerosi territori dell’Africa e dell’Asia. Anche la Grecia subì l’occupazione, a partire dalle guerre pirriche del 255 a.C. e fino all’annessione ufficiale del 146 a.C. dopo la campagna militare di Lucio Mummio. Vi chiederete perché è stato scritto questo ampio preambolo? Perché quello che potrebbe succedere in questa estate “rischia di pareggiare i conti”, più di duemila anni dopo.



LO SCHERZO DEL DESTINO. Per uno strano scherzo del destino, una squadra dal nome greco, l’antica potenza Sparta, sembra essere interessata a svolgere le proprie partite ed i propri allenamenti allo stadio “Mario Piccirillo”. Si tratta dello Sparta San Tammaro che nel mese di giugno ha cambiato nome in Sparta Santa Maria Capua Vetere (nulla a che vedere con il gladiatore Spartaco). Quest’ultima, a quanto pare, starebbe pensando di richiedere l’utilizzo dell’impianto di via Martiri del Dissenso al sindaco Antonio Mirra. Il fallimento del Gladiator e l’addio alla vicina località di San Tammaro sono gli episodi che stanno convincendo il presidente Giuseppe Montesano, proprietario del marchio Bristoforno srl e sponsor nella stagione rovinosa neroazzurra, a chiedere di giocare a Santa Maria Capua Vetere, città d’origine del noto panificio.

SPARTA. Non si tratta certo di una sostituzione del Gladiator da parte di Sparta: un’ipotesi del genere i tifosi sammaritani non la accetterebbero. Bensì la nuova società sta seguendo un suo percorso alternativo ed, alla ricerca di una nuova casa, sta sondando il terreno sull’eventuale possibilità di giocare nell’impianto sammaritano che quest’anno potrebbe rimanere senza calcio. Per quanto riguarda la categoria, diverse sono le voci in merito all’interessamento da parte di Montesano del titolo di Promozione della Maddalonese (ora in Eccellenza grazie all’acquisizione della Real Albanova), del Santa Maria La Fossa o di alcuni titoli di Prima Categoria.

IL PARADOSSO. Di certo gli antenati romani, prendendola come una battuta, si rivolterebbero nelle tombe al pensare che Sparta giochi ad un passo dall’Anfiteatro Romano. Tutto uno scherzo, ovviamente, ma i nomi storici delle due società riportano la mente al passato, quando guerre sanguinose ed occupazioni violente hanno caratterizzato il rapporto tra Romani e Greci. Ora invece, due millenni dopo, si parla di calcio e col sorriso sulle labbra possiamo ipotizzare che l’evolversi dei fatti lasci aperta la strada ad un evento storicamente paradossale.


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