Leghiamocela ‘ar dito’ – I lupi, Mameli e le ‘rinnovabili’



Rubrica settimanale. Spaccato sulla ‘Palla a Spicchi’, a tutto tondo. Raccontato in modo ‘leggero’. Un “dietro le quinte”, fuori dalla competizione.

Cosa va:



Uno – “Balla coi lupi”. E la Juve ha davvero ballato in alta quota, con i suoi mezzi lunghi, contro i lunghi interi di Avellino. E’ stata una bella battaglia di forza, nerbo ed energia, e la Juve avrebbe meritato la vittoria, ma così non è stato. Gli amanti del basket hanno comunque apprezzato;

Due – La discreta fila ai botteghini, con oltre 4.000 spettatori. Paganti, si spera. Ci sarà un’inversione di tendenza nel 2017? Spero di sì e me lo auguro;

Tre – “Per qualche Watt in più”. E non mi riferisco all’ottimo Mitchell, che sta dimostrando tutto il suo valore (con un altro collega di reparto, grande e grosso, là sotto sai che spettacolo…), bensì ai fari del PalaMaggiò di cui abbiamo parlato la puntata scorsa. Domenica ne sono resuscitati altri, che hanno dato in più, quei lumen che ben si confanno ad uno sport al chiuso;

Quattro – Crollo verticale del numero degli “velocisti”: a meno di un minuto dal fine gara, domenica erano davvero pochi gli “incontinenti”.

Cosa non va:

Uno – In effetti, abbiamo mostrato tanta energia in difesa, ma purtroppo in attacco solito ritornello, con pochi giochi e la solita  assenza di una point guard per far girare palla e uomini. Quest’anno si vuole giocare con le combo e un solo lungo. Mah!

Due – Inno di Mameli, cantato e suonato dal vivo, con pianista e quattro donzelle. Nulla contro gli artisti, tra l’altro non sono nemmeno in grado di giudicare l’esibizione canora, ma comunque non è roba per noi. Meglio l’inno del regno delle Due Sicilie di Paisiello. Questa si che è roba nostra.

Aneddoti dalla “Terra di mezzo”:

Uno – “Energia pulita” e “fonti rinnovabili” al PalaMaggiò, hanno prodotto tepore e illuminazione. Voi dite, come? Molto semplice: un simil impianto fotovoltaico, è stato realizzato al PalaMaggiò collegando all’impianto generale la panchina della Juve che, grazie al calore emanato dai sedenti (e sedentari), produce quell’energia pulita che tanto fa bene all’ambiente. Quindi: panchina lunga, roster corto ed energia a gogò. Che colpo di genio quel Guastaferro..!

Due – Ritorniamo ad occuparci del solito “occasionale” che mi si siede di fianco, sul solito gradino centrale, come se fosse il sofà di casa.

Solite patetiche esclamazioni: “Qua sì che si vede bene; chissà aro’ sta u’ nummer’ mio”. Solita indagine per capire chi sono i nostri, e poi le solite domande per tutta la partita: “Ma il 32 non gioca oggi? Il 10 perché non segna? Perché tutti gridano passa, passa…” Sconfortato, gli spiego che non gridano passa, passa a palla, ma chiedono la violazione di passi.

A quel punto è già buio pesto. E non basta tutta quell’energia “verde”, ad illuminare le povere menti di quei “piccoli creti”, conosciuti come “Occasionali”.

Alla prossima puntata de’: “Il doposcuola dell’occasionale…”

MODESTINO ARDITO

 


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