Capodanno al ‘verde, derby ‘a tutto gas’ per la Scandone. Ma la Juvecaserta esce a testa alta



I tifosi della Juvecaserta nel derby (Foto Alida Filauro)

Innanzitutto, buon inizio 2017 a tutti.

Inizierei prima con qualche ringraziamento: a Coach Dell’Agnello, per i bei risultati capitalizzati sino ad oggi. Considerato tutto, onestamente, era difficile ottenere di più. Ci dovevamo salvare, e siamo già ad ottimo punto. Grazie a tutti gli atleti in campo: al netto degli errori e delle defezioni, per lo più, hanno sempre espresso il loro reale valore. Qualcuno, offendo anche qualcosina in più. Un garzie anche a Capitan Giuri per la sua tenacia: senza dubbio è il giocatore che è cresciuto di più dal suo arrivo.



E che nessuno osi gettargli addosso una qualche sorta di croce: per quelle due sanguinose palle perse nel 4° periodo, date la colpa a qualcun altro. Grazie al pubblico, stavolta decisamente più caldo e presente. Grazie al main sponsor Pasta Reggia, per non perdere mai l’occasione di dimostrare quel genuino attaccamento ai colori ed al basket bianconero. Grazie, infine, a Patron Iavazzi, per aver mantenuto fede alle sue promesse fatte 2 mesi orsono. Dettaglio, quest’ultimo, proprio per nulla scontato. Ora però, è tempo che qualcun altro si faccia avanti.

Detto ciò, veniamo alla partita. Diamo pochi, ma significativi, numeri:

-7, le partite vinte;

-7, le partite perse;

-12, il massimo vantaggio contro AV;

-13, i minuti in cui siamo stati in vantaggio;

-98, la ns valutazione Lega (77 per AV);

-61, la ns % dalla lunetta (83 per AV). Ed è lì che abbiamo perso.

Tutti gli altri dati, o quasi tutti, ci arridono. Anche ai rimbalzi totali siamo migliorati, salvo qualcuno in meno in attacco. Ma è ai liberi che abbiamo perso, nonostante il rapporto p.p./p.r. propenda leggermente per Avellino.

La differenza, in meno, l’hanno fatta i tiri dalla “carità”.

Insomma, questo primo giorno dell’anno, siamo andati oltre ogni più rosea aspettativa. Nonostante i nostri “mezzi lunghi”.

La gara l’abbiamo persa anche per debito di energie: mentali ancorché fisiche. Oggi ci ritroviamo con una panchina corta, ed un roster ancor più rimaneggiato. Sicché, constatare la presenza di “eccedenze”, è sempre più difficile da confutare. Ma qui torniamo agli errori fatti a monte, in sede di acquisti. E la nostra domanda nasce spontanea: chi ha deciso cosa? Chi ha scelto di giocare con un solo lungo? Perché ostinarsi nella scelta di “combo-guard” invece del più classico regista? Chi decide gli acquisti? Cefarelli e Metreveli: cui prodest? Allenamento? Etc etc.

Il fatto è, che siamo troppo Sosa-dipendenti; troppo gioco accentrato su di lui. Troppi tiri forzati -e sbagliati- e soluzioni affrettate, che ci sono costate quel margine di vantaggio iniziale, che ha sorpreso non poco Coach Sacripanti & Co. Così non si va molto lontani.

Il fatto è, che a noi serve un vero “metronomo”, un “gira palle” che sappia distribuire bene ritmi e passaggi. Insomma, il Green della situazione. E’ così difficile da capire? I nostri schemi di attacco sono sempre gli stessi e, ormai, gli avversari ci sanno a memoria: penetrazione con Sosa (e per lo più palla persa) o scarico su un esterno (Cincia-Sosa-Giuri) per un tiro da fuori, che per lo più NON entra. Mai visto un movimento in post-basso, spalle a canestro (alla Jeff Brooks o Ivanov, per capirci), una soluzione che, tra l’altro, offre anche la possibilità di un fallo subito. Che a me risulti, da inizio stagione, le partite vinte grazie al dominicano saranno state 2, forse 3. E da quando è ufficialmente entrato in forma, altri sono crollati. Per sfortuna, sia chiaro. Però, delle ultime 6 partite, 5 le abbiamo perse. Un campanello d’allarme che ricordo di aver suonato già contro Brescia.

Il solito copione “Sosa contro tutti”, non può più essere trasmesso. Qualcosa a livello tattico/organico deve cambiare: siamo prevedibili.

Quella di domenica è stata una vittoria decisamente dal colore “Verde”. Grazie agli ultimi 2/3 minuti di ball handling griffati folletto Green, Avellino riaggancia l’inerzia e porta a casa due punti che costano, definitivamente, l’accesso alle F-8 di Coppa Italia. E forse, non tutti i mali vengono per nuocere. A meno che, non si vinca a Sassari. Ma non è detto: occorre fare i conti con la classifica avulsa. Ora anche i siciliani ci hanno raggiunti, in coabitazione con Brindisi (con cui abbiamo perso) e Sassari, per l’appunto, che sfideremo in trasferta nella prossima gara. E c’è ancora Torino che deve giocare (perso anche con loro) e che ci potrebbe raggiungere assieme a Pistoia e Trento, perdenti contro di noi. Insomma, è veramente un bel casino: chissà come si concluderà.

Ultima osservazione e chiudo: tutti i “lodi” si stanno sciogliendo. L’arrivo di Diawara (in prova) ci dice due cose: 1) i debiti si stanno estinguendo; 2) la JuveCaserta punta su un “usato sicuro”, meglio se vintage. E non importa se il francese sono sei mesi che non gioca. Eppure, non più tardi di 3 mesi fa, qualcuno disse che 36 primavere erano troppe per Lega A: forse due anni in meno fanno una qualche differenza? O è solo una questione procuratoria?

Coraggio JCe, vai dritta alla meta: la “sfida Smeralda” ci attende. Speriamo solo che non diventi “sfiga Smeralda…”

Carmine Covin

 


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