Era meglio quando giocava peggio… Il post partita e l’opinione ‘differenziata’ di Libero pensiero Bianconero



Un’azione di Torino-Juvecaserta

Torino, 11 dicembre 2016. Al PalaRuffini c’è la replica di: “Sosa contro tutti”. Terzo capitolo (speriamo non ci sia un altro seguito) di una saga con finale già visto: la Pasta Reggia che perde l’incontro in finale di partita.

Lo avevamo già detto chiaramente la scorsa settimana, nella nostra foto nota: Sosa è fatto così. Prendere o lasciare. Perdiamo se ne fa 38, vinciamo se ne fa 28, e perdiamo nuovamente se ne mette dentro 37.  Caserta è riuscita a dominare la gara solo per 14 minuti e 1/2, rifilando un massimo di 10 punti di fila. Poi, solo tante montagne russe. E siccome i guai non vengono mai da soli, domenica, anche le assenze di Czyz e Bostic, entrano come passivo in bilancio. Pedine importanti, ma i problemi (cronici) sono ben altri, e prescindono dai due atleti bloccati, che speriamo rientrino presto. Lo ‘Svedese’, per es: Chi l’ha visto? (cit.)



In realtà, la partita, se n’era già andata ben prima del 40° minuto: dopo il parzialone di 19-5 per i padroni di casa. Perché? Lo sappiamo il perché: troppi ‘black-out’ agonistici, carenze difensive, pochi tagliafuori, soluzioni in attacco troppo legate ad iniziative personali, affrettate, e senza gli opportuni piazzamenti nel ‘pitturato’. Dove sono i triangoli al rimbalzo, che devono limitare gli extra possessi? Insomma, le solite lacune che, senza ripetere le statistiche, già avete letto dappertutto. Ma, osservando i tabellini delle ultime 4 partite, sapete cosa emerge? Emerge quel campanellino di allarme già annunciato la scorsa settimana: dalla 8^ alla 11^ giornata, il numero di giocatori in doppia cifra è rimasto fermo a tre: Sosa-Putney-Watt, un po’ pochini per carezzare sogni di gloria, e con il dominicano ad una media di 31 p.ti per match. E sempre con un debito (in alcuni casi enorme) di rimbalzi offensivi mortifero. Anche alcune scelte tecniche, verso fine gara, dalla panchina, erano rivedibili: troppa fiducia a Sosa, troppa solo ad un giocatore, tanto per dire..

Siamo con un piede e mezzo nelle ‘F-8’, è vero. Oggi siamo quinti classificati, a pari punto con Avellino. Ma attenzione: Brindisi è 7^ e Sassari 8^, e con entrambe ce la dobbiamo ancora giocare; la ‘outsider’ potrebbe proprio essere Torino, 9^ in classifica, che però è in vantaggio nello scontro diretto. Dio non voglia, ma un passo falso con Pesaro (sventoliamo un palco di corna) ci costerebbe carissimo. Ci avete già pensato? Perciò, pensando alla Coppa Italia, ripetiamo la stessa domanda posta la scorsa settimana: cosa vuol fare, ‘da grande’, la JuveCaserta? Cos’è davvero cambiato, da inizio stagione, rispetto ai nostri punti deboli? Per ora niente, sono peggiorati ma i risultati hanno dissimulato i problemi. Poi, improvvisamente, alla prima ‘defezione’, ci accorgiamo di essere troppo fragili sotto canestro, che manca un ‘centro’. Come se non lo sapessimo già da ottobre.

Ora, per cortesia, non ci venite a dire che ne avevamo due di meno. Perché è senz’altro così, ma le due vere ‘presenze mancanti’ restano: uno che faccia da spalla a Watt, aprendo spazi in area, ed un ‘metronomo’ che detti i ritmi giusti nei minuti cruciali; un ‘aiuto regista’ che impedisca di ripetere gli errori fatali commessi a Venezia e Torino. Perché Sosa, anche se in trance agonistica, è arrivato alla fine sfinito, com’era prevedibile. Allora, in tal senso, proprio non riusciamo a spiegarci una cosa: ma quale valore aggiunto offrono gli innesti in gara di Metreveli e Cefarelli? Il georgiano le sbaglia tutte; il casertano commette quel micidiale fallo su tiro da tre, molto ingenuamente. E Jackson? Siamo sicuri che non si sia sprecato un importante visto con lui? Oh, sia chiaro: nessuno vuole buttare la croce su loro tre, ma ribadiamo la domanda: cui prodest? Dov’è l’apporto utile, a parte l’allenamento?

Ultima considerazione: non siamo d’accordo coi report giornalistici che, nel commentare l’incontro, hanno un po’ cassato Watt. Secondo noi, la scarsa prova del #50, dipende da una semplice ragione: il nostro lungo non è stato ‘attivato’, e servito, come si deve, come da programma. Già contro Brescia si era verificata questa condizione, e stavamo compromettendo la gara. Anche qui,  vale lo stesso discorso già analizzato per le nostre ultime 4 gare: la differenza (2 volte in positivo, 2 volte in negativo) l’ha fatta il dominicano, un terminale di attacco che accentra parecchio, e questo non ci fa sempre bene.

Ah, quasi dimenticavamo: un plauso più che meritato alla tifoseria torinese. Grazie al suo intervento, i tifosi ospiti hanno potuto assistere al match. Loro sì che l’hanno vinta di sicuro la gara…

Gran finale: forza JuveCaserta, un’altra delicatissima sfida ti attende all’orizzonte. C’è la “più odiata dai casertani”, la dobbiamo battere…!

 

Modestino Ardito  &  Carmine Covino

 


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