Felice D’Anna folgorato dal Gladiator: “La passione neroazzurra si sente nell’aria. Motivati a tremila per Pomigliano. La critica? Gioco meritatamente”



Danilo Felice D'Anna (foto Michele Grassi)
Danilo Felice D’Anna (foto Michele Grassi)

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Non c’è due senza tre. Il noto proverbio della cultura popolare italiana identifica alla perfezione l’atteggiamento con il quale il Gladiator farà visita al “Gobbato” di Pomigliano per la sfida valevole per il dodicesimo turno del girone I di Serie D. Dopo aver ottenuto il massimo bottino nelle tane dell’Aversa Normanna e della Turris, i neroazzurri di Teore Grimaldi affrontano una squadra giovane ma agguerrita, che del proprio stadio fa il proprio fortino, con tredici punti ottenuti su un massimo di quindici.

LA SFIDA. Consapevole dell’importanza della sfida è il centrocampista Danilo Felice D’Anna, chiamato da tutti Felice: “Per un derby come questo le motivazioni sono sempre a tremila. Sarà una partita simile a quella di Aversa, infatti ci troviamo di fronte una squadra giovane che sulla carta è partita per lottare per altri obiettivi rispetto ai nostri, ma sul campo sta facendo un ottimo campionato e va presa con le molle. Già a Marcianise l’ho incontrata un paio di volte. L’anno scorso il Pomigliano lottava per la zona play-off ed invece noi lottavamo per la permanenza. Al Gobbato ottenemmo la vittoria della svolta, perché da lì partì un bel filotto che ci ha condotti alla salvezza”.



AMORE NEROAZZURRO. A cinque mesi di distanza dall’inizio della sua avventura a Santa Maria Capua Vetere, il centrocampista nato nel Recale 2002 (era in squadra insieme all’attuale giocatore del Crotone Marcello Trotta) è rimasto folgorato dal Gladiator: “Sicuramente è stata fantasistica la presentazione. Subito si è capito quanto entusiasmo esiste in questa piazza che merita ben altri palcoscenici. Sono dispiaciuto che nei primi mesi abbiamo deluso le aspettative ma ora ci siamo ripresi. Non è da tutti avere mille spettator in casa, la passione è così forte che la senti nell’aria”.

DELUSIONE MARCIANISE. Notevole la differenza con Marcianise: “Mi dispiace per quanto successo nella città in cui sono nato ed in cui risiedo. A Marcianise è stato difficile dover accettare l’abbandono dei tifosi, senza spiegazioni. In due anni ci siamo trovati a lottare per il campionato, abbandonati dalla città. A Marcianise abbiamo vissuto quattro, cinque anni importanti, con la vittoria del campionato di Eccellenza e la quasi vittoria della D ma non è bastato a riavvicinare la gente al calcio. La Serie D è una categoria che Marcianise e Santa Maria Capua Vetere meritano tranquillamente, invece ad un certo punto Marcianise ha iniziato a snobbare la D, ricordando i tempi passati con Bizzarro che restano un’eccezione”.

LA CONCORRENZA. Folta la concorrenza a centrocampo, ed il tecnico Grimaldi è riuscito in queste settimane a trarre il massimo da chiunque fosse chiamato in causa: “Di certo è uno dei reparti più affollati. All’inizio sono partito in sordina, partendo come una seconda scelta. Non mi sono mai perso d’animo e mi sono fatto trovare pronto nelle occasioni avute. Mi sono ritagliato il mio spazio, meritandolo sul campo. Al di là Gismondo (Gatta ndr), siamo tutti ragazzi molto giovani, nati tra il 92’ ed il ’93, e siamo amici fuori dal campo. La concorrenza fa piacere, è stimolante e mi sta aiutando a crescere”.

IL RAPPORTO CON GRIMALDI. Per l’atleta che ha vestito la maglia del Marcianise in oltre 150 presenze, debuttando ad appena sedici anni compiuti, è stato un buon approccio con il nuovo allenatore: “Con Grimaldi è stata subito sintonia, lo conoscevo sin dai tempi della Frattese. Punta molto sul centrocampo, con una manovra basata sul possesso palla. Ha il pallino del gioco, e sfrutta le rotazioni del centrocampo affinché questo avvenga. Il tipo di gioco che predilige a me piace, viste le mie caratteristiche, ed infatti contro il Due Torri mi ha permesso di rendere al meglio, infatti sono andato anche vicino al goal”.

LA CRITICA. Diverse sono le voci che sia in passato sia tutt’ora lo accompagnano, in virtù della sua figura di figlio del presidente Raffaele D’Anna e fratello del dg Salvatore Bruno D’Anna. Una critica che lo infastidisce ed a cui risponde: “E’ una situazione cui ho fatto fronte da molto tempo e su voglio chiarire una volta per tutte. L’etichetta di chi mi accusava di dover giocare per forza perché figlio del presidente mi ha influenzato molto quando ero un under. Ci sono rimasto male per tanto tempo, soprattutto quando giochi nella squadra della tua città, mentre ora mi scivola addosso. Mi sento meritatamente un giocatore da Gladiator, infatti sia Squillante che Grimaldi mi hanno ritenuto idoneo per giocare in sette partite finora, così come in passato è avvenuto a Marcianise. Di certo gli allenatori non vogliono tagliarsi le gambe. E’ chiaro che mi dà un enorme fastidio, ma non mi hai mai frenato. Anzi, io sono una persona molto ambiziosa. Io ambisco di arrivare in Lega Pro, alla faccia di chi lo pensa. Se mi volevo accontentare e pensare chi mi criticava, mi sarei fermato cinque anni fa. Io invece ci credo e cullo il mio sogno”.


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