L’ANALISI. Il 4-4-2 regge per un tempo, poi il “mantra squillantiano” si materializza e regala al Gladiator una strepitosa vittoria in rimonta



Mister Squillante (Foto Vincenzo Izzo)
Mister Squillante (Foto Vincenzo Izzo)

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Ci ha provato in tutti i modi, non ci ha dormito sopra. Si è rigirato e rigirato nel letto, poi si sarà messo l’anima in pace: “Snaturare il mio pensiero, il sistema di gioco che amo prediligere, per andare incontro alle esigenze della squadra? Per questa volta mi arrendo”. Per il match contro il Sersale, Luigi Squillante si è affidato inizialmente sul 4-4-2, modulo che non appartiene al suo modo di vedere il calcio ma che ha dovuto prendere in considerazione, al fine di permettere a tutti gli atleti in campo di dare il massimo. Scegliendo un centravanti Manuel De Carolis al fianco di Antonio Libero Del Sorbo, il trainer sarnese ha dirottato la sua idea sulla coppia d’attacco ed ha chiesto a Gianmarco Tedesco di agire sulla fascia destra, nella linea a quattro di centrocampo.

IL CAMBIO DI MODULO. Nei primi quarantacinque minuti i neroazzurri hanno trovato difficoltà a rendersi pericolosi in avanti, anche perché il Sersale, al debutto storico in Serie D, ha giocato un primo tempo da leoni, portandosi in vantaggio nel recupero con Rosella. E’ stata quella la goccia che ha fatto traboccare il vaso. All’intervallo la lavata di capo di Squillante si è sentita fino alla costa. Dopo averci pensato negli ultimi minuti del primo tempo, l’ex allenatore di Battipagliese ed Herculaneum saluta il 4-4-2 e torna al suo prediletto 4-3-3, schema che gli ha regalato le grandi soddisfazioni della sua carriera. Per fare la trasformazione, viene effettuata una doppia sostituzione. Il nuovo acquisto classe 96’ Giuseppe Gabbiano sostituisce il coetaneo De Carolis e gioca da terzino destro, prendendo il posto di Dario Odierna che viene rilevato da Criniti, uomo decisivo per la rimonta.



SPRINT NELLA RIPRESA. Con il cambio di modulo è tutt’altro Gladiator, e non potrebbe essere altrimenti dopo i due mesi di lavoro dedicato a quello che è il “mantra squillantiano” ed il valore di una rosa molto competitiva. Pronti via e Cristian Luis Criniti conquista il rigore del pareggio, calciando un pallone che viene murato da un avversario. Passano pochi minuti e Fontanarosa concretizza il perfetto traversone di Tedesco. Squillante bofonchia tra sé e sé: “4-3-3, quanto mi sei mancato!”. Il Sersale resta in dieci per l’espulsione di Vallone e chiude la pratica Flavio Marzullo che così fissa il risultato sull’1-3 finale. Una vittoria nel segno del 4-3-3 di Squillante, con maggiore spazio per i centrocampisti, il grande lavoro della punta centrale, il regista offensivo Del Sorbo, e le scorribande di Criniti e Tedesco sulle fasce. Squillante, rallegrato per il trionfo, avrà pensato ad uno dei più classici proverbi napoletani che in questo caso ha avuto completamente ragione: “Chi cagna ‘a via vecchia p’ ‘a nova sape chello ca lassa e no chello ca trov” che tradotto in italiano significa “Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia non sa quel che trova”. Mai parole furono più vere.


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