NELLA STORIA. Il magic moment del Gladiator continua. Vent’anni dopo arriva la tanto attesa omologazione permanente in Serie D del Piccirillo. ALL’INTERNO LE FOTO



Lo stadio Mario Piccirillo (foto Domenico Vastante)
Lo stadio Mario Piccirillo (foto Domenico Vastante)

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Nonostante sia appena l’inizio della stagione 2016-2017, il nuovo corso del Gladiator sta ottenendo risultati che non si vedevano da anni all’ombra dell’Anfiteatro. Sin dal suo approdo al timone della società neroazzurra, la triade composta da Giacomo De Felice, Giovanni Morico e Raffaele D’Anna si è dannata l’anima per dare un taglio netto al passato, investendo per la realizzazione di un progetto consolidato. In poco tempo è stato definito un organigramma dirigenziale ben collaudato, composto da tanti sammaritani, ed in fase di mercato, il tandem Governucci-D’Anna si è mosso alla svelta per regalare a Luigi Squillante tutte le prime scelte che aveva indicato nella sua lista personale di acquisti.

Giacomo De Felice ed Antonio Mirra
Giacomo De Felice ed Antonio Mirra

L’OPERA DEL SINDACO. Ma, con il senno del poi, il passo più grande lo si è iniziato a percorrere agli inizi di luglio, quando si è messo mano su una problematica che nessuno (ma proprio nessuno) voleva addossarsi: la querelle Piccirillo. Utilizzando una espressione religiosa, “per secoli e secoli” lo stadio di via Martiri del Dissenso è stato lasciato al suo stato d’abbandono, senza che nessuno si muovesse. La colpa maggiore è stata principalmente delle amministrazioni comunali precedenti che mai hanno pensato seriamente di risolvere la grana. Cambiamento, e di questo ne va dato atto nonostante sia lontano dal nostro interesse fare propaganda politica per uno o l’altro schieramento, che è avvenuto con l’elezione dell’avvocato Antonio Mirra a sindaco di Santa Maria Capua Vetere. Dalla sua persona è partita ogni autorizzazione a muoversi, senza ovviamente andare oltre quelli che sono i regolamenti comunali per un bene, lo stadio, che resta di proprietà comunale.



Giovanni Morico, Raffaele D'Anna e Giacomo De Felice (foto Domenico Vastante)
Giovanni Morico, Raffaele D’Anna e Giacomo De Felice (foto Domenico Vastante)

L’AVVERTIMENTO. Senza ombra di dubbio, questo è stato tra i primi oneri impellenti per il nuovo massimo cittadino che, malgrado fosse alle prese con la costituzione della Giunta, si è mosso in prima persona. Perché senza la sua parola, ed a Santa Maria Capua Vetere lo sanno anche i marmi dell’Anfiteatro, la famiglia D’Anna non si sarebbe mai trasferita da Marcianise. Lo dimostra l’ammonimento di Raffaele D’Anna a Piazza Bovio dello scorso lunedì 20 giugno, quando tutti in città attendevano di festeggiare e lui fece capire senza peli sulla lingua: “Senza stadio il titolo non si muove da Marcianise”. Un avvertimento che è servito eccome, poiché Giacomo De Felice e gli imprenditori sammaritani (tra cui anche Morico) che detengono il 50% delle quote societarie (l’altro 50% è della famiglia D’Anna) hanno accelerato le operazioni e, dando vita alla triade, hanno così materializzato la trasformazione del Piccirillo in un vero e proprio gioiellino.

La tribuna numerata De Felice (foto Domenico Vastante)
La tribuna numerata Giuseppe De Felice (foto Domenico Vastante)

I CONTROLLI. Gioiellino non è un termine che c’inventiamo noi, bensì è la parola che gli ispettori della Lega Nazionale Dilettanti hanno utilizzato alla conclusione dell’iter di valutazione dell’impianto. Ispettori che hanno “collaudato” il Piccirillo, dopo i controlli andati a buon fine da parte degli architetti dell’ufficio comunale, dei Vigili del Fuoco e dei medici dell’USL (acronimo che sta per Unità Sanitaria Locale). Venerdì mattina 2 settembre, è giunta per lo stadio di via Martiri del Dissenso quella tanto attesa omologazione permanente di cui i tifosi neroazzurri si erano dimenticati l’esistenza, abituati a conoscere le deroghe che ogni volta la LND concedeva al primo anno di Serie D o di Serie C2, come avvenne nel 2002-2003.

La gradinata del Piccirillo (foto Domenico Vastante)
La gradinata del Piccirillo (foto Domenico Vastante)

OLTRE VENT’ANNI DI DEROGHE. Ebbene sì, un’omologazione permanente che diventa realtà dopo oltre vent’anni, perché in questi vent’anni le regole sono diventate molto più ferree rispetto al passato. Dopo il 1990, infatti il Gladiator ha dovuto aspettare undici anni per la promozione in Interregionale del 2001, a cui poi ha fatto seguito nel recente passato solo il biennio in D tra il 2012 ed il 2014. Tralasciando il fatto che il Piccirillo non aveva problemi in Eccellenza e Promozione, in tutti questi anni il Piccirillo era stato sempre ritenuto agibile ma con riserva per la famosa “quarta serie”. Con deroga appunto, per la prima stagione. E ciò spiega i lavori di restyling a cui fu obbligata la giunta Di Muro nel 2013 quando destinò tra le opere pubbliche l’ingente somma di 165mila euro per annientare i vecchi gradini di cui il Piccirillo era contornato e rafforzare le mura di recinzione, oltre ad una serie di accorgimenti strutturali. Senza quei lavori, per la seconda stagione consecutiva in D il Gladiator sarebbe stato costretto a traslocare altrove.

Il boiler manda in pensione le vecchie caldaie al Piccirillo
Il boiler manda in pensione le vecchie caldaie al Piccirillo

IL NUMERO DI SPETTATORI ESATTO. Una situazione di silenzio assenso che è stata dileguata dal nuovo corso della triade De Felice-Morico-D’Anna, firmataria della concessione del Piccirillo fino al 30 giugno 2017 che ha dato il via ai lavori. Lo stadio è stato dotato di una tribuna prefabbricata, la tribuna “Giuseppe De Felice” contenente 344 sediolini, e di una gradinata contenente 400 posti senza sediolini. A ciò si va ad aggiungere la possibilità di altre 300 persone di poter assistere alla gara in piedi. Il numero di spettatori massimi nel settore locali arriva così a 1044 che diventa 1344, contando anche i 300 posti previsti nel settore ospiti.

Le guaine messe sul tetto del Piccirillo
Le guaine messe sul tetto del Piccirillo

QUALI LAVORI? Ma non solo questo, infatti grazie all’immane lavoro dello staff dirigenziale, soprattutto da parte di tante persone che lavorano dietro le quinte silenziosamente, è avvenuta una vera e propria rivoluzione. E’ stato svolto il lavoro di messa a terra per le strutture prefabbricate, così da non incorrere in rischi di qualsiasi sorta (argomento che sale in auge quando avvengono terremoti come quelli in Centro Italia). Sono state emesse le guaine sulle tettoie degli spogliatoi, mettendo fine alle infiltrazioni d’acqua che stavano rovinando tutto. Sono state rimesse a nuovo le porte, con omologazione delle vie di fuga e redazione di uno stato antincendio. Gli spogliatoi sono stati dotati degli orinatoi e del boiler che garantisce acqua calda contemporaneamente per tutte le stanze (addio caldaie fatiscenti). Resta solo il veto per il bagno delle donne che non ha un’altezza adatta e che dovrà subire dei lavori in estate per togliere ogni dubbio.

DA BRUTTO ANATROCCOLO A CIGNO. La grande novità riguarda l’ambito comunale, infatti per la prima volta è stata stabilita la planimetria di tutto lo stabile, operata dal geometra del Comune. Insomma, un lavoro incredibile che ha ottenuto l’ok da parte di tutti gli enti e che fa del “Mario Piccirillo” uno stadio all’avanguardia. Da fatiscente a gioiellino, da brutto anatroccolo a splendido cigno: Santa Maria Capua Vetere ha finalmente uno stadio. O qualcosa che si addice a tale nome. Dopo anni ed anni di false promesse, il nuovo Gladiator ha operato quello che in passato non sono riusciti a fare altri. E di questo ne va dato merito alla società, perché l’impianto è stato messo a norma. Non solo per chi ne usufruisce ora, ma soprattutto per le generazioni future di tifosi e cittadini sammaritani che ora non hanno più alibi per mancare alle partite casalinghe. Lo merita la società, lo merita la squadra, lo merita la piazza, lo merita un sodalizio blasonato. Lo merita il Gladiator.


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