Il Gladiator e la furia argentina Criniti: “L’appoggio dei tifosi è fondamentale. Ora vi racconto perché mi chiamano El Diablo”



Cristian Luis Criniti con la sciarpa del Gladiator
Cristian Luis Criniti con la sciarpa del Gladiator

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Il diavolo per infiammare la fascia e penetrare nelle difese avversarie con la sua velocità. Per la stagione che sancisce il ritorno in Serie D, il Gladiator ha scelto l’argentino Cristian Luis Criniti tra i pezzi da novanta da annoverare nell’organico. Luigi Squillante lo ha voluto fortemente ed il duo Governucci-D’Anna l’ha convinto ad accettare un progetto importante. Dall’esperienza vissuta in Eccellenza siciliana con l’Akragas è soprannominato “El Diablo” perché, quando si invola nella fascia e mette il turbo, sembra una Lamborghini “El Diablo”. Un nome che si porta appresso ed ha scatenato l’entusiasmo dei tifosi neroazzurri anche per il suo arrivo a Santa Maria Capua Vetere.

IL GRUPPO. Reduce dalla stagione vissuta a metà tra Roccella e Cavese, l’esterno offensivo classe ’86 di Rosario (stessa città natale di Lionel MessiMaurito Icardi ed Ever Banega) si esprime sulla preparazione che sta vivendo con i neroazzurri: “Stiamo svolgendo un lavoro duro che ci tornerà utile durante la stagione. Il gruppo si sta amalgamando. Mi trovo bene con tutti i ragazzi. C’è armonia con tutti e con lo staff tecnico. Obiettivi? E’ ovvio che ogni giocatore pensa sempre a vincere, la squadra è forte, ma vediamo partita dopo partita cosa succede”.



IL SOSTEGNO. Tanti i suoi trascorsi in piazze infuocate come Catanzaro, Cava de’ Tirreni, Gela, Rende, quindi egli sa benissimo quanto sia importante il sostegno della tifoseria: “L’appoggio dei tifosi vale molto. Poiché sono tante trasferte lontane, varie anche in Sicilia, speriamo che ci seguano anche fuori casa”.

I SOPRANNOMI. In conclusione, Criniti rivela dove ha avuto origine il soprannome che oramai lo perseguita dappertutto: “Il soprannome m’è stato messo quando giocavo in Eccellenza ad Agrigento con l’Akragas. Nicola Arena era chiamato il Mago, me invece El Diablo per il modo di giocare e per la mia velocità che assomiglia alla Lamborghini El Diablo. A Roccella, dove sono stato due anni e mezzo fino a dicembre 2015 mi chiamavano invece il nano. Questo vuol dire che il soprannome ogni tanto cambia”.


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