L’INTEGRAZIONE NEL CALCIO. Musa Bah si racconta: “Bella stagione a Santa Maria La Fossa, ora cerco una nuova esperienza”



Musa Bah
Musa Bah

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Il calcio è un ottimo strumento d’integrazione. Per tanti ragazzi che si sono ritrovati in provincia di Caserta, distanti milioni di chilometri dai propri Paesi natale, “giocare a pallone” è, nella maggior parte dei casi, il primo contatto con i giovani del territorio circostante. In un campo di calcio non esistono distinzioni di razza, colore, religione, statura ed altro. Si gioca solo per competizione o divertimento, ma partendo da una regola comune: l’uguaglianza. Il sol fatto di entrare a far parte di una squadra, anche per una partita che dura quindici minuti, ti fa sentire parte integrante di quel contesto, ti fa socializzare con i compagni di squadra e con gli avversari. Non c’è dubbio, rompere il ghiaccio così è molto più facile che in altro modo.

LA STORIA. Il calcio è sempre stato la grande passione di Musa Bah, ragazzo africano che da due anni vive a Santa Maria Capua Vetere, rientrante nel progetto SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) dell’ARCI di Caserta. Nato nel 1996 in Gambia, Musa Bah è un talentuoso centrocampista centrale che, nella stagione 2015-2016, ha giocato nelle fila del Santa Maria La Fossa. Con i fossatari di Enrico Roberto Martino, egli è stato uno degli interpreti principali della juniores di Giuseppe Di Cecio, meritandosi il debutto nel girone A di Promozione con Gennaro Fischetti.



LE SENSAZIONI. Quando si parla di calcio, un enorme sorriso pervade il volto di Musa Bah, contento di ricordare la stagione appena vissuta: “Quest’anno sono stato molto bene a Santa Maria La Fossa, grazie a persone molto brave che mi vogliono bene. A causa del tesseramento che è arrivato a campionato già iniziato, sono partito con la juniores ed ho segnato cinque reti. Poi ho esordito anche in prima squadra. A Santa Maria La Fossa sono arrivato grazie a Giovanni che ha strappato la possibilità di fare un test lì e subito i dirigenti fossatari, vedendomi giocare, hanno voluto farmi firmare. Problemi nella pratica di tesseramento non permisero di giocare con il Gladiator due anni fa, ma ora sono pronto per iniziare una nuova avventura, perché ho tanta voglia di giocare a calcio”.


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