Ora si fa complicata



Marco Giuri in difesa (Foto Filauro)
Marco Giuri in difesa (Foto Filauro)

Quinta sconfitta consecutiva, il Palamaggiò diventa terreno di conquista per una Venezia che non vinceva in trasferta da tempo immemore (novembre) e morale ancora sotto i tacchi per l’ennesimo infortunio (capitan Ghiacci out un mese). Gira tutto storto alla Juvecaserta che spreca un’altra occasione per archiviare il discorso salvezza e la concomitante vittoria di Torino riapre pericolosamente i giochi. Nuovamente incapaci di partire col piede giusto, ancora capaci di andare sotto di 18, i bianconeri hanno nuovamente sfoderato una remuntada pazzesca che li ha portati sul +7 al 36’. Qui si è spento l’interruttore complice i falli, la stanchezza, gli errori al tiro e la rinnovata precisione dei lagunari. Tra Caserta e Venezia, al completo, c’è una differenza evidente, in queste condizioni la Reyer doveva maramaldeggiare ed invece se l’è vista nera. Magra consolazione per tutti.

SIVA COSI’ NON VA. In questi momenti di estrema difficoltà e col roster decimato, la Juve non può permettersi che il suo giocatore di maggior talento giochi questo genere di partite. Ha subito Green dall’inizio alla fine, ha acceso poche volte la luce, ha sbagliato tantissimo al tiro. E’ sembrato timoroso, quasi col freno a mano tirato. Viste le rotazioni, Dell’Agnello non poteva fare a meno di lui nella volata finale ma, anche in quel momento, ha fallito. Serve il vero Peyton in queste ultime battaglie.



LA RABBIA DEL COACH. Un po’ demoralizzato per la sconfitta, un po’ frustrato per la malosorte, un po’ incazzato con la stampa, coach Dell’Agnello non era proprio in vena di sorrisi nel post partita. Personalmente ho contribuito alla sua incazzatura, però ho ribadito ‘face to face’ che è scontato dire che questa squadra sta facendo un’impresa a salvarsi. Purtroppo il coach vive una delle stagioni più nefaste della storia bianconera ma, nonostante tutto, sta cercando di salvare il salvabile. Se lo merita lui principalmente e poi i suoi ragazzi.

LA PIAZZA CASERTANA. Non so quanto, questa salvezza, se la merita la piazza casertana che, non tutti eh, sta (ri)prendendo lo strano vizio di sparare a zero sulla guida e si fa depositaria del verbo cestistico. La ‘purezza’ di giudizio la riscontro in pochi, in altri vedo o troppo miele o troppo veleno. Qui il verbo non ce l’ha nessuno giusto per fare chiarezza e svegliare qualcuno da qualsivoglia volo pindarico: io e voi allo stesso livello ovviamente. Le critiche costruttive van bene, alcune che sento in giro fanno veramente piangere altro che ridere.

VERITA’. Ammetto (e qua a Caserta è merce rara trovare qualcuno che fa mea culpa) di aver archiviato il discorso salvezza prematuramente. Non potevo immaginare questa incredibile sequela di sfighe che hanno nuovamente massacrato il roster, così come credevo che, almeno, un partita si portava a casa tra queste cinque. Ed, invece, siamo qui a parlare di tabelle, a guardare Torino cosa fa, a sperare che restino tutti interi quelli che restano. A Pesaro bisogna prendersi i due punti anche se non sarà affatto facile contro una formazione buona, che ha in Daye il suo leader e su un campo tutt’altro che amico. Ma questa vittoria serve maledettamente.


error: Content is protected !!
P