Ma che calcio è questo?



Una veduta del Progreditur di Marcianise
Una veduta del Progreditur di Marcianise

Un calcio dilettantistico, nel vero senso della parola anzi in tutti i sensi questa è la sintesi di un Progreditur Marcianise ibrido senza né testa e né coda. Lo specchio della situazione è la sconfitta nel derby interno con la Nerostellati Frattese, non tanto per la sconfitta che nel calcio ci può stare ma per come matura. Un girone mediocre, paragonabile ad una buona eccellenza, che non viene sfruttato e l’immagine di una gestione familiare che da questi frutti ovvero un anonimato pompato solo da dichiarazioni di facciata che non corrispondono alle reali forze di una società che per vincere doveva fare ben poco. La piazza è esigente soprattutto poi se la si gasa con proclami o promesse che non poi non si rivelano tali, Marcianise è abituata a gestioni oculate e maniacali dove nulla si lasciava al caso e tutti gli ingranaggi dovevano funzionare alla perfezione in un motore da grossa cilindrata il che ha portato a calcare campi di C1. Se è pur vero che non bisogna più fare paragoni con il passato c’è anche da dire che non è giusto nemmeno sopportare un’organizzazione così approssimativa che anche le ultime delle classe non hanno, le vittorie ed i risultati si costruiscono con un’organizzazione societaria forte e ben definita. Non a caso lo scorso anno con un ds che si occupava del mercato e con esperienza in Campania si è riusciti ad ottenere risultati lusinghieri svaniti poi nel finale, peraltro in un girone come quello H che per tradizione è il più competitivo e battagliero di tutti. Tanta ipocrisia, si vuole vincere il campionato poi a dicembre ci si tira indietro e dopo una settimana si ritorna in sella destabilizzando ambiente e piazza e nonostante tutto si resta nei quartieri alti a dimostrazione della pochezza del girone sotto il profilo qualitativo.

Una squadra fatta più dal monte ingaggi che da veri ragionamenti tattici, tutti esterni e solo una punta in attacco e sfortuna vuole questa va ad infortunarsi per un mese (El Ouazni) ed un sostituto che la metta dentro o faccia quel tipo di gioco non c’è e questo si paga (vedi partite con Torrecuso, Roccella, Frattese) ora la grana arriva in difesa con Giordani che sta patendo una serie di infortuni ed il giovane Rossetti con problemi al menisco. Ci rimane solo Lagnena con Temponi che ha già dimostrato di volersi sacrificare ma non essere adatto al ruolo (vedi gara con l’Akragas e domenica per pochi minuti con la Frattese) e di certo non può scalare Partipilo faro del centrocampo cosa che però ha fatto domenica scorsa. Colpe al mister in queste condizioni non si possono addossare, sta facendo salti mortali per mettere in campo una squadra decente e presentabile, sfidiamo chiunque ad allenare in queste condizioni ed a tenere sempre alta la tensione. Altro punto cruciale lo stadio, ma è mai possibile giocare su un Progreditur ridotto così? La risposta è semplice no, l’angoscia della pioggia che ti fa rinviare le partite o tramutarle in lotta libera in inverno è ricorrente. Quando c’è il sole la palla è incontrollabile perché il fondo è disastroso perché non curato, ma allora ci chiediamo che calcio è questo? Non interessa trovare i colpevoli, la caccia alle streghe la lasciamo ai diretti interessati che giocano a fare a scaricabarile. Ma a chi fa bene tutto ciò? Di sicuro non alla squadra che in campo nello stadio di Piazza Vittoria fa una fatica enorme. Come sono lontani i tempi dell’era Bizzarro quando l’allora Presidente lasciò l’impianto come un tavolo di biliardo… Se si vuole vincere quindi bisogna fare ben altro e mettere tutti nelle condizioni ideali per farlo ma forse la società ed i tempi non sono ancora maturi per farlo, ma a questo punto e dall’esperienza maturata bisogna evitare certi protagonismi mediatici e tenere più saldi i piedi a terra evitando voli pindarici inutili. I playoff, per quello che valgono, sono ancora a portata di mano ma bisogna cambiare marcia prima in alto e poi in campo e questo vale soprattutto per il futuro. Ma a proposito, quale futuro? Ci sarà un futuro?



Redazione Stirpe


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