Governucci: “Gladiator nel cuore, Procida devi salvarti. Ora punto ad una big”



Antonio Governucci
Antonio Governucci

Sabato sugli spalti, cioè sul ‘gradone’ del ‘Piccirillo’ si è rivista una vecchia conoscenza del club nerazzurro. Acclamato dai tifosi per l’attaccamento dimostrato ai colori del Gladiator, quando la barca stava per affondare, lui c’era ancora e portò fino in fondo le giovanili alla Coppa Campania. Antonio Governucci, direttore sportivo del Gladiator dei 31 risultati utili consecutivi dell’allora dirigenza targata Luce. Il Gladiator si è imposto 3-1 nel derby contro il San Marco Trotti, facendo un passo avanti importante per la salvezza, primo step, per poi togliersi altre soddisfazioni da qui a fine campionato, in un anno che più volte è stato definito di transizione e di assestamento dalla ‘triade’ Ongari-Bruscolotti-Carannante. Governucci si è goduto lo spettacolo dagli spalti, rivivendo per un attimo delle emozioni. Sportcasertano lo ha sentito per parlare un po’ del girone A di Eccellenza, ma anche di Gladiator e progetti futuri, ora che da qualche settimana il consulente di mercato partenopeo, non fa parte più del progetto Procida.

Ed è un Governucci a tutto tondo che esordisce parlando del Gladiator: “Ho incontrato il Gladiator in occasione del 2-2 di Procida, ed era un’altra squadra. C’era Galdo in panchina e non mi dispiacque il gioco che mostrava. Sabato ha disputato davvero un buon match e mi ha fatto piacere vedere dei ragazzi che già seguivo io con attenzione come Carnevale e Capitelli. Il presidente Ongari – continua l’ex diesse nerazzurro – ha costruito e ricostruito una squadra per una salvezza più che tranquilla e credo che questa in una situazione difficile come quella sammaritana equivalga ad una vittoria di campionato. Spero che riescano a strutturare meglio la società per farla tornare ai fasti che il popolo nerazzurro merita”. Ma un passaggio è doveroso sull’ambiente e i tifosi del Gladiator: “Io li porto nel cuore e devo dire di essere onorato di essere ricambiato in questo sentimento di rispetto ed amicizia che ci lega. Mi sono trovato benissimo a Santa Maria e ci tornerei di corsa per un progetto serio. Io e Gigi Squillante siamo ancora ben voluti dalla piazza, dopo qualche anno e mi fa piacere”. Una critica, però, Governucci la muove: “Ma è mai possibile che non si fa niente per mettere a posto uno stadio come il ‘Piccirillo’ teatro di epiche battaglie e casa di una squadra così blasonata? Non si può sistemare per far godere una partita in grazia di dio ai tifosi? Ecco io ho trovato un ambiente depresso con poco tifo e non va bene per questa città storica e per il Gladiator”.



Purtroppo in queste categorie, ma anche in D (a meno che non sei una nobile decaduta) si trovano situazioni del genere, ma Governucci precisa che non è solo questione di strutture: “E’ vero che c’è carenza di strutture adeguate in Eccellenza, ma non è solo quello il problema. Tecnicamente la categoria non è più quella di 4 o 5 anni fa e infatti anche quest’anno tolte 2 o 3 squadre è un campionato livellato verso il basso, spezzato in un paio di tronconi e probabilmente non si vedranno nemmeno i play-off, anche se spero che almeno una delle semifinali si giochi”. Non c’è solo un aspetto tecnico inferiore rispetto al passato per Governucci che risponde in maniera secca: “Non ci sono tante persone di spessore umano, veri uomini né tra gli addetti ai lavori né tra i calciatori. Manca un progetto che sia davvero serio e a lungo termine e infatti quando ho accettato l’incarico a Procida, dopo Matera, ci ho pensato molto e sono stato convinto dal presidente Luigi Muro, onorevole della Repubblica, a prendere parte ad un progetto che poteva essere importante. Ma non in Eccellenza c’è troppa disorganizzazione in generale, perché nonostante tutto a Procida la mia esperienza è stata positiva e ho dovuto rinunciare soltanto per difficoltà logistiche e familiari, peccato solo per le 5 sconfitte consecutive, un po’ dovute alla sfortuna un po’ al venir meno di alcuni calciatori che società e piazza avevano voluto. Ma la qualità di giocatori come D’Auria non si discute. Spero che l’Isola di Procida possa salvarsi e poi ripartire più forte di prima, magari con un progetto più grande e sarò contento di dare una mano al presidente Muro, con il quale il rapporto umano va oltre il calcio”.

Ma come vede questa Eccellenza e quali sono i pronostici di Governucci. Presto detto: “Credo che il discorso tra Turris e Sessana non sia concluso. Se la Turris ha il dovere morale di tornare in D per piazza e tifosi da altra categoria, la Sessana è più ‘squadra’ ed ha un mix importante di giovani ed esperti. L’Hercolaneum ha cambiato poco e si sta comportando bene, ma credo che abbia raccolto di meno di quanto meritasse. Il San Marco Trotti ha un buon organico e con più regolarità avrebbe aspirato ad altro, ma un plauso lo faccio alla Virtus Volla che ha conquistato ancora una volta la Coppa Italia in Campania. In basso voglio menzionare l’Hermes Casagiove, perché la famiglia Corsale, nonostante la grana dello stadio, sta portando avanti investendo tanto, un progetto di tutto rispetto e spero che si salvino come il Procida. Campania, Sibilla e Quarto sono in crescita, per il resto nelle zone basse è comunque ancora tutto aperto”, spiega.

Governucci lo scorso anno è stato alla corte del Foggia ad inizio stagione per poi passare al San Severo, portando la squadra alla salvezza: “Con il San Severo abbiamo fatto un ottimo girone di ritorno e ho portato dei giocatori che sono stati in grado di sollevare un ambiente in crisi di risultati. In casa siamo stati quasi perfetti e peccato per la gara contro il Monopoli persa 4-0. Al 71’ eravamo sullo 0-0”. A Matera invece, “è finita perché con Columella avevamo dapprima pensato ad allargare lo staff delle giovanili anche ad operatori che avrei portato io, ma poi si è pensato di valorizzare ciò che c’era a livello locale e per non fare un torto a chi avevo allertato abbiamo deciso di rescindere l’accordo, ma resto in buoni rapporti col Matera. Grande piazza”. Governucci è libero, dunque, e attende un progetto serio dal quale ripartire come direttore sportivo e infatti conclude: “Credo che difficilmente tornerò in Eccellenza se non per vincere, ma le aspirazioni sono di lottare per il vertice in D o una buona piazza di Lega Pro, ma intanto continuo a fare quello che ho sempre fatto parallelamente e cioè il consulente di mercato e per questo sto visionando vari giovani tra Lega Pro e Serie D”.


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