Mazziotti a cuore aperto: “Emozioni indimenticabili col Gladiator”



Marco Mazziotti in tenuta Gladiator
Marco Mazziotti in tenuta Gladiator

Marco Mazziotti ed il Gladiator. Un legame indissolubile che si è cementificato nel corso del tempo. Prima da calciatore, poi da allenatore, Mazziotti ha instaurato un rapporto bellissimo con il club della città del Foro, divenendo un sammaritano acquisito. Nel 2001-2002 è tra gli artefici della vittoria del girone G di Serie D, con 28 presenze su 34 partite totali che ne hanno fatto uno dei leader carismatici sia in campo che fuori. L’attuale allenatore del Quarto si trasferisce alla Casertana, ma a Santa Maria Capua Vetere nessuno dimenticò il suo modo di fare, pacato ed irruento, a seconda dell’evento in cui si trova. In particolare l’ex patron Alfonso Salzillo si tiene in contatto con lui e nel 2009-2010, con i neroazzurri tornati in pianta stabile in Eccellenza dopo il fallimento, gli affida la guida tecnica. Una cavalcata esaltante di una baby-gang composta da tutti ragazzi classe ’90 e ’91, fatta eccezione per Carlo Gioielli, Luigi Martucci e Marco Caiazza. Chi dimenticherà mai la rimonta sull’Atletico Nola di Guardabascio e Carotenuto? Mazziotti ha stampate in mente le pagine di quella stagione che ha sancito il suo esordio da tecnico. La stagione seguente non si riesce a confermare quanto di buono fatto l’anno prima e Mazziotti viene esonerato dopo la sconfitta a Benevento contro il Giorgio Ferrini (al suo posto subentra Di Somma che conduce il Gladiator alla salvezza).

L’INTERVISTA A MAZZIOTTI. Ora, tre anni e mezzo dopo, Mazziotti ed il Gladiator si ritrovano nella prima giornata di campionato. Oggi pomeriggio alle 16 al “Mario Piccirillo” si gioca Gladiator-Quarto e Marco Mazziotti non può che essere emozionato di affrontare quella stessa squadra che gli ha regalato grandi soddisfazioni, tante gioie e dolori che il trainer flegreo ha voluto riportare in mente in questa intervista esclusiva per SportCasertano.it.



Oggi inizia il campionato di Eccellenza. Sarà emozionato nell’affrontare il Gladiator, la società che per prima le ha dato la possibilità di allenare?

Non dimenticherò mai le emozioni di vincere con il Gladiator il campionato di Serie D nella stagione 2001/2002 e di iniziare la carriera d’allenatore all’ombra dell’Anfiteatro. Vivrò intensamente la partita per una ragione prettamente sentimentale. Dispiace incontrare subito il club neroazzurro. E’ un esordio in un campo difficile. Tante le emozioni che, al di là della partita di oggi, ho vissuto in una piazza blasonata. Mi piacerà ricordare le tante persone che mi sono state vicine, che spero di salutare.

La baby-gang del 2009-2010
La baby-gang del 2009-2010

Tutti a Santa Maria Capua Vetere ricordano la grande stagione del 2009-2010, con la baby-gang che arrivò settima in campionato. Cosa portò il Gladiator a fare così bene, nonostante la squadra fosse composta da quasi tutti under rampanti?

Ci fu una combinazione di ragazzi giovanissimi. Con tutti gli sfavori del pronostico, si creò una sinergia particolare, grazie ad una tifoseria che ci è sempre stata vicina. Di quel campionato ho stampato in mente il record dei 18 risultati utili consecutivi: un record raggiunto con una formazione composta da nove under su undici giocatori. I soli Martucci, Gioielli e Caiazza erano gli “esperti” per così dire, di quella squadra. Grazie a quell’anno bellissimo, mi si è aperto uno spazio come allenatore e di questo devo ringraziare il vecchio presidente Alfonso Salzillo. Lui mi ha dato l’opportunità di iniziare una nuova vita nel mondo del calcio. Santa Maria Capua Vetere è stato l’inizio di una nuova era che porto con me con grande orgoglio.

L’anno dopo,2010-2011, la stagione fu molto più complessa. Si è mai chiesta perché non andò per il verso giusto?

Ci ho pensato migliaia e migliaia di volta. La spiegazione che mi sono dato è che quella stagione ci opprimevano difficoltà economiche enormi. Ci sono stati asti con Alfonso (Salzillo ndr), una rottura del rapporto che poi è stato ricucito. Alfonso è un amico e sarò sempre riconoscente nei suoi confronti. Era da solo a portare avanti un progetto in una piazza ambiziosa. Si crearono malumori, poi fu ridotto il budget riguardante l’organico. Tutta una serie di motivi che portarono al divorzio calcistico, poi il legame con Alfonso si è ricucito. Caratterialmente non sono uno che si piega a compromessi, e quindi in quei momenti non fu facile tenere buoni rapporti in un ambiente reso difficile dai risultati sul campo. Poi, passato il momento di burrasca, mi sono incontrato con Alfonso ed abbiamo chiarito.

Marco Mazziotti in un momento di sconforto durante Gladiator-Real Volturno 1-3
Marco Mazziotti in un momento di sconforto durante Gladiator-Real Volturno 1-3

Passando alla gara, oggi che partita si aspetta?

Partita tra due compagini che hanno cambiato tutto. Entrambe hanno rinnovato completamente la rosa. Mettendo da parte per novanta minuti il passato, da parte mia non ho problemi nell’affermare che scendo in campo con l’obiettivo di ottenere sempre il risultato pieno. E’ la mia mentalità e non cambierà mai. Mi trovo di fronte una rosa costituita da nomi importanti, rinnovata dall’ingresso nello staff dirigenziale di Antonio Carannante e Giuseppe Bruscolott. Negli ultimi giorni è arrivato anche Nunzio Majella a migliorare il reparto offensivo. L’allenatore Galdo è molto preparato, per cui sarà una gara difficile. Spero di tornare a casa con i tre punti ma, se non dovesse accadere, accetterò qualsiasi verdetto del campo. Di certo non faremo barricate.

Obiettivi del Quarto in questa stagione?

Essendo la squadra molto giovane, costruita con un budget risicato, il primo obiettivo è la salvezza. Per mentalità punto ad altro, ma ora è necessario essere obiettivi. Comunque spero di togliermi soddisfazioni in questa nuova esperienza.

Marco Mazziotti, alle spalle Luigi Martucci
Marco Mazziotti, alle spalle Luigi Martucci

I ricordi più belli che si porta dentro delle varie annate col Gladiator.

Del trionfo del 2001-2002 non posso dimenticare la miriade di tifosi che ci seguiva dentro e fuori. Oggi ci sta che qualcuno usi qualche appellativo poco carino poiché sono l’allenatore della squadra avversaria, però non ci darà peso per quanto S. Maria C. V. mi ha voluto bene. Una folla impazzita di sostenitori ci ha seguito in ogni dove. Si era creata sintesi importante con la società e tutto andava per il verso giusto. Poi, quando sono tornato in veste di tecnico, mi sono reso conto che è una piazza matura, in quanto non ha avuto problemi ad accettare un discorso ridimensionato. Grazie al loro supporto, siamo riusciti ad andare avanti. La tifoseria ci ha dato quel pizzico in più di sfrontatezza: dal magazziniere all’ultima riserva, tutti al Piccirillo sentivano il calore dei tifosi. Ricordi di una piazza che meriterebbe qualcosa in più; un pubblico che riesce a capire il momento che viene vissuto, che sia vittoria, sconfitta, crisi ed esaltazione. La tifoseria è la cosa che più mi risalta agli occhi dei tre anni vissuti nella città del Foro.

Mette in conto di tornare a condurre il Gladiator un giorno?

Lo spero.


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