Barbagallo spiega il ‘no’ all’Eurochallenge



Il presidente Barbagallo
Il presidente Barbagallo

Si è rimessa in moto la macchina della Juve nella giornata di ieri (sempre che si fosse mai fermata) dopo un weekend in cui i temi dominanti sono stati tanti, forti e ricchi di interesse e lo ha fatto con una risposta negativa. Un weekend in cui in pieno stile estivo, anche se il temporale che ha toccato, anzi che si è abbattuto nella giornata di ieri sulla città della Reggia e non solo farebbe pensare diversamente, la dirigenza della Juve ha provato a lanciare in pieno mare una nuova esca attaccata all’amo: l’Europa. Un’esca che in tutta onestà la franchigia di Pezza delle Noci non aveva pensato da sola di mettere utilizzare sul territorio, ma su richiesta ufficiale da parte degli organi competenti a partecipare alla prossima edizione dell’Eurochallenge. Un amo, quello della passione cestistica e per la maglia bianconera, al quale si sperava di vedere ulteriori anime appassionate, ulteriori ‘pazzi’ ed ‘affamati’ di pallacanestro pronto ad affiancarsi ai già due che in un solo anno hanno rimesso in moto una macchina societaria che rischiava di fermarsi per sempre, ed invece. Ed invece l’amo è stato ritirato, cosi come la possibilità di presentarsi in Europa. Il termine ultimo per dare una risposta era la giornata di ieri e alla fine la Juve ha detto no. Un no che ha un sapore agrodolce e di cui tutte le sfumature ce ne ha parlato lo stesso presidente bianconero Carlo Barbagallo: «Abbiamo deciso di non partecipare alla Coppa mettendo prima di tutto il lato cestistico. In questi ultimi giorni ci siamo confrontati, ci siamo seduti ad un tavolo e abbiamo fatto un paio di conti e questa volta, come dicevo, non dal punto di vista di esborsi, ma di risultati. Ne abbiamo convenuto – ha continuato lo stesso numero uno casertano – che negli ultimi anni le squadre che hanno partecipato a questa competizione hanno sempre avuto dei problemi in campionato dal punto di vista del rendimento in campo. Basti vedere nell’ultima edizione quello che è successo a Reggio Emilia che in Italia ha vinto solo due partite in trasferta. Tutto questo contando anche gli anticipi al sabato, il giocare di martedì e quindi forse il rischio di compromettere il nostro cammino e progetto in Italia».

Senza contare poi il lato economico…



«Appunto senza contare un lato che forse in questo momento nell’affrontarlo da soli e senza nessun aiuto, poteva essere definito come il classico passo più lungo della gamba. Abbiamo fatto i salti mortali e tanti sacrifici economici per rimettere in pari la società e certamente non vogliamo fare un passo indietro».

L’Europa per esportare il basket e la città di Caserta come pretesto per attirare consensi. Ma ancora una volta la risposta è stata un due di picche. Fa male?

«Direi che fa abbastanza male. E una risposta purtroppo ancora non c’è. Certo la crisi può essere un dato rilevante, ma a volte sembra che questo territorio abbia problemi a palesarsi o a farlo solo in presenza di un qualcosa di super vincente».

Tutto questo ha per caso scoraggiato lei e Iavazzi?

«Per il momento andiamo avanti per la nostra strada e seguendo il nostro progetto, ma certamente è un qualcosa che lascia pensare specialmente per la prossima di stagione dove le cose inevitabilmente dovranno cambiare».

A che punto è il rinnovo con Pasta Reggia?

«Siamo quasi in dirittura di arrivo, stiamo definendo le ultime cose, ma è tutto a posto».

E per quanto riguarda la possibilità di ulteriori sponsor e di ulteriori formule di cui ci aveva parlato tempo fa? Anche qui ci sono stati dei passi indietro o le trattative proseguono?

«Fortunatamente in questo caso continuano, non ci sono stati ripensamenti. Anche in questo caso stiamo parlando in maniera abbastanza avanzata».


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