Il mondo Juve accoglie Esposito con tutti gli onori



Enzo Esposito (Foto Buco Juvecaserta.it)
Enzo Esposito (Foto Buco Juvecaserta.it)

E’ stata una frase precisa, una dichiarazione precisa da parte di Enzino Esposito, nel finale della sua prima parte di conferenza stampa ad infuocare gli animi, a rendere speciale un giorno che già di per se è stato e resterà un momento ‘cult’ della storia recente del club di Pezza delle Noci. Si è partito con il video, il classico susseguirsi di azioni, di canestri, di momenti storici legati al momento più elevato e storico di questa società, che accompagnato alle note dell’altrettanto classica colonna sonora coming home, ha fatto tremare cuore, mani e scendere anche qualche lacrima ai presenti. Ma il tutto non poteva certo finire in quel modo ed allora dopo le prime parole emozionate di rito diventate un fiume in piena una volta superato lo scoglio dell’esordio, ecco arrivare quelle di cui si parlava al punto di partenza: «Devo ringraziare questa proprietà per avermi dato in maniera effettiva la possibilità di tornare a casa dopo più di venti anni. Un periodo lungo in cui non ho mai ricevuto una chiamata in tal senso. Questa è la prima volta e mi è doveroso ringraziare chi l’ha voluto». Parole che hanno avuto come conseguenza naturale quella di un applauso lungo e sentito non solo nei confronti di chi aveva pronunciato tale frase, ma anche nei confronti di chi diviso tra scrivania e sedia dei media quasi come un semplice spettatore, erano riusciti ad esaudire il sogno di Esposito nel tornare a casa. Ed è stato proprio in quel momento che da quella sedia posta di fronte alla scrivania dove c’erano Barbagallo, Atripaldi, Molin ed Enzo Esposito, si è sentita la voce del proprietario, di Lello Iavazzi che toccato nell’orgoglio e nell’animo di tifoso prima e ‘owner’ poi,ha cosi replicato: «Mi sento di chiedere scusa ad Enzo per quello che è successo negli ultimi venti anni e se i nostri predecessori non hanno avuto modo di trattarlo come si deve e magari con la giusta riconoscenza. Ma in altrettanto modo mi sento di dire che oggi le cose sono cambiate, noi l’abbiamo fortemente voluto e speriamo che le cose possano cambiare e crescere insieme». Prima di Iavazzi, però, era stato il presidente Barbagallo ad aprire le danze, era stato l’attuale numero uno a lanciare la volata di emozioni che si sono susseguite nella sala clinic del Palamaggiò: «E’ un grande piacere per noi ed è stato il sogno realizzato da Iavazzi che ringraziamo. Ci avevamo provato lo scorso anno, ma anche se un po’ in ritardo siamo contenti lo stesso. Questo ritorno è il giusto riconoscimento a quello che è stato – ha commentato il presidente Carlo Barbagallo – quest’uomo per la Juve e per questa città». Poi è stato il momento di Molin: «Guardando queste immagini e sentendo la voce emozionata di Enzo, fa capire quanto sia importante il suo ritorno. L’idea è partita da lontano e che credo possa essere d’aiuto non solo per la società, ma anche per me. Avere al mio fianco un ex giocatore che ha vissuto il basket ad alti livello è un eccellente strumento per far capire agli altri che cos’è la vita in club. Ho avuto modo di parlare con Enzo in inverno e siamo tutti contenti che siamo arrivati a questo accordo. Noi vogliamo che lui sia un membro importante dello staff tecnico della prima squadra e ci arricchirà tantissimo e ci aiuterà a migliorare la qualità del nostro lavoro. Ma visto quello che rappresenta Enzo per Caserta lo utilizzeremo per dare la spinta necessaria per far crescere il nostro settore giovanile. Io vorrei essere qui per tanto tempo, ma se Esposito sarà destinato ad essere il mio successore, sono contento cosi». Dulcis in fundo le parole di uno dei protagonisti di questo grande ritorno: «Nella vita di un dirigente contano le vittorie ed i risultati, ma per me aver fatto questa cosa ed aver contribuito a riportare a casa Enzino – ha commentato il giemme della Juve Marco Atripaldi -. Speriamo che da questa situazione nascano delle cose buone per tutti. Che senso ha questa operazione parlando da manager? Una grande iniezione di passione. Al di là del suo lavoro in palestra quello che mi ha colpito è stato la sua spontaneità nel lavorare con i ragazzi e questo arricchisce un progetto che ha la serie A al vertice, ma anche un settore un giovanile che ha bisogno di ritrovare una spinta ed un esempio positivo: un casertano che ce l’ha fatto».

 




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