Abbate-Di Giacinto, ritorno al passato: “Antonella resta il mio mito”



Simona Abbate in azione
Simona Abbate in azione

Si incontreranno da avversarie dopo tredici anni, dopo aver regalato l’ultimo scudetto juniores al Volturno. Domenica Simona Abbate e Antonella Di Giacinto faranno un tuffo nel passato: quella ragazzina così promettente è cresciuta, ha vinto tanto e ha ancora voglia di mettersi in gioco. E’ l’orgoglio di Antonella, della sua ‘maestra’ o sorella maggiore come ama definirla il difensore gialloverde. Sarà emozionante rivederle in quelle piscina dove tutto è iniziato. Tra Simona e Antonella c’è un rapporto speciale che va ben oltre l’aspetto sportivo: “L’ho conosciuta quando ero piccolissima – ricorda emozionata Abbate – e lei giocava in nazionale. Inutile dire che era il mio idolo e lo è ancora. Chi ci vedeva notava una certa somiglianza e nel corso degli anni dicevano che ero la sua erede. Da Antonella ho cercato di apprendere il massimo perché è stata il modello da seguire. La sua presenza ha accompagnato una fase importante della mia vita. Mi incitava ogni giorno, mi incitava a raggiungere gli obiettivi. E’ stata fondamentale proprio nel periodo di formazione: non avevo costruito la mia corazza da atleta e lei era accanto a me a sostenermi. Qualche sconfitta o prestazione non esaltante può abbattere un’adolescente e invece lei mi ha aiutato a riprendermi immediatamente tirando fuori il meglio. Quando sei giovane hai bisogno di una guida e lei è stata la mia. Sono orgogliosa di essere stata allenata da lei, è stato un punto di riferimento, una sorella maggiore e un’amica. Non tutte possono avere il privilegio di essere allenate da una pluricampionessa e io mi sento fortunata”. I ricordi sono tanti: il debutto in serie A, lo scudetto juniores, ma soprattutto il rapporto che si era creato con la squadra: “Anche quando perdevamo ci rincuorava e pensava subito alla prossima. Provava a farci capire gli errori commessi con un sorriso trasmettendoci sicurezza e serenità. Quel tricolore giovanile del 2001, purtroppo l’ultimo del Volturno, fu conquistato grazie alla forza del gruppo, ai suoi consigli. Vincevamo e ci divertivamo, ci riusciva praticamente tutto. Si era instaurato talmente un rapporto speciale che dopo una vittoria in Sicilia a fine partita ci disse di essere in dolce attesa con una frase che colpì molto: “Oggi in acqua non eravate sette ma otto” indicando quella pancia che iniziava  a prendere forma. Domenica ci incontreremo da avversarie e sarà speciale. Le sue parole nei giorni scorsi mi hanno inorgoglito, dimostrerò di meritarmi la sua stima”.




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