Gladiator, stavolta senza effetto la pozione magica di Di Somma



Nunzio Di Somma
Nunzio Di Somma

Ancora non mi sono ripreso da questa batosta. Da tifoso del Gladiator è una ferita che non si rimarginerà a breve”. Ancora una volta semmai ce ne fosse bisogno, Nunzio Di Somma dimostra di aver il sangue inondato dei colori nero-azzurri. Sostenitore “acquisito” del club sammaritano per il legame inossidabile che si è creato con l’ambiente calcistico della città del Foro, il trainer di Castellammare di Stabia non si capacita di come si sia buttata al vento ogni ambizione di salvezza attraverso una gara, quella contro il Bisceglie, che etichettare come “paradossale” è un eufemismo. Paradosso o per meglio dire contraddizione. Al cospetto di un team che era già salva da un pezzo e che è sceso in campo per onorare l’impegno, gli Audaci sono venuti meno, hanno subito un calo di concentrazione che di fatto ha certificato la retrocessione in Eccellenza.

Il rammarico. Nonostante siano passati dieci giorni da quella inattesa disfatta, il tecnico stabiese rimugina giorno e notte su quell’incontro e si pente di tutte quelle decisioni, quei provvedimenti, quelle previsioni che avrebbero potuto concedere un esito diverso. Ma oramai non si può tornare indietro e, come affermò qualche anno fa l’ex presidente Lazzaro Luce, la discesa nei meandri dell’inferno regionale deve essere metabolizzata obbligatoriamente. Il black-out dell’ultimo match, però, non può e non deve cancellare quanto di buono compiuto dalla baby-gang sammaritana nel campionato appena trascorso. Se il Gladiator avesse ottenuto la salvezza, con un solo termine si sarebbe potuto identificare tale traguardo: miracolo. E coloro che fino alla fine sono rimasti a dare una boccata d’ossigeno al club sammaritano lo avrebbero meritato tutto: staff tecnico, rosa, collaboratori e tifosi.



L’autogestione. Ma si sa, nel calcio le storie a lieto fine non godono spesso del supporto della buona sorte e ricevono anzi delle battute d’arresto imprevedibili. Però va sottolineato il percorso ad ostacoli, superato in scioltezza da squadra e “aficionados”, prima dell’insospettabile stop per crampi sul rettilineo finale.  Una squadra, composta di pochi esperti e tantissimi under, che ha lottato fino all’ultimo, con un staff societario inesistente e grazie ad un regime di autogestione che ha garantito, con l’affetto dei fedelissimi supporters, la sopravvivenza di un club che, in altri ambienti, avrebbe già conosciuto la radiazione diversi mesi fa. 

DOMANI POMERIGGIO L’INTERVISTA COMPLETA ALL’ALLENATORE NUNZIO DI SOMMA


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