La smentita di Perrella: “Mai ricevuto un euro dal Gladiator”



Ciro Perrella in foto insieme a Luca Martone ai tempi del Sant'Antonio Abate
Ciro Perrella in foto insieme a Luca Martone ai tempi del Sant’Antonio Abate

“Li sordi fannu veniri la vista olli cecati”: il famoso proverbio calabrese chiarisce perfettamente lo stravolgimento emotivo che si respira al “Mario Piccirillo”. Un’alterazione dovuta ai soldi derivanti dalla prima tranche e le promesse del sindaco Di Muro per quanto concerne l’elargizione della seconda tranche nei prossimi giorni. La voglia di allenarsi e la felicità hanno preso il posto della rabbia e dello sconcerto, fattori che hanno accompagnato gli ultimi mesi di lavoro. Un umore completamente opposto che nell’impianto di via Martiri del Dissenso non si vedeva da tempo.

L’ipotesi. L’elargizione della prima tranche della DHI, main sponsor del club, è un argomento che però non è ancora chiuso. L’altro ieri era stato ipotizzato che la cifra di 7.000 euro, completamente volatilizzata, in quello che doveva essere il giorno fatidico del pagamento delle mensilità di dicembre a giocatori e collaboratori, fosse stata data a Ciro Perrella, a titolo di rimborso per le spese eseguite, in merito ai viaggi in autobus ed i pernottamenti nei ritiri di Bisceglie, San Severo, Grottaglie, Matera e Taranto.



La smentita. Rumors provenienti da più fonti cittadine ma che Ciro Perrella ha voluto smentire categoricamente: “Sono molto rammaricato dal fatto che cittadini sammaritani possano pensare che io mi sia intascato quella somma. Non ho mai ricevuto un euro in questa esperienza, né tantomeno so chi possa averli presi. Mi dispiace tantissimo della situazione che si è venuta a creare, anche perché mi sono prodigato per evitare brutte figure al Gladiator. La mia opera assomiglia a quella dei mecenati del ‘700 che regalavano soldi, senza alcun fine lucroso od interesse. Lungi da me l’impossessamento di quella somma. A livello di contabilità, i soldi potrebbero esser stati ricevuti da chi è delegato a mettere la firma sul conto bancario della società, ma io sinceramente non so di chi si tratti”.

Le ambiguità. Infine l’imprenditore tessile mette la parola fine anche su un altro argomento che in settimana ha fatto scalpore nell’ambiente sammaritano: “Certe persone sono arrivate perfino ad addossare la colpa a me ed a mio figlio delle minacce a Di Somma. Un’illazione che non ha nessun vincolo logico, considerando che c’è un ottimo rapporto tra me, Romeo (il figlio ndr) ed il mister. Mi sembra giusto chiarire questa notizia ambigua, che non appartiene al modo di vivere della mia famiglia. Non so perché si è cercato di defraudare una persona come me che ama lo sport del calcio e che ha compiuto un gesto di generosità verso un glorioso club in declino”.


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