Centro, Anastasio vuole i playoff



Claudia Anastasio in azione (Foto Vastano)
Claudia Anastasio in azione (Foto Vastano)

Il Centro Diana ricarica le energie e prende un break in questo weekend in cui la trasferta in quel di Quartu viene posticipata. Infatti, la truppa di coach Vinciguerra volerà alla volta della Sardegna nel prossimo weekend quando ci sarà una pausa per tutti i campionati LNP e LBF e nel quale Casagiove disputerà entrambe le due gare del girone di ritorno, sia contro Quartu che con Sassari, rispettivamente sabato e domenica, provando a fare filotto e continuare a risalire la classifica, che al momento la vede seconda. Una posizione anche frutto della tanto bella quanto insperata vittoria contro Athena Roma in trasferta, che ha proiettato un gruppetto di tre squadre a quota 10 (Sassari, Casagiove e Athena) al secondo posto dietro Bari che è a 12 punti. Dunque un girone di ritorno tutto da vivere. Per fare il punto della situazione abbiamo rivolto qualche domanda a Claudia Anastasio, decisiva nella gara di Roma e che dall’avvento di coach Vinciguerra ha implementato notevolmente la sua impronta sulla squadra, usando la tripla, sua arma principale, per aprire le difese avversarie. Inoltre, essendo una giocatrice che ha vissuto il passato del basket casertano e, dopo tanti anni, essendovi tornata, può ben delineare il quadro della situazione.

Quanto conta la bella vittoria di Roma per il prosieguo della stagione?



«E’ stata fondamentale per tanti motivi: in primis perchè rimedia alla sconfitta in casa contro Sassari, inoltre ci da morale; infatti, l’aver vinto contro una squadra giovane e ben allenata, ci rende maggiormente consapevoli dei nostri mezzi e di quello che possiamo ancora dare, nonchè soprattutto ci consente di rimanere in alto al secondo posto. Aver vinto 3 partite su 4 nel girone d’andata di questa seconda fase, dimostra che possiamo giocarcela con chiunque, quindi possiamo puntare in alto».

Come si migliora nel lavoro quotidiano quando si è una delle giocatrici più esperte e soprattutto di quelle che devono dare l’esempio alle altre?

«Indipendentemente dall’esperienza e dall’età, si migliora solo lavorando tutti i giorni in palestra, con umiltà, mettendosi sempre in gioco e capendo che si può imparare anche dalle più giovani». 

Col cambio di coach la squadra ha avuto un’inversione di tendenza: in cosa puoi ravvisare questo cambiamento?

«Sicuramente con il cambio di coach c’è stata una svolta positiva, e il campo e i risultati ottenuti parlano e dimostrano la crescita tecnica e mentale che la squadra ha avuto in questi pochi mesi. Il mutamento è palese. Sono cambiati gli allenamenti, la preparazione tecnica, e l’approccio mentale. Questo non perché un allenatore sia meglio di un altro ma solo perché ci sono allenatori più adatti ad una certa tipologia di squadra e viceversa».

Obiettivi di squadra ed obiettivi personali di questa stagione.

«In questi ultimi mesi la squadra è cresciuta in modo notevole, e penso possa puntare ai primi due posti e quindi ai playoff, anche perchè questa seconda fase è molto equilibrata, dipende solo da noi. I miei obiettivi personali sono quelli di ogni anno, ossia fare bene e puntare ai playoff, quest’anno in particolar modo visto che è un traguardo che vorrei raggiungere nella mia città. Spero di dare un contributo maggiore di quello dato finora».

Avendo vissuto anche i tempi delle Pantere, a livello di ambiente quali sono le differenza fra ora e allora? 

«Domanda affascinante e anche difficile da rispondere! Le Pantere sono nel mio cuore, sono state la mia prima squadra, una ‘famiglia’,  visto che l’ho condivisa per tantissimo tempo con mio nonno e mia zia. Penso siano state un pezzo di storia casertana e non solo dal punto di vista cestistico, ma sono consapevole che è impossibile un qualsiasi confronto poiché parliamo di più di una quindicina di anni fa. La realtà di allora e quella attuale sono profondamente diverse, perché diverso era il basket, la mentalità, le stesse giocatrici, nonchè il contesto economico. Non dimentichiamoci che la pallacanestro di oggi è sì cambiata, ma sta attraversando anche un periodo di crisi profonda, dove società  storiche sono scomparse o stanno scomparendo, e in generale, quelle che riescono a tirare avanti lo fanno con molti sacrifici e con tanta buona volontà. Per questo motivo non mi sento di fare confronti. Date le tante difficoltà del mondo del basket attuale, bisogna solo apprezzare chi ancora ci crede e ‘regala’ a noi giocatrici la possibilità di fare quello che ci piace».

 


error: Content is protected !!
P