Juve, la doppia gioia di Molin



Coach Molin
Coach Molin

«Dopo quanto abbiamo visto e abbiamo fatto domenica sera, credo che quella contro Reggio Emilia, sia una delle partite più belle che abbiamo portato a casa da quando siamo tutti a a Caserta». Questo l’esordio di un soddisfatto, di un orgoglioso Lele Molin davanti alle telecamere e media della sala stampa post partita. Soddisfazione ed orgoglio per aver portato a casa un risultato importante, di aver portato a casa un risultato pesante, ma soprattutto i primi due punti di quei sei ai quali il timoniere bianconero assegna la doppia valenza di salvezza matematica e di percorso necessario per poter pensare anche alla post season. Non che per arrivare ai prossimi playoffs alla Juve servano solo tre vittorie e quindi sei punti, ma intanto iniziare a mettere questi quanto prima permetterebbe alla compagine di Terra di Lavoro di blindare da una parte il primo obiettivo stagionale e di provare a scassinare quella porta delle prime otto d’Italia alla quale Caserta si era già avvicinata, senza riuscirvi, durante il periodo di qualificazioni alle Final Eigth. Il tutto senza un giocatore importante all’interno delle rotazioni bianconere: Andrea Michelori. La febbre che ha messo letteralmente ko il gladiatore milanese, ha privato coach Molin di quel naturale cambio sotto le plance che serve per diversificare il lavoro che prima faceva Moore e che ora fa Easley. Un’assenza che ha costretto il coach mestrino a mischiare le carte e puntare su di una coppia al quanto inedita formata da due ali grandi, da due giocatori che rispetto sia ad Easley che a Michelori potrebbero anche essere considerati esterni. Una scelta azzardata per alcuni, ma non per coach Molin. La Juve, Brooks e Scott hanno risposto presenti, Roberts ha dimostrato per la prima volta nell’ultimo mese e mezzo di essere un giocatore che può togliere le castagne dal fuoco casertano e decidere una partita, il tutto alla vigilia di una settimana che dovrebbe portare Chris Duhon e la sua carriera Nba all’ombra della Reggia. «Ci sono due cose che ripensando alla partita mi fanno piacere e sono una che la squadra nonostante tutto quello che era e stava succedendo in campo, non ha mai mollato. Siamo sempre rimasti in partita e tutti hanno dato il proprio contributo – ha ulteriormente commentato coach Molin -. Le qualità di Reggio nonostante le assenze non si discutono e per questo penso che la durezza della sfida renda questa vittoria ancora più bella».

Cosa ha pensato dopo i primi venti minuti?



«Che essere sotto solo di cinque punti era un miracolo. Abbiamo sbagliato tanto avventurandoci in soluzioni personali, ma almeno abbiamo mantenuto un certo standard in difesa e questo ci ha permesso di andare all’intervallo senza un grande distacco».

Poi nel secondo tempo cosa è successo? Cosa è cambiato?

«Siamo riusciti a costruire bene i nostri tiri anche in attacco. Invece di pensare alle conclusioni personali abbiamo pensato a costruire per i compagni, ma non possiamo certo non sottolineare che è toccato a Chris Roberts determinare il risultato finale della partita».

Cosa ci può dire sulla decisione di andare col quintetto piccolo?

«In quel momento ci serviva di aprire il campo e creare spazio per le nostre soluzioni e controllare meglio il pallone. Solo una lettura della partita, anche perché Easley aveva fatto bene nella prima parte».

Ed ora all’orizzonte c’è quest’aura chiamata Chris Duhon…

«Al momento non posso dire altro che sono felice che la proprietà non stia lasciando niente al caso sul mercato. Sul giocatore prima di dare qualche giudizio, vorrei vederlo a lavoro, ma la sua carriera parla chiaro. Ma per tutto il resto aspetto che atterri. Se non vedo non credo; e poi mi complimenterò con chi ha fatto il tutto». 


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