Molin e Barbagallo commentano il momento della Juve



Carlo Barbagallo
Carlo Barbagallo

Di sicuro l’unica cosa che non ha evitato di destare la sconfitta di Cremona, è stato il clamore. Clamore da parte dei tifosi che sono rimasti delusi dalla prestazione dei bianconeri, clamore arrivato dallo stesso presidente Iavazzi pochi minuti dopo la sirena finale del PalaRadi («Ho sempre difeso questa squadra contro tutto e tutti, ma ora non me la sento. Abbiamo giocato una pessima partita, buttando alle ortiche la riscossa di una città in ottica Final Eight. Sono molto arrabbiato» le dichiarazioni del numero uno bianconero alla fine del match), al quale non poteva mancare quello del suo braccio destro Carlo Barbagallo, che però ha avuto ad oggetto la squadra in maniera implicita, puntando sulle tante critiche arrivate su quella che è ormai un’unica famiglia, nel bene o nel male, la Juvecaserta. Il tutto riunito sotto un’unica bandiera, i social network, anzi ‘il’ social network per eccellenza: facebook. Tante le accuse giunte tramite post a questo o a quell’altro giocatore, all’allenatore o alla dirigenza. Tramite post dell’account ufficiale della squadra, poi, sono arrivate anche le parole taglienti del presidente Lello Iavazzi, mentre con un post personalissimo, Barbagallo ha voluto sottolineare alcuni elementi fondamentali. In testa alla classifica resta quello basilare, il nocciolo della questione, il nucleo che muove il tutto: prestazioni, vittorie, sconfitte e ‘diritto’ dei tifosi di elogiare o criticare la squadra, i soldi. Il vicepresidente della compagine di Pezza delle Noci non le ha mandate a dire e ha sottolineato che se tutto questo è possibile è grazie al fatto che due sole persone hanno messo mano al ‘portafogli’ e hanno garantito la presenza di questa squadra attraverso un’azione-operazione che questa estate ha salvato baracca e baracchelle. Un elemento intorno al quale si è ribadito che si preferirebbe più partecipazione da parte dell’imprenditoria locale e quindi qualche risorsa in più per poter respirare profondamente e a pieni polmoni. Poi è stato il momento del mercato e quindi una mini risposta a chi ha sottolineato la necessità di muovere qualche pedina e farlo nella maniera più veloce possibile. La risposta è stata quella più ovvia: scegliere con criterio. Portare a Caserta un giocatore per accontentare tutto e tutti è la strada più sbagliata che si possa intraprendere ed ovviamente racchiusa nella parte del post in cui si ricorda che “cambiare tanto per farlo, non serve a nulla, se lo si fa è per migliorare”. Ed infine l’invito. L’invito a chi è rimasto amareggiato da quello che ha ammirato al PalaRadi o in tv da parte dei propri beniamini; l’invito ad essere ancora più presenti insieme a chi già lo fa, ancora più numerosi alle partite casalinghe o a chi di dovere di pensare magari all’idea di dare una mano prima ancora di criticare. Insomma un simil polverone che si è alzato tutto in una notte, anzi in una sera. Un simil polverone che sicuramente il vento della nuova settimana proverà a portare via, cosi come la sconfitta a Cremona ha soffiato lontano la possibilità di essere presente alla prossima manifestazione delle Final Eight. Un sogno che era assolutamente a portata di mano, un sogno che passava da due vittorie quelle ovviamente contro la Vanoli per poi giocarsi il tutto per tutto tra le mura del Palamaggiò contro Pistoia. Ed invece il bis di sconfitte dei casertani spegne questa fiammella, spegne questa speranza che aveva fatto sognare tanti aficionados di Terra di Lavoro. Una fiammella che per Molin non era mai diventata dirompente, considerando che anche nella sua conferenza stampa del venerdì, il timoniere mestrino fu molto chiaro e conciso: «Prima il campionato, prima i due punti per la classifica e poi tutto il resto». Da Cremona, invece, la sua Juve è tornata senza due punti e senza la possibilità di continuare a crederci fortemente, anche se l’ex Cantù è sempre pronto a vedere il bicchiere mezzo pieno, cosi come ha commentato in sala stampa a caldo dopo la sconfitta.

Ha qualche rammarico guardando la classifica e pensando alle Final Eight?



«La posizione di classifica attuale l’avrei sottoscritta ad inizio stagione; la qualificazione alla Final Eight avrebbe costituito un premio che stasera purtroppo non abbiamo meritato».

Cosa è successo in campo contro la Vanoli?

«Semplicemente che Cremona ha meritato la vittoria perché ha messo in campo molta più intensità e volontà di quanta, invece, ne abbiamo messa noi. Abbiamo letteralmente sbagliato e giocato male il primo tempo e questo ci ha portato a rincorrere la Vanoli e a non portare a casa la vittoria. Dal punto di vista tattico, poi, non siamo riusciti a fare niente di quello che avevamo preparato e prima cosa fra tutte, quella di limitare Rich che ha fatto la differenza nei momenti importanti. Non siamo riusciti a sfruttare la supremazia che abbiamo creato a rimbalzo nel secondo quarto, che invece avrebbe dovuto portarci avanti nel punteggio all’intervallo lungo».

Quanto ha pesato l’assenza di Moore?

«Ha avuto la sua incidenza, ma troppi giocatori si sono espressi sotto il loro standard per poter pensare di tornare a casa con la vittoria tra le mani». 


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