Tommasini, il nuovo che avanza alla Juve



Tommasini in azione (Foto GIuseppe Melone)
Tommasini in azione (Foto GIuseppe Melone)

«Ci tenevo particolarmente a questa partita e quindi sono contento di avere avuto la possibilità di poter scendere in campo per più minuti, con continuità e di aver fatto bene cosi come il coach mi aveva chiesto di fare ogni volta che mi sono alzato dalla panchina». E’ stato uno dei migliori in campo, è stata una delle pedine mosse nella maniera giusta da coach Molin per provare ad ingabbiare le ‘Vu Nere’ in campo. Faccia tosta e responsabilità, questo ha mostrato di poter mettere in campo Claudio Tommasini, che nella sfida con il passato cestistico, ha mostrato la voglia e la possibilità di stare in campo senza sbavature e con le idee chiare su quelle che sono le cose da fare. Ma oltre alla gestione il playmaker bolognese lo scorso anno a Torino, ha dimostrato di poter anche essere utile alla fase offensiva con quelli che in genere sono chiamati punti fuori dagli schemi. Penetrazioni, acrobazie e quell’attaccare l’avversario che ha mosso in alcune situazioni la difesa e gli avversari. Poi qualche tiro è andato dentro ed altri no, ma la sua giovane età non gli ha permesso di non prendere e passare tiri che nel finale altri per pressione avversaria o per troppo zelo nel ricercare l’uomo libero, hanno passato. Se poi a tutto questo ci si aggiunge la possibilità di utilizzare la sua mobilità e centimetri sulle guardie avversarie con buona efficacia come capitato contro Hardy e Ware, allora la ricetta di una giornata da incorniciare è presto fatta.

Nella parte finale del match, tra l’altro, hai dovuto prendere dei tiri tra il fil di sirena ed altri che forse erano stati passati dai compagni. Un segno di maturità e responsabilità…



«Si ci sono state delle occasioni in cui ho dovuto prendere dei tiri o perché stava finendo il tempo o perchè erano arrivati a me. Non mi pesa assolutamente prendere quel tipo di tiri, siamo tutti qui per questo, anche perché se in campo lo svolgersi dell’azione e la squadra costruisce quel tipo di tiro, dobbiamo essere pronti a prendere quel tipo di tiro senza nessuna remora, sperando che poi il risultato sia quello di sentire il solo rumore della retina».

Passando alla parte finale della partita, il recupero di Bologna complice anche qualche errore di troppo da parte vostro, è figlio di stanchezza o magari anche di quella pressione inconscia di arrivare magari ad un finale punto a punto e veder sfuggire via il risultato come nelle altre settimane in casa?

«Posso dire che siamo stati tranquilli per tutta la durata della partita. Minuto dopo minuto, azione dopo azione, abbiamo sempre pensato a quello che dovevamo fare in campo e come farlo senza sbavature, invece che alla possibilità di arrivare ad un altro finale punto a punto e magari perdere l’ennesima partita».

Per la prima volta in questa stagione, invece, siete riusciti a portare a casa la terza frazione che in passato era sempre il terreno dove la Juve accumulava un passivo poi da recuperare. Quanto ci avete pensato a questa statistica al ritorno dagli spogliatoi?

«Per quanto riguarda il pensarci sopra, come dicevo per il finale di partita, vale lo stesso per il terzo periodo. Indubbiamente nelle partite scorse abbiamo avuto un momento di empasse, un momento buio proprio quando tornavamo in campo dagli spogliatoi. Domenica non ci abbiamo pensato più di tanto anche se sapevamo di questo particolare. Quello che abbiamo cercato di fare è di scendere in campo e mettere sul parquet la stessa energia che avevamo messo nei primi due quarti. E’ indubbio che poi il risultato finale della terza frazione ci faccia piacere e ci ha dato una grande mano, soprattutto per il fatto di essere passati da un periodo in cui il la terza frazione significava un break negativo dopo aver costruito tanto nel primo tempo, ad una terza frazione in cui non solo abbiamo tenuto, ma abbiamo anche provato a spingere».

Il ruolo di playmaker e quindi il tuo spot, è quello che ormai da settimane è sotto osservazione dal punto di vista del mercato per un eventuale nuovo arrivo. Ti senti minacciato da questa cosa o dalla possibilità di eventuali minuti ridotti in caso di arrivo di un nuovo giocatore?

«Non mi preoccupa anche perché come ho dimostrato contro Bologna, posso anche stare in campo nel ruolo di guardia e quindi ritagliarmi i miei minuti in campo. Poi quando e se arriverà qualcuno, non penso che i minutaggi varieranno di tanto».


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