La carica di Roberts: “Dobbiamo ‘colpire’ per primi”



Roberts in azione (Foto Giuseppe Melone)
Roberts in azione (Foto Giuseppe Melone)

«Non c’è stata nessuna bacchetta magica o nessun cambiamento particolarmente significativo, ma abbiamo fatto ulteriormente aumentato il nostro livello di concentrazione ed abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti all’interno di quel processo di chimica di squadra che nel nostro caso ha necessitato, di qualche passo in più da fare». Questo il primo commento, questa la prima considerazione di Chris Roberts alla fine dell’allenamento di ieri al palazzetto Medaglie d’Oro dove erano presenti anche una cinquantina di tifosi, che vista la vicinanza al centro città sono accorsi numerosi per sostenere ed essere al fianco della truppa bianconera. 

Pensi che la concentrazione e l’applicazione mentale sia stata determinante o uno dei fattori determinanti?



«Anche un qualcosa dal punto di vista mentale, ma soprattutto di ritmo. Dal punto di vista mentale credo che a fare la differenza sia stato il modo in cui siamo scesi in campo ed il modo in cui abbiamo mantenuto lo stesso livello di concentrazione per tutti i quaranta minuti di gioco».

Quindi si può dire che con questa vittoria vi siete tolti un grosso peso dalle spalle e quindi anche mentalmente siete un tantino più liberi…

«Ovviamente perdere cinque partite consecutive è un peso non indifferente da avere sulle spalle e che in determinate situazione può avere la sua importanza, ma dopo ogni sconfitta, siamo sempre riusciti a trovare il modo di stringerci a noi stessi, di provare a lavorare in maniera sempre più dura ed efficace e continuare in un processo di miglioramento in cui crediamo tanto. Quello che per noi era importante dopo ogni sconfitta era tornare in palestra e capire come fare per evitare gli stessi errori e fare sempre meglio. Se hai questa forma mentale e resti concentrato fino in fondo i risultati si vedono cosi come è capitato a Montegranaro. E’ logico che ogni domenica scendiamo in campo per vincere cosi come è stato per le altre settimane e non solo a Montegranaro perché venivamo da cinque sconfitte consecutive». 

Contro la Sutor, poi, è arrivato anche un tuo diverso apporto in campo. Quanto è determinato dai miglioramenti dei fastidi ai piedi e quindi da quel feeling che tu hai con il tuo corpo?

«Sto migliorando giorno dopo giorno e giorno dopo giorno mi sento molto più fiducioso nei miei mezzi atletici e fisici. Nell’ultimo periodo ho anche ritrovato quel mio ritmo nel correre e tirare che mi è mancato durante le ultime settimane. Non è stato semplice recuperare, fare terapie ed allenarsi in maniera dura tutti i giorni, ma per fortuna ora le cose vanno molto meglio e ho recuperato gran parte del mio problema».

Durante il periodo delle cinque sconfitte proprio la tua esplosività e il tuo ruolo all’interno di questa squadra è venuto a mancare per questione fisiche. Questa mancanza l’hai avvertita anche tu, considerato il tuo ruolo all’interno del roster bianconero?

«Ovviamente si parte dalla considerazione che siamo un gruppo, siamo tutti importanti e siamo messi assieme per apportare ognuno il proprio mattone alla causa di coach Molin. Quindi da questo punto di vista mi rendo conto che il mio problema ai piedi ha influito per quello che posso fare in attacco, in difesa in termini di rimbalzi e sono contento di sentirmi meglio e di poter dare il mio miglior contributo possibile». 

Guardando avanti , all’orizzonte c’è già una partita difficile sia per l’avversario e sia per dare una continuità in termini di risultati, che partita ti aspetti?

«Una partita difficile per qualità degli avversari e per situazioni ambientali in un campo che ci hanno descritto molto caldo e molto vicino alla squadra. Detto questo credo che il nostro compito sarà quello di scendere in campo, prima di tutto, con la stessa concentrazione e fame di risultati di domenica scorsa, ma soprattutto di colpire per primi. Non dobbiamo aspettare nessuno ne preoccuparci del valore dei giocatori di cui Cantù dispone. Dobbiamo pensare solo a noi stessi, solo a quello che noi dobbiamo fare per vincere questa partita e non al contrario».

Quale la chiave per vincere la partita?

«La difesa. Il nostro basket nasce tutto dalla nostra metà campo. Se riusciamo a difendere forte come abbiamo sempre dimostrato di poter fare, saremo in grado di andare via in transizione e giocare il basket che più ci piace».


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