Molin è schietto: “Ci serve una vittoria”



Coach Molin
Coach Molin

«Dalla conferenza stampa di domenica dopo la sconfitta contro Brindisi di notti e di consigli ne sono arrivati ed ora siamo di nuovo qui a prepararci per una nuova sfida». Questo il commento di apertura, questo il commento con il quale coach Lele Molin ha dato il via alla propria conferenza stampa di presentazione alla sfida di domenica pomeriggio al Pala Savelli contro la Montegranaro di Recalcati. Un ritorno alla normalità per il timoniere mestrino che dopo l’atteggiamento arrabbiato e a tratti deluso di domenica sera, è tornato ad essere la persona pacata e tranquilla che tutti avevano imparato a conoscere. Calma e tranquillità nell’affrontare le difficoltà, ma soprattutto nell’analizzarle e nel ritrattarle davanti a telecamere e taccuini: «Abbiamo tutti grande voglia e desiderio di fare bene – ha ripreso lo stesso coach della Juve –  di voler chiudere questa striscia negativa che ha reso tutto un po’ difficile in questo periodo». 

Prima di arrivare al momento Juve e alla partita con Montegranaro, ci può svelare se l’idea delle sue dimissioni dopo Brindisi era solo una leggenda metropolitana oppure no?



«Diventa una leggenda metropolitana quando nessuno le ha formalizzate. Quando le cose non funzionano come si deve c’è sempre un responsabile e magari l’idea di dare le dimissione non era da considerare come un’ipotesi di abbandono, ma come quella che magari non hai quel qualcosa per portare avanti il tutto. Ma alla fine non è arrivata ne l’una ne l’altra cosa e tutto è tornato normale, anche perché sono pensieri che ti pervadono la mente nei momenti di difficoltà e a caldo. A mente fredda, invece, posso dire che non mi sembrava la cosa giusta da fare dopo la grande dimostrazione di fiducia e di stima che lo stesso presidente Iavazzi ha avuto nei miei confronti in questo periodo. Quindi dopo domenica sera abbiamo tutti accettato la sconfitta, ho parlato con i giocatori del momento e di come poter provare ad uscire da questo tunnel fatto di cinque stop consecutivi». 

Quale l’umore dei giocatori e come l’hanno presa?

«Per la prima volta la squadra è sembrata essere molto toccata da questo momento difficile. Ci siamo allenati in maniera seria ed efficace, anche se con chiari segni di questo peso sulle spalle. E’ una cosa normale per il tipo di squadra che abbiamo, ma tutti si sono impegnati come al solito consapevoli che l’unico rimedio in questo momento sembra essere quello d tornare a vincere per la classifica, ma soprattutto per noi stessi e quindi per ritrovare quella fiducia che avevamo in noi stessi come singoli e come squadra nelle prime giornate di campionato». 

Nell’ultima conferenza stampa post sconfitta con Brindisi si è parlato di tempo per una crescita e del suo decorso che non sembra essere infinito. Al di là della quantificazione di questo tempo, cosa manca a questa squadra e quindi in cosa si deve crescere?

«Tutti parlano dell’ultimo tiro in quanto tale e come ultima azione, ma il discorso è molto più ampio e deve per forza di cosa andare a ritroso. Quello che ci manca in questo momento è non disunirsi davanti all’errore in attacco lasciando poi nella nostra metà campo ampia libertà di azione agli avversari e quindi mollare le redini di uno dei nostri punti di forza. Dobbiamo invece continuare a costruire con pazienza, con concentrazione ma soprattutto con fiducia nei propri mezzi e quelli dei nostri compagni di squadra vedendo in chi ti sta vicino come la possibilità di un aiuto e non provare a risolvere tutto da soli in determinati momenti. Questo non è egoismo, ma solo quella voglia e fretta di rimettere le cose a posto che deve, invece, fare spazio alla pazienza e al gioco di squadra».

Ora si va a Montegranaro per una partita importante…

«Una gara difficile specialmente quando la Sutor gioca al pala Savelli. Un campo dove oltre la questione ambientali, presenta delle altre problematiche, come per esempio la scelta della squadra di puntare su attaccanti di razza e quindi su esterni come Cinciarini, Collins e Mayo. Una squadra che è l’esatta espressione del suo allenatore in termini di esperienza e basket giocato. Una partita complicata a prescindere del nostro momento delicato, ma alla quale ci dobbiamo presentare con la mente quanto meno concentrata solo sulla partita e lasciando per un momento fuori tutto il resto. Dobbiamo pensare un passo alla volta, non dimenticare la striscia negativa, ma pensare alla partita come la soluzione per eliminare questo problema e ritrovare la fiducia necessaria per rialzare la testa».

Quale la chiave per sbancare il Pala Savelli?

«La difesa. Non possiamo prescindere da questo nostro fondamentale, ma soprattutto come si diceva in precedenza non dobbiamo disunirci nel momento di difficoltà. Il nostro livello di concentrazione e la mentalità di voler uscire da tutto questo, farà il resto».


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