Il danno e la beffa



Jeff Brooks in entrata contro Nicolò Melli (Foto Giuseppe Melone)
Jeff Brooks in entrata contro Nicolò Melli (Foto Giuseppe Melone)

Tutta la verità nient’altro che la verità? Brucia ancora, a distanze di ore, la sconfitta patita dalla Juvecaserta contro Milano. Brucia tanto, sì ed è inutile negarlo: brucia perché Caserta meritava di giocarsela alla pari e non decimata tra giocatori chiave bloccati dai falli (Hannah e Roberts su tutti) ed una sequela impressionante di tecnici che fanno riflettere. Perché, se ormai è chiaro che non si può più toccare la palla dopo un canestro (stiamo assistendo a scene che neanche quando giocavo a palla avvelenata nel mio giardino si vedevano), i due flopping fanno abbastanza ridere. Anzi piangere. Anzitutto perché possiamo anche dire che le decisioni sono rivedibili, ma come si possono chiamare due di fila a distanza di 70”. Giustamente uno può dire: cosa c’entra, se ci stanno, giusto chiamarli. Sacrostanto, ma se il primo è altamente dubbio, sul secondo possiamo anche sorvolare. Limitare la sconfitta alle decisioni arbitrali, però, non sarebbe giusto e bravo Molin a far notare il secondo periodo da 0 assist e percentuali catastrofiche. La Juve non può ne deve piangersi addosso. Ha perso, si accetta il verdetto del legno e si guarda avanti. Ah dimenticavo, flashback di qualche rigo, giustamente, oltre al danno c’è anche la beffa sotto forma di 3mila euro di multa rifilati al club del patron Iavazzi. Bah.

 



QUANTO INCIDE HANNAH. Parecchio ed ormai lo dicono tutti. Per la tipologia di roster costruito e per la conformazione tecnica degli atleti, è Steph Hannah il giocatore chiave nel bene e nel male. Il suo secondo fallo di domenica è stato uno spartiacque del match: Caserta volava, Milano crollava e poi il freno tirato. Mordente e Tommasini non possono garantire quel gioco per troppi minuti, sono altro tipo di play, Steph è questo: uno che o sta giocando davanti a 5mila persone o al campetto con gli amici ha lo stesso sorriso, la stessa ‘radio’ accesa, la stessa voglia di divertirsi. Può piacere o meno, ma è un giocatore chiave se non, addirittura, il più pesante nello scacchiere di Molin. Ma per capire veramente quanto incide Hannah basta vedere la mossa di Banchi: Moss in marcatura. Ovvero il meglio del meglio del meglio in circolazione per la parte difensiva. Ecco, c’ha pensato Banchi a ricordarci quanto è prezioso Steph.

 

TRE ARANCIONI ED UN FISCHIETTO. Il programma ‘Quelli che il basket’ condotto dagli amici Fabio e Sante ha fatto vedere una carrellata di azioni dubbie o fischi sbagliati ed inghiottiti nel match di domenica. Parto da un assunto personale: gli arbitri sbagliano non in malafede ma semplicemente perché sono scarsi. Non tutti, ma quasi. Molti hanno ridotto alla presenza al Palamaggiò del capo degli arbitri italiani Facchini (uno che, in quanto a tecnici, se la gioca solo con Crawford a livello mondiale) questa direzione di gara. Sicuramente il giro di vite dato al regolamento ha ulteriormente esacerbato gli animi di tutti e messo un’ulteriore ‘spada di Damocle’ sui tre in arancione. In arancione… meglio dire nel pallone visto quello che sono riusciti a fare. Io, per educazione allo sport, non ho mai giudicato gli arbitri ne giustificato una sconfitta a causa loro: lo trovo da persone decisamente piccole e poco sportive. Ebbene, domenica, non posso negare che ho messo 4,5 ai tre (forse generoso) ed ho, inevitabilmente, puntato il dito sulla loro direzione. Sono riusciti a sbagliare quasi tutto. Chapeau.

                                                        

LA VITTORIA PIU’ BELLA. Erano anni che non vedevo tanta gente e tanta partecipazione emotiva un’ora prima del match. Solitamente, a 60’ dalla palla a due, posso sentire anche il vociare nella curva Ancilotto, agli antipodi rispetto alla mia postazione stampa. Posso parlare, bere un caffè, fumarmi le solite sigarette e controllare online le bollette che mi gioco. Domenica, invece, sono rimasto rapito dalla cornice di pubblico. Caserta ha risposto sia in presenze (4500 circa) sia in decibel. E’ la prima, vera, grandissima vittoria della gestione Iavazzi e bisogna gonfiare il petto davanti a questo. Merito delle vittorie? Sicuramente. Merito della presenza dell’odiata Milano? Maybe. Voglio pensare, invece, che questo nuovo amore sia merito del gioco proposto da Molin ed i suoi ragazzi: anche un neofita della palla nel cesto non può restare incantato davanti a simili giocate. E’ una vittoria, ora bisogna attendere le altre.

 

 

VERITA’. Alla vigilia del campionato immaginare una Juve con due vittorie ed una più che onorevole sconfitta con Milano avrebbe fatto sorridere, oppure avrebbe obbligato a chiamare la neuro per colui che lo asseriva. Ed ha ragione Molin a gonfiare il petto e farlo notare. Ovviamente resta l’amarezza perché questa partita si poteva vincere. Poco conta, la rabbia è passata e bisogna solo pensare a Reggio Emilia. Nella ‘Bomboniera’ di via Guasco farà caldo, la Reggiana è squadra vera, ma la Juve non ha nulla da temere. Basta inserire il turbo e giocare la propria pallacanestro anche perché Caserta non si può né deve snaturare la sua forma mentis. Una forma mentis accattivante… ma questa è un’altra storia.


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