Mordente: “Una Juve bella, vincente e divertente”



Marco Mordente (Foto Giuseppe Melone)
Marco Mordente (Foto Giuseppe Melone)

«Era un’azione particolare, ci siamo ritrovati a marcarci uno contro l’altro su un cambio e quindi era chiaro che il pallone sarebbe finito a Smith per provare a sfruttare il miss-match. Ho provato a fare quello che potevo e forse si doveva e cioè marcare di anticipo evitando che il pallone gli finisse tra le mani e credo che ad un certo punto lo stesso gli sia schizzato sulla faccia ed in quel momento gli ho detto, bene uno a zero». Soddisfatto e sorridente, cosi si è presentato al primo appuntamento con la stampa a fine partita il capitano della Juve Marco Mordente che è stato chiamato a spiegare e a raccontare, tra le altre cose, anche quella che forse è stata una delle azioni emblema della partita o meglio della foga agonistica della partita insieme ai recuperi e alle schiacciate: la difesa dell’ex Milano su Andre Smith con il quale Mordente era finito in marcatura dopo un cambio difensivo. Una marcatura che poteva essere lasciata al caso sopra di almeno 18 punti, una marcatura che poteva essere per un attimo accennata per poi arrendersi all’idea che Smith quel pallone l’avrebbe preso tra le mani e ne avrebbe fatto l’uso di cui tutti a Caserta conoscono per averne osannato il risultato due stagioni or sono, ed invece. Ed invece nemmeno con un vantaggio abbondantemente in doppia cifra in tasca, il capitano ha voluto mollare la presa anticipando di forza, ingegno e di voglia l’ex lungo bianconero al quale è stato forzato un passaggio che poi gli è sbattuto sulla fronte con la Juve che ha recuperato il pallone. Un’istantanea che ha scaldato ancor di più l’atmosfera del Palamaggiò che da calda era al limite del rovente; un limite che è stato superato al suono della sirena finale quando la vittoria roboante di Caserta è stata resa: sacrosante ed inequivocabile. «Credo che oltre ad essere stato divertentissimo per noi – ha esordito e continuato il capitano bianconero nel commentare il successo nei confronti di una Reyer che è sembrata un pugile in balia dell’avversario sin dal secondo round – per quello che siamo riusciti a fare in campo, quanto abbiamo fatto con Venezia sia stato un qualcosa di estremamente divertente per il pubblico e dove per divertente considero non solo le schiacciate, i passaggi volanti e roba del genere; per divertente considero anche l’energia che abbiamo dimostrato di poter mettere in campo. Un’energia che abbiamo messo dal primo all’ultimo minuto e che nella parte centrale della sfida è stata a dir poco devastante. La dimostrazione che non abbiamo abbassato per un attimo la guardia è arrivata nel finale quando Venezia era riuscita a risicare più di qualche punti sul tabellone ed invece di mollare perché forti del vantaggio e poco più di tre minuti circa, abbiamo risposto alla grande con recuperi difensivi ed attaccando con la stessa ferocia con la quale avevamo fatto fino a quel momento».

Era chiaro che a questa squadra serviva del tempo per provare a trovare la quadratura del cerchio, ma quella ammirata domenica contro Venezia è un qualcosa di totalmente diverso da quella delle prime amichevoli, segnale che a quella quadratura del cerchio ci siete quasi arrivati…



«Credo che la decisione più geniale presa in questo senso durante il pre-campionato sia stata quella di andare a giocare in giro per l’Italia e mi riferisco alle tre partite fatte contro Roma, Siena e Bologna. Per una squadra totalmente nuova il miglior modo per conoscersi sia come persone che come giocatori è giocare e stare insieme e alla fine la svolta è arrivata. Abbiamo vinto contro Roma, ma fatto dei grandi passi in avanti, anche se poi abbiamo perso, contro Siena e Bologna. Avevamo bisogno di sentire la partita per capire e conoscerci, molto di più che stare in palestra ad allenarci. Anche perché non dobbiamo mai dimenticare che siamo un gruppo giovane con giocatori che non sono mai usciti fuori dal loro paese o altri mai in questo campionato. ».

Si dice che l’attacco vende i biglietti e la difesa fa vincere le partite. Stando a quanto si è visto con Venezia ci sono ambo i presupposti. L’attacco per attirare tanta gente e la difesa per provare a portare a casa il risultato…

«E’ stato bello vedere cosi tanta gente al Palamaggiò. Sinceramente pensavo ce ne fosse stata meno, ma sono contento che in tanti abbiano assistito a quanto abbiamo fatto. Sicuramente le schiacciate, alley oops ne attireranno altri, ma non dobbiamo perdere di vista la concretezza del gioco per arrivare all’obiettivo che è vincere le partite. Ben vengano le due cose assieme, separate un po’ meno».


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