Oscar è nel mito, fa parte della Hall of Fame



Oscar con Larry Bird durante la cerimonia a Springfield
Oscar con Larry Bird durante la cerimonia a Springfield

E’ la massima onoreficenza che il mondo del basket può riservare ad un suo figlio, sia esso un giocatore, un coach, un dirigente o un giornalista. Entrare nella Hall of Fame di Springfield significa consegnarsi alla leggenda eterna del gioco più bello del mondo. Solo pochi prescelti hanno questa fortuna. Domenica è entrata anche la Juvecaserta in quelle stanze che trasudano di storia e fanno capire quanto sia affascinante il mondo della palla a spicchi. Ovviamente toccava all’immenso, supremo, indimenticato Oscar Daniel Bezerra Schmidt accompagnare il nome della città della Reggia nell’olimpo del basket mondiale. Finalmente Oscar è stato insignito di tale riconoscimento, strameritato per il recordman di punti realizzato nella storia della pallacanestro. Ad introdurlo tra le leggende è stato semplicemente Larry Bird che non ha bisogno di presentazione. Due delle mani più calde mai viste sui parquet mondiali. Queste le parole che O’Rey ha rilasciato al canale web della Nba: «E’ il weekend più bello della mia vita. Essere alla Hall of Fame di Springfield senza aver mai giocato in Nba? E’ incredibile. Ero ad Orlando quando mi hanno chiamato dalla Fiba per dirmi che ero stato inserito nella Hall of Fame. E gli ho detto: “Io ero morto due anni fa” e non mi ricordo niente, ho fermato la macchina immediatamente e gli ho chiesto di ripetere quello che mi aveva detto. E mi hanno ridetto che ero nella Hall of Fame. Wow, questo è il momento più bello della mia carriera. Ero ad Orlando perché mi avevano diagnosticato un tumore e stavo facendo le terapie, ma la mia casa è il Brasile e non cambierei la mia terra per niente al mondo. Adesso sto bene dopo che mi hanno diagnosticato un altro tumore. Ora sono un motivatore in Brasile e sto lavorando tanto. Qual è stato il secondo weekend più bello? Quando abbiamo battuto gli Stati Uniti ad Indianapolis nel 1986; niente è stato più entusiasmante perché ho gareggiato nella stessa competizione altre volte, ma quella fu veramente dura». Il premio meritato non solo per un giocatore sublime ma anche per un uomo meraviglioso. Obrigado O’Rey.




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