Dopo la Turris anche il Brindisi viene imbrigliato: questo Gladiator è un osso duro



I primi undici del Gladiator (foto Andrea Salzillo)
I primi undici del Gladiator (foto Andrea Salzillo)

Semmai ce ne fosse stato bisogno, il Gladiator ha chiarito a tutti la sua natura di squadra mai doma. Sette giorni dopo che la corazzata Turris è stata imbrigliata nella città del Foro, anche il Brindisi si è dovuto accontentare del pareggio contro la baby gang di Nunzio Di Somma. Davanti al proprio pubblico, giunto al “Franco Fanuzzi” per la prima gara casalinga, la compagine del tecnico Salvatore Ciullo ha tentato in tutti i modi di sbarazzarsi degli ospiti ma la missione si è rivelata più complicata del previsto. Solo in poche occasioni Cosimo Tedesco&soci hanno creato dei grattacapi alla porta di Munao, complice la prestazione quasi impeccabile della retroguardia diretta da Ferrara. Quasi, poiché la rete locale di Gambino è stata siglata nell’unica vera disattenzione difensiva del match. Oltre a codesto episodio ed al miracolo al 34’ di Munao che ha respinto con l’aiuto della traversa il colpo a volo ravvicinato di Cacace, i pericoli per gli Audaci sono sopraggiunti solo negli ultimi minuti di gioco, quando i padroni di casa hanno accelerato i tempi per assicurarsi l’intera posta in palio. Più che brividi, si è trattato di due azioni dubbie nell’area sammaritana che hanno provocato le insistenti polemiche dell’ambiente pugliese: in particolare sotto la lente d’ingrandimento è andato un tocco sospetto di Fabio Ferrara che ha respinto (con la spalla secondo il neroazzurro, mentre con il braccio per i brindisini) la palla sulla linea di porta. A prescindere dalle concitazioni finali, il Gladiator ha meritato il pareggio per quanto visto nell’arco del match.

Un carattere inusuale per una baby-gang. Più che giovani alle prime armi, nelle iniziali due gare di campionato i giovani neroazzurri sono apparsi come cani rognosi che non hanno mai mollato l’osso, neanche quando Gambino ha finalizzato il vantaggio pugliese. Questo è uno dei punti di forza di questi ragazzi, su cui Nunzio Di Somma ha lavorato pazientemente e gli ha trasmesso quel carattere che cacciava ogniqualvolta scendeva in campo nella sua permanenza nei suoi vari club di Serie C1. Una metamorfosi positiva che ci voleva, dopo essere inceppati in una brutta figura nell’esordio in Coppa Italia contro il Torrecuso. Tanto sembra essere cambiato da quella maledetta gara, però come ripete costantemente il direttore sportivo Guglielmo Ricciardi, non bisogna mai specchiarsi troppo che questo raggruppamento ti stende da un momento all’altro. Per cui bisogna custodire con segretezza certe indicazioni positive e migliorare lì dove serve. Con la speranza che gli infortuni non diventino una costante di questa stagione. Assenze che limitano la possibilità di scelta di Di Somma, considerando l’importanza nello scacchiere titolare di atleti come Correale, Costantino, Ferraro e Carfagno, ma che in alcun modo snaturano l’orgoglio di questo gruppetto di ragazzi che non hanno alcuna intenzione di darla vinta ai propri avversari.     




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