Juve, presentato Atripaldi: “Questa è la mia occasione, ripartiremo da Stefano Gentile”



Marco Atripaldi con il presidente del Coni Caserta De Simone
Marco Atripaldi con il presidente del Coni Caserta De Simone

Presentazione ufficiale oggi pomeriggio del nuovo general manager della Juvecaserta Marco Atripaldi. Nella sala ‘Giovanni Maggiò’ del Coni di Caserta grande attesa per il primo contatto con il settimo gm della storia bianconera. Dopo gli onori di casa del Presidente Michele De Simone, è toccato a Lello Iavazzi spiegare la scelta di Atripaldi: “Sono stato colpito dalla sua professionalità e non ho impiegato molto a sceglierlo. Ritengo sia tra i migliori d’Italia perché ha avuto il coraggio di accettare una sfida come la nostra. Mi ha dato l’impressione di una persona vera, un uomo con le idee chiare. Ci ha illustrato il suo progetto, ne siamo entusiasti e non vediamo l’ora di iniziare. Avrà carta bianca su tutto; sarà la nostra voce, la nostra immagine, uno come lui non ha bisogno di presentazioni. Si comincerà dalla ristrutturazione aziendale, sceglierà allenatore, giocatori ed eventuali collaboratori. Ha la nostra totale fiducia, dobbiamo solo iniziare a lavorare”. Poi un passaggio sul mercato: “C’è bisogno di giocatori che vogliono Caserta, non perché sono stati ‘tagliati’ da altri club. Atripaldi ha avuto altre proposte, non le ha neppure valutate e per me questo ha un significato enorme”.

Il nuovo gm della Juvecaserta Marco Atripaldi
Il nuovo gm della Juvecaserta Marco Atripaldi

Poi ha preso la parola il nuovo gm che è parso carico e voglioso di lasciarsi alle spalle la retrocessione con Biella: “Ringrazio il presidente per le belle parole che confermo fino all’ultima virgola. Dieci giorni fa ho incontrato lui e Barbagallo. E’ vero, ho accettato una sfida e sono onorato di essere qui. Arrivo da una stagione negativa dopo venti anni di successi. Vivo il basket a 360°, ventiquattro ore su ventiquattro. Arrivo a Caserta con l’entusiasmo giusto, con la voglia di iniziare un progetto assicurando lunga vita a questo club. Sono consapevole di essere arrivato in una piazza storica della pallacanestro italiana. Lo scudetto, il calore, la storia, la tradizione, ci sono tutti gli ingredienti per esaltare le mie qualità. Qui c’è il presidente che può dire se è vero oppure no: ho accettato senza neppure il contratto. Lavorare con la Juvecaserta è l’occasione di una vita e proverò a giocarmi tutte le carte a disposizione. Promesse o proclami non ne faccio, non sono abituato. L’unica certezza arriverà dal campo, quello non sbaglia mai”. Parlando dell’aspetto tecnico ribadisce: “Per quanto riguarda l’allenatore ho letto e sentito praticamente tutti i nomi ancora liberi. Chi viene qua ne deve essere convinto, dovrà essere consapevole dell’amore che c’è per il basket e soprattutto dovrà essere molto motivato. Questa credo debba essere la prima motivazione. Non credo che arriverà un coach con cui ho già lavorato. E’ una scelta delicata e ci stiamo già lavorando. Il budget? Dipende dai punti di vista. Sarà inferiore a chi lotterà per lo scudetto, ma sufficiente per un buon campionato di Lega A. Di solito non guardo le cifre perché la maggior parte delle volte quello che si legge sui giornali o si dichiara a mezzo stampa sono finzioni. L’importante sarà scegliere le persone giuste, atleti e uomini che come dicevo prima saranno disposti a tutto per la maglia che indosseranno”. Parco giocatori: “Gentile, Michelori, Jevolac, Maresca e Jonusas. Conosco tutti molto bene, qualcuno non è riuscito a dare il massimo (vedi Jonusas) e credo che ripartiremo da questi. Poi proveremo a tenere Mordente che è un giocatore capace di spostare gli equilibri. Stiamo sondando il mercato, ma iniziamo col dire che avere tanti stranieri può essere un’arma a doppio taglio. Vediamo cosa riusciremo a portare, ma sicuramente vogliamo ripartire da Stefano Gentile. Infine uno sguardo sui giovani: “Il futuro fa rima con linea verde – conferma Atripaldi – ed è proprio questo uno dei miei compiti. Tirare fuori il meglio da ognuno e provare, nel tempo, ad attingere dalle giovanili per ritrovarsi in casa giocatori che possano diventare un simbolo della società”.



 

                                                                            


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