Un fulmine a ciel sereno, una notizia arrivata ad illuminare il cielo di Caserta nella serata di mercoledì e che ha anticipato il fragore della nota stampa diramata dalla stessa società di Pezza delle Noci. Quello che era il sogno di Iavazzi e per il quale aveva lavorato fino a questo momento posto anche condizione per l’eventuale lavoro del giemme, si è infranto. Il ciclo del timoniere canturino all’ombra della Reggia, dunque, è volto al termine e dopo quattro anni che non potranno mai essere dimenticati e per almeno due motivi fondamentali. Il primo ovviamente è quello legato al campo. È quello legato ai risultati che il coach brianzolo ha messo sul piatto della bilancia a fine stagione quando si tornava a parlare di futuro, si tornava a parlare di rinnovo e della stagione immediatamente seguente. Ovviamente quelli più importanti sono stati e resteranno legati alle prime due stagione. Quella del suo esordio sulla panchina della Juve, quando all’ombra della Reggia sono arrivati i vari Jones, Bowers, Ere, insieme ai vari Di Bella, Michelori alla scoperta di Aaron Doornekamp. Una stagione fatta di successi su successi, una stagione fatta di tabù spazzati via come fossero foglie al vento e che ha visto il nome di Caserta arrivare immediatamente alle spalle di quello della Montepaschi Siena dei record guidata da Simone Pianigiani. Un percorso quasi netto nei playoff, battuta Roma e poi quella semifinale contro l’acerrima nemica Milano che si è conclusa con una gara5 davanti ad un Palamaggiò gremito che non ha potuto fare a meno di applaudire tutti i protagonisti per quanto fatto. Los tesso scenario che poco più di un mese fa si è ripetuto alla fine della sfida contro Reggio Emilia, quando non sono arrivati i playoff, un passo dalla finale scudetto, ma una salvezza che è contata e valsa quando un tricolore. In mezzo? Una partecipazione all’Eurocup, con la memorabile sfida al Khimky di Scariolo per l’Eurolega e la sconfitta ancora una volta ad un passo dalle Final Four di Eurocup che si sarebbero svolte a Treviso. Poi due anni di difficoltà anche per un budget ridotto all’osso, per una società che iniziava a mostrare i primi segni di debolezza, prima dell’arrivo dell’attuale salvatore della patria Lello Iavazzi. Due anni con il coltello tra i denti e tanti altri giocatori che hanno lasciato il segno nel cuore dei casertani anche grazie al fatto della scelta di Sacripanti che nelle difficoltà ha dimostrato di sapersi esaltare anche quando la squadra, dopo l’addio di Akindele, sembrava essere quella della Kentucky di coach Rupp. Una truppa completamente bianca con rotazioni all’osso e vittorie importanti e pesanti. Quattro anni che ad un certo punto sembrava proprio che stessero per diventare cinque con il rinnovo ad un passo, prima che le questioni familiari, mettessero lo stesso coach davanti ad una scelta. Al fianco dei motivi, poi, il legame con la città, il legame con i colori bianconeri che lo hanno portato anche a mettersi in prima linea nel tentativo di risolvere o provare a mettere fine ai problemi finanziari della società. Lo stesso legame che giunto al termine ha lasciato quel senso di perdita non indifferente da ambo le parti. Insomma volente o nolente, che piaccia oppure no, alla fine il nome di Stefano ‘Pino’ Sacripanti, resterà un pezzo di storia indelebile nel corso, nel cammino e nel libro dei ricordi bianconeri, che da oggi in poi è alla ricerca di un nuovo nome, di un nuovo timoniere pronto a raccogliere tale eredità. Dalla nota stampa della società il toto-coach è partito come inesorabile ed i nomi che ne sono usciti sono i più disparati. Ovviamente quello di Nando Gentile resta in corsa, per gli altri si passa da quelli di Giorgio Valli a Ramagli, passando per altro giro di panchine che potrebbero portare nella margherita da sfogliare altri nomi. Il legame campano tra Avellino e Caserta, oltre al nome di Valli che è stato coach in irpinia, potrebbe anche passare per quello di Pancotto, nel caso in cui al Pala Del Mauro dovesse tornare Vitucci al quale, cosi come arriva dalle voci di radio mercato, sarebbe stata presentata un’offerta non indifferente a medio lunga scadenza. Di sicuro nella bagarre c’è anche il nome di chi potrebbe rappresentare la naturale continuazione degli ultimi quattro anni: Max Oldoini. Il legame del fido scudiero di Sacripanti con Caserta e la Juve e quanto meno pari a quello del timoniere brianzolo ed allora si potrebbe anche puntare sulla scelta romantica ed in casa (e forse anche la più giusta e conveniente ndr) prima di guardare fuori dai confini di Pezza delle Noci. Nella zona meno ‘hot’ del toto-coach anche altri nomi come Caja, Capobianco e Cancellieri. Il tutto, però, potrebbe anche dipendere dalla decisione e dalla firma del nuovo general manager. Ora che l’altra priorità del ropesidente Iavazzi è giunta al capolino, l’attenzione del presidente si potrebbe concentrare in questo weekend, sul pressing legato al nome di Atripaldi. Il giemme ed amministratore delegato dell’Angelico Biella è stato in città e ha parlato con lo stesso Iavazzi nei giorni scorsi. La proposta bianconera sarebbe assolutamente nelle sue grazie ed i segnali per un legame d’amore tra le parti, sarebbero già in fase avanzata. Il dirigente piemontese, che lascerebbe Biella dopo tanti anni, è solo in attesa di sapere in cosa il limbo biellese si trasformerà a breve, prima di mettere nero su bianco e trasformarsi nel nuovo braccio destro di Iavazzi nella scelta del nuovo comandante delle truppe casertane nella prossima stagione.