Salzillo chiarisce: “Il Gladiator non si muove da qui. Luce? Spero di convincerlo”



Alfonso Salzillo
Alfonso Salzillo

Dopo due anni di presidenza Luce, il titolo del Gladiator sta tornando di proprietà di Alfonso Salzillo, uno dei principali sostenitori del sodalizio nerazzurro ed una delle personalità di spicco del movimento politico sammaritano che ha sempre anteposto la sua passione calcistica alla concreta razionalità. Colui che nelle ultime due stagioni ha rivestito il ruolo di responsabile del settore giovanile, ritiene che non è ancora detta l’ultima parola sul possibile dietrofront di Lazzaro Luce. Intercettato nel primo sabato di giugno, che verrà ricordato in futuro per la pioggia persistente ed un freddo che nulla ha a che vedere con la stagione estiva, Alfonso Salzillo rivela i suoi movimenti relativi alla ricerca di una nuova stabilità per il Gladiator: “A titolo personale ci sto provando ancora con Lazzaro (Luce ndr) e Gianluca Marciano in quanto ci lega un rapporto d’amicizia che va al di sopra del calcio. Ci sto lavorando affinchè tutto torni alla normalità nel più breve tempo possibile”. 




Le cause della tempesta. Senza peli sulla lingua l’ex presidente spiega i motivi di questo addio burrascoso: “Ci sentiamo in continuazione. Lui mi parla di scarsa affezione negli ultimi tempi al Gladiator, mi dice di aver perso gli stimoli che aveva all’inizio per i più svariati motivi, in primis la mancata ristrutturazione del Piccirillo. Conoscendolo, attirato dalle sirene del Savoia, ha pensato di spostare il suo raggio d’azione a Torre Annunziata ma, lì, si è reso conto che ci sono diversi nodi da sciogliere. Proprio per questo motivo non mi sono dato per vinto e lo sto pressando. Non nego che sia io che il sindaco Biagio Maria Di Muro stiamo sondando il terreno con altri imprenditori, però il mio obiettivo primario è quello di convincere Lazzaro a tornare sui suoi passi”. 

 
Salzillo, Di Muro, Simonetti, Luce, Marciano all'avvio dell'epopea Luce
Salzillo, Di Muro, Simonetti, Luce, Marciano all’avvio dell’epopea Luce

Ricordi. Un legame fraterno tra i due che è nato due anni fa quando il Gladiator versava in condizioni difficili: “E’ una storia, quella tra Luce ed il Gladiator che avevo creato io, e perciò sto tentando di ricucire lo strappo ma so che è difficile. Innanzitutto bisogna ringraziarlo poiché ha preso la società sammaritana dopo che nell’ultimo campionato di mia presidenza ci salvammo all’ultima partita. Personalmente non avevo più la voglia di fare calcio e lui mi ha dato la disponibilità a rilevare il sodalizio. Bisogna ringraziarlo per questi due anni in cui ci ha consentito di assistere a discreti campionati. Oggi non è semplice trovare un alternativa a Lazzaro Luce, una persona che non è facilmente eguagliabile per risultati, impegno economico e tempo trascorso dietro le istanze del club”. 

 
L'inadeguatezza del Piccirillo
L’inadeguatezza del Piccirillo

L’appello ai tifosi. I problemi relativi alla mancata ristrutturazione dello stadio “Mario Piccirillo” sono stati dichiarati da Lazzaro Luce come principale causa della fine del rapporto. Nonostante questo sia un alibi di ferro, l’atteggiamento del manager arienzano non è piaciuto ai tifosi che hanno alzato un po’ i toni nei confronti del loro vecchio beniamino. Toni che Salzillo sta cercando di smorzare: “Faccio un appello ai tifosi affinchè la finiscano di attaccare Lazzaro. Mi riferisco a quella frangia di fedelissimi che vive giornalmente il Gladiator; persone che si sono risentite del comportamento di Luce e si stanno lamentando continuamente. Sono attacchi non accettabili poiché egli ha investito nel territorio senza interessi e non merita di essere infangato in questo modo. Io sto cercando di convincerlo a fare calcio a Santa Maria Capua Vetere o, nel caso il ritorno non si dovesse concretizzare, mi scervellerò per trovare un’alternativa valida”. 

 
Alfonso Salzillo con Lazzaro Luce e Gianluca Marciano (foto Nando)
Alfonso Salzillo con Lazzaro Luce e Gianluca Marciano (foto Nando)

La certezza. Infine, Alfonso Salzillo non usa giri di parole per far capire a tutti che il Gladiator non si muove dall’ombra dell’Anfiteatro: “In questi giorni ho ricevuto numerose chiamate di addetti ai lavori riguardo la cessione del titolo. Chiarisco a tutti che il nostro caro Gladiator rimane a Santa Maria. Sono a disposizione per collaborare ma non cederò il titolo a persone che vogliano portare questo glorioso club fuori dalle mura cittadine. In questo momento svolgo il ruolo di traghettatore del titolo, ma purtroppo non giovo delle condizioni utili per portare avanti da solo questo progetto. Ragion per cui spero di trovare una soluzione a breve”.


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