Juve, i ringraziamenti di Jelovac



Jelovac
Jelovac

“Eppur si muove” non la Terra cosi come aveva sostenuto Galileo Galilei, ma il terreno economico sotto i piedi della dirigenza di Pezza delle Noci. Poco più di una settimana dalla fine del campionato, poco più di una settimana di lavoro per il numero uno casertano che in questo periodo non ha fatto altro che pensare alla chiusura della stagione in corsa con le richieste e gli incontri con tutti i componenti della squadra per mettere fine anticipatamente ai vari contratti risparmiando mensilità e contributo importanti, tirare le somme e la linea di una annata straordinaria ed andare a capo con quella nuova. Un Iavazzi che all’indomani della sconfitta contro Reggio Emilia, della festa dei tifosi ai loro beniamini, del terzo tempo che ha congedando questa versione della Juve dai propri fan dopo aver combattuto per ogni singolo secondo dalla prima all’ultima giornata, sembrava essere un tantino pessimista quando a vari media locali si era detto sconsolato della mancanza di riscontri da aprte sia di partner economici che di imprenditori locali pronti ad investire in un qualcosa che i vari Maresca, Mordente, Michelori e compagni hanno messo in vetrina per un anno intero: la passione di Caserta per la Juve e quella della Juve – intesa dal punto di vista del legame umano che si può creare grazie ad una palla arancione e alla voglia comune di superare e restare indenni alle difficoltà – verso la città di Caserta. Un piccolo senso di sconforto che era stato avvertito anche dalle Istituzioni che in un amen ha messo in piedi una tavola rotonda alla quale far sedere i due punti cardine dello sport nella città della Reggia vanvitelliana: Casertana ed appunto Juvecaserta. Una tavola rotonda che è stata programmata e confermata da parte dello stesso primo cittadino di Terra di Lavoro per il prossimo 17 maggio. Tutto secondo copione, dunque, non fosse altro che la prima scadenza bianconera,. Però, arriva proprio oggi. Una scadenza nella quel devono essere effettuati i primi passi ed adempimenti per garantire la presenza della Juve al prossimo campionato. Ecco spiegato perché l’andamento di Iavazzi di quest’ultima settimana potrebbe essere paragonato ad una piccola trottola. Un continuo andare avanti ed indietro, un continuo contattare, parlare e coinvolgere con un unico scopo: crearsi quella schiera di imprenditori attorno al suo 51% per un futuro più roseo del team bianconero. Ma mentre nella stanza dei bottoni il ritmo dei lavori è vertiginoso e senza sosta, tra le mura della Reggia del Basket casertano, il Palamaggiò, riecheggiano ancora gli applausi ed i ringraziamenti dei duemila e passa presenti per una squadra che si è conquistata di diritto un posto nella storia e nel libro dei ricordi bianconeri. E dopo Andre Smith, che in quel libro ha trovato ampiamente spazio dopo un anno di grande fattura, un altro giocatore arrivato in punta di piede e con qualche mugugno, sulla mancata notorietà e numeri non eccelsi nella sua ultima esperienza ad Antalya in Turchia, si è conquistato di diritto un capitolo tutto suo: Stevan Jelovac. Il lungo serbo ci ha messo qualche mese per passare da un sistema come quello turco dove era attanagliato dalla regola della presenza obbligatoria di due nazionali in campo passando da prestazione considerevoli con tanti minuti a disposizioni ad altre in cui ha spesso guardato i compagni dalla panchina. Cosa, quest’ultima, che ha fatto pochissimo in questa di stagione. Al fianco o senza Akindele il suo ruolo è sempre stato lo stesso: rimbalzi, difesa e tiro dalla lunga distanza per aprire le difese. Il tutto è arrivato con il giusto tempo di ambientamento, ma quando l’ex Antalya ha capito il sistema tricolore il suo nome è sempre stato tra i migliori della domenica bianconera. Alla fine le sue cifre (13.7 punti e 8 rimbalzi a partita con il 54% da due ed il 34% abbondante da tre ndr) gli sono valsi da più parti il titolo di miglior ala grande del campionato. Il pubblico ha apprezzato il suo lavoro, la sua dedizione, ma soprattutto il suo attaccamento alla maglia nei momenti di difficoltà tributandogli il giusto riconoscimento durante l’anno, ma anche alla fine della stagione. «E’ una bellissima sensazione uscire da questo campo dopo una sconfitta e guardarsi intorno e vedere solo facce felici – ha commentato lo stesso Jelovac dopo il giro di campo definitivo e conclusivo della sfida contro Reggio Emilia -. Tutte queste persone, la loro passione ed il loro amore nei nostri confronti, sono uno dei motivi per il quale in questa stagione ricca di difficoltà non abbiamo mai mollato. Ovviamente ci dispiace non aver chiuso l’anno con una vittoria ed aver festeggiato con loro un qualcosa a cui siamo arrivati vicinissimi. Poi però abbiamo pagato dal punto di vista fisico. Ci dispiace, ma abbiamo dato tutto quello che avevamo».

Hai qualche rammarico?



«Credo che abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere. Certo ogni volta che ci sono stati dei cambiamenti in squadra abbiamo dovuto fare dei passi indietro per poi recuperare e nonostante tutto abbiamo portato a casa delle vittorie importanti e pesanti. Forse il rammarico è che se avessimo avuto più continuità e serenità avremmo potuto crescere più in fretta».

Quale il vostro segreto?

«Ovviamente il gruppo. Ci siamo sempre aiutati l’un l’altro ed io sono stato il primo a beneficiarne. Più volte durante la stagione ho parlato dei consigli di Mordente che è stato il mio mentore per questo campionato. Non abbiamo mai mollato, volevamo arrivare fino alla fine lottando con le unghie e con i denti e ci siamo riusciti. A fine anno siamo arrivati in pochi, ma tutte brave persone».

Quale dimostrazione pensi abbia dato questa Juve arrivata nel girone di andata ad un passo dalle Final Eight ed in quello di ritorno dai playoff?

«Ogni volta che partivano dei giocatori ci davano per spacciati e come una delle squadre che rischiava tanto. Invece con il gruppo ed il cuore di persone vere abbiamo dimostrato sempre il contrario. Lo stesso dicasi dopo la partenza di Akindele. Certo avevamo conquistato la matematica salvezza e qualcuno poteva pensare che avessimo mollato o sofferto tantissimo senza di lui ed invece abbiamo dimostrato di poter giocare un’ottima pallacanestro anche senza di lui».

Il tuo ultimo saluto ai tifosi della Juve?

«Perché ultimo? Chi lo dice che non potrei tornare la prossima stagione? Al momento la società deve lavorare per le proprie questioni e poi ne parleremo. Intanto vorrei personalmente ringraziare tutti i tifosi di Caserta che non ci hanno mai abbandonato, la loro presenza è stata un’esperienza particolare per me».


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