Juve, dietro l’angolo c’è Avellino



Jonusas in azione (Foto di Giuseppe Melone)
Jonusas in azione (Foto di Giuseppe Melone)

Mente sgombra, libera da qualsiasi pensiero che non sia un qualcosa di diverso dallo scendere in campo per compiere l’ennesima impresa, scendere in campo per portare a casa ulteriori due punti e solo dopo il sudore profuso nei quaranta minuti o oltre, stabilire se i due punti persi o guadagnati possono continuare ad essere utili per la corsa ai playoff oppure no. Questo è il motto che ha accompagnato la Juve nelle ultime settimane, questo il motto che ha pervaso lo spirito combattivo delle truppe casertane passate indenni e vittoriose contro quelle canturine, brindisine, senese sassaresi su tutte. Non avere pressioni mentali, poi, è stata l’arma principalmente sottolineata anche dagli ultimi avversari dei bianconeri, l’Umana Venezia, sia nella persona del coach Andrea Mazzon, che in quella di Timmy Bowers (uno che conosce bene l’ambiente casertano e quello diretto in panchina da coach Sacripanti per esserne stato parte per due stagioni, le migliori tra l’altro della storia recente della Juve nella massima serie del basket tricolore ndr): «Giocavano senza pensieri e senza nessun peso sulle spalle. Sapevano che in caso di vittoria avrebbero fatto un passo in avanti considerevole, in caso contrario che la loro stagione era di un certo livello lo stesso. Una situazione mentale e scioltezza psicologica – ha continuato l’ex esterno proprio della Juve da due anni in laguna – che non siamo riusciti ad avere noi e alla quale abbiamo accompagnato un primo tempo ed una difesa troppo morbida per evitare che la grinta e la determinazione di Caserta, potesse prendere il sopravvento». Leggerezza, grinta e determinazione. Tre elementi che sono tornati ad essere il pane quotidiano della truppa di coach Pino Sacripanti anche all’indomani della vittoria lagunare. Leggerezza per il ridursi del distacco proprio da Venezia in seguito allo scontro diretto, con forbice che passa da quattro a due punti. Leggerezza per un obiettivo già conquistato tre settimane or sono ed uno nuovo ad uno schiocco di dita quando tutti lo vedevano come una chimera irraggiungibile. Leggerezza per la convinzione e la consapevolezza che nel caso da qui a tre settimane questo obiettivo – meglio identificato come i playoff – non dovesse arrivare, niente e nessuno potrebbe rimproverare qualcosa ad una squadra che ha fatto e sta facendo molto più di quanto sulla carta avrebbe potuto fare. Per quanto riguarda la determinazione e grinta, invece, sono due elementi collegati ad un terzo: orgoglio. L’orgoglio di dimostrare che la categoria degli italiani può ancora dire la sua e che in questo campionato la differenza non la fanno solo ed esclusivamente gli stranieri. L’orgoglio di dimostrare che questa squadra non ha bisogno di chi non ha voglia di lottare o che pensa che l’individualismo sia meglio del gruppo, ma soprattutto l’orgoglio di dimostrare che quella bianconera è una piazza che merita rispetto e non solo per quello che si fa in campo, ma anche lontano dal parquet. Ed è proprio questo orgoglio, dunque, a spingere in avanti la truppa di Pezza delle Noci, è proprio questo orgoglio ad alimentare quella grinta e determinazione a non mollare di un solo centimetro in ogni partita a prescindere dal risultato finale. Tutto si può dire, infatti, tranne che in caso di vittoria o di sconfitta questa squadra, specialmente nel momento o nei momenti di bisogno, non ha lottato e sparso per il parquet ogni singola goccia di sudore che si ritrovava fino alla sirena finale. Se poi le questioni ambientali e quelle che solo un derby può determinare sono inesorabilmente alle porte, allora quell’orgoglio, quella determinazione e quella grinta si moltiplicano in maniera al quanto naturale. E’ già successo nel match di andata quando in più c’era Akindele e per la prima volta negli ultimi anni di Lega A, la Juve è uscita vincitrice dal Pala Del Mauro di Avellino. Ora si cerca il bis. Si cerca la conferma che quanto successo a dicembre non sia stato solo ed esclusivamente un caso. Si cerca conferma che questo amalgamatosi e unito come una roccia, sia davvero un gruppo che può superare tutto e tutti. In irpinia è stata al limite del commovente la scena di una squadra in giubilo sotto la curva bianconera dopo il tempo supplementare che ha sancito la vittoria. La voglia di ripetere tutto quello in un Palamaggiò gremito, potrebbe essere la molla e la leva giusta per la sesta vittoria in sette partite, ancor di più della possibilità di accedere ai playoff o della trasferta di Venezia a Siena che potrebbe resettare completamente il distacco nel caso che i due risultati fossero di segno opposto e favorevoli alla Juve. Insomma un appuntamento cerchiato in rosso dalla stesura del calendario e dopo quanto accaduto ad Avellino lo ha capito anche Jonusas, che ha cosi avuto modo di commentare alla stampa l’appuntamento: «Arriviamo ad un momento cruciale di questa stagione. Mancano tre partite una più importante dell’altra. Partiamo subito con una molto difficile come quella con Avellino, dove ci giochiamo non solo la possibilità di restare in corsa per i playoff, ma anche di regalare un’altra gioia immensa ai nostri tifosi dopo quella dell’andata. Vogliamo fare del nostro meglio e provarci fino alla fine sia per il derby che per la post season».

 




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