La protesta del San Raffaele è un monito per il Centro



Il Centro in azione
Il Centro in azione

Il clima intorno al Pink Bari, avversario del Centro Diana nel barrage decisivo per la salvezza, inizia a farsi decisamente caldo. La vittoria di domenica contro il San Raffaele ha lasciato parecchi strascichi polemici per la direzione di gara che ha fatto infuriare la dirigenza romana, solitamente calma e pacata nelle valutazioni. Un’accusa arrivata mediante un comunicato stampa decisamente pepato del team che ha come dirigente Alessandro Di Paola, ex Kalati Maddaloni, ed ha in panchina Angela Adamoli, ex capitana delle Pantere Caserta. La società capitolina non ha usato mezzi termini: «La sconfitta a Bari non dispiace per il risultato in sè e per sé, con la dovuta premessa degli errori commessi dalla propria squadra, in particolare nel primo quarto con una difesa a zona troppo soft, e con il riconoscimento della superiorità delle pugliesi a rimbalzo. Dispiace per gli episodi avvenuti negli ultimi minuti di gara, con protagonisti gli arbitri, e per le conseguenze dei provvedimenti disciplinari del giudice sportivo. Una società come il San Raffaele Basket, creata con passione e sacrifici dal prof. Amedeo D’Antoni, e che fà attività sportiva da oltre 30 anni con risultati evidenti a chi segue il basket femminile, a livello sia nazionale che giovanile, e che con enorme difficoltà prosegue nella Capitale la sua opera incentrata sulle giovani, non può non chiedere alla Federazione Italiana Pallacanestro più attenzione e rispetto. Non può infatti nascondere o lasciar passare inosservato l’atteggiamento dei due arbitri pugliesi (il primo di Barletta, provincia di Bari come erroneamente segnalato sul sito ufficiale della FIP) nella gara di Bari. Per la nostra cultura sportiva non vogliamo credere alle illazioni che dalla scorsa settimana arrivavano dall’ambiente del Basket Corato che ci “avvertiva” che a Bari sarebbe stato impossibile vincere perché la società barese si “doveva” salvare. Ma siamo rimasti esterefatti quando a 140 secondi dalla conclusione della gara i due arbitri non hanno visto, o non hanno voluto vedere, il plateale applauso che la giocatrice n. 10 del Bari, Adriana Pastore, rivolgeva in modo ironico, durato oltre 30 secondi, andando lentamente verso la sua panchina, per lasciare il campo dopo il suo quinto fallo, e senza nessuna decisione presa dagli arbitri. Siamo rimasti anche esterrefatti quando immediatamente dopo, ad un fallo fischiato alla giocatrice romana Ilenia Magistri, sul +2 per Bari, la nostra allenatrice Angela Adamoli chiedeva spiegazioni sulla “svista” precedente all’uscita per falli di Pastore: le veniva immediatamente sanzionato il fallo tecnico. Ad una richiesta di spiegazione di tale decisione le veniva fischiata subito dopo anche l’espulsione con conseguenti 6 tiri liberi, più possesso palla, per il Bari che poteva andare sul +8 e chiudere decisamente la gara. Abbiamo riso poi, molto divertiti, quando nell’ultimo minuto venivano fischiati contro il Bari, a risultato gara non più in discussione, quattro falli davvero inesistenti. E rimaniamo allibati quando alle spiegazioni, a fine partita, richieste dal nostro assistente allenatore, Rubinetti, e dai due dirigenti, a referto, Rosati e Rossi, sul non avere visto lo “show” di Pastore con il suo applauso irrisorio alla loro decisione, si sono sentiti commentare: “ la partita si doveva concludere in modo tranquillo, senza polemiche”».
Parole fin troppo chiare che fanno capire quanto sarà rovente l’ambiente per il Centro Diana nello spareggio che inizierà il 6 aprile. Bari ha conquistato il vantaggio del fattore campo (l’eventuale ‘bella’ si giocherà in terra pugliese) e quindi le maddalonesi sono condannate a vincere, almeno una volta, in trasferta. In campionato finì col +2 per il Pink poi asfaltato sotto venti punti di scarto all’Angioni Caliendo. Le parole del San Raffaele sono un monito da tenere in considerazione in questo playout che condannerà la perdente alla retrocessione.




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