Juve, Jonusas ed un gruppo unito



Jonusas in azione (Foto di Giuseppe Melone)
Jonusas in azione (Foto di Giuseppe Melone)

La lunga notte a ‘secco’ di Bologna è ormai solo un vecchio ricordo. Quella sorridente per il successo contro Siena, invece, è ancora viva e vegeta nella mente di Jonusas per tutti Ziggy. Una notte in cui il lituano lo scorso anno in Germania, ha potuto rivedere la sfida contro i Campioni di’Italia e rivedere il giocatore di qualche settimana fa. Il giocatore che apporta il suo mattoncino alla causa bianconera, il giocatore che si sacrifica giocando tra il ruolo della small forward e quello della power forward per fisico ed attitudine a coprire in difesa i due ruoli ed avere la possibilità di far male ai pari ruolo vicino a canestro dall’altra parte. Ma soprattutto il giocatore che regala a coach Sacripanti ed ai compagni di squadra quella verve iniziale in termini di punti e di imbarazzo di rompere il ghiaccio con il primo canestro. Non una coincidenza, infatti, che il primo canestro o meglio la prima azione, il primo tiro della serata sia messo spesso e volentieri nelle mani del lituano che se lo gioca piedi a terra e pallone per aria da tre punti o viceversa palla a terra e piedi per aria arrivando uno contro uno al ferro per una penetrazione. Lo stesso è capitato anche a Bologna, ma con la Virtus proprio non è stata serata ne in avvio, ne cammin facendo con lo scorrere della sabbia all’interno della ‘clessidra’ della Unipol Arena. Contro Siena, però, bisognava attaccare Moss, bisognava tenere impegnato uno dei giocatori pericolosi in attacco dall’angolo e fargli spendere quel pizzico di energia in più per poi averlo scarico quel tanto che basta in attacco per mancare di un centimetro o due nel tiro e indurli a finire tutti tra primo o secondo ferro. Un duello nel duello tra un americano trecciolone ed un lituano da capello corto. «I capelli di Moss? Nessun problema – ha affermato con il sorriso sulla faccia lo stesso Jonusas sul fatto di aver dovuto fare i conti con le lunghe trecce dell’ex Teramo sia in attacco che in difesa -. Nessun problema anche perché ci sono abituato, dal momento che lo scorso anno avevo in squadra un compagno con lo stesso tipo di capelli e che affrontavo ogni giorno in allenamento, quindi ci ho fatto l’abitudine».

Battute e situazioni di colore messe da parte, per l’ex Hagen è stato tempo anche di analizzare la partita contro i detentori del titolo tricolore. E’ stato tempo di mettere sul piatto della bilancia si la sua partenza di buona fattura con canestri importanti, ma anche quella parte di partita in cui è stato seduto a guardare i compagni, ma senza nessun rimorso, ma anche tifando e gioendo ad ogni pallone rubato e canestro di Mavraides od alla tripla che Stefano Gentile, ha piazzato sulla faccia proprio di colui che era stato il suo diretto avversario per tanti minuti, David Moss.



«Fa parte del gioco – ha continuato il lituano -. Fa parte di questo gioco essere in campo e correre per minuti ed azioni senza ricevere un pallone oppure iniziare la gara ed avere almeno un paio di possessi tutti per te. Non è certo una cosa che per me ha molta importanza. Se si inizia la partita ed un paio di possessi tutti per me li prendo, altrimenti continuo a fare il mio lavoro e a seguire il flusso della partita e le indicazioni del coach».

Quindi non ti pesa il fatto di non essere stato in campo nel momento del break decisivo?

«Assolutamente no. Credo che la cosa importante sia quella di arrivare all’obiettivo e quindi di portare a casa i due punti. Contro Siena ci sono stati dei giocatori come Mavraides che hanno avuto un momento importante nella partita e quindi bisognava cavalcare questo momento per arrivare alla vittoria. La prossima volta toccherà a me o qualche altro compagno cosi come è stato in passato. Senza contare che contro la Montepaschi, però, abbiamo avuto un buon bilanciamento di punti da parte della squadra  e tutti siamo stati pericolosi, questa è stata la chiave».

Quando avete capito di poterla vincere?

«Ovviamente si parte dal presupposto che scendiamo in campo ogni domenica per vincere. Altrettanto ovvio è che una domenica può essere molto più difficile di un’altra, ma ogni volta il nostro obiettivo è lo stesso. Ci proviamo fino alla fine cosi come abbiamo fatto con Siena nel momento in cui ci sono capitate le occasioni giuste e continueremo a farlo».


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