Il mappazzone bianconero



La Juve durante il minuto di silenzio in memoria di Guerrieri (foto Carozza)
La Juve durante il minuto di silenzio in memoria di Guerrieri (foto Carozza)

Dalla boxe al basket il passo è breve a Pezza delle Noci. Dopo la scarica di pugni dei nostri Mangiacapre, Valentino e Russo nel Saturday Night di pugilato, si è passati ai colpi di Gentile, Mordente e Akindele. Un passo rapido per i 2947 presenti (18.540 euro di incasso) che hanno assiepato la Reggia del basket per la delicata sfida contro Biella. Alla fine è arrivata una sconfitta che brucia parecchio ma non compromette nulla nella corsa salvezza della truppa di coach Sacripanti. Un mappazzone, usando un termine molto in voga tra gli appassionati di Master Chef  (ammetto che ci sono anche io), dei bianconeri che hanno buttato alle ortiche il primo match point salvezza. Dopo il 24-12 iniziale sembrava tutto dannatamente facile ed invece ecco la rimonta biellese. Rimonta bloccata da un finale… da Juve dove il cuore è andato oltre l’ostacolo ed è stato agguantato, in extremis, l’overtime. L’inerzia era girata, era tutta per Caserta, che  però ha sprecato troppo dalla lunetta ed, alla fine, ha perso dopo l’errore di Michelori sulla sirena (la spintarella c’è stata, ma non mi sento di condannare gli arbitri per il non fischio).

QUANDO MANCA QUALCOSA. Lo sanno tutti e  lo sa Sacripanti: quando qualche voce stona dal coro diventa durissima portare a casa i due punti. Brava Biella, ok, ma la Juve c’ha messo tanto del suo in questo stop. Gentile, dopo un avvio scoppiettante, è uscito dal match per quei due falli ingenui commessi nel primo periodo (purtroppo è una costante). Jelovac s’è svegliato in tempo per regalare l’overtime ma poco altro. Jonusas è stato una sciagura sia in attacco che in difesa (Soragna gli ha fatto passare la palla ovunque). Maresca maluccio. Insomma troppo poco per vincere.



IL CAMBIO DI AKINDELE. Al suono della sirena chiunque si è domandato perchè Akindele fosse stato sostituito da Michelori ad un minuto e spiccioli dalla sirena dell’overtime. Prendo una parte della conferenza stampa. Il cambio Akindele-Michelori ha fatto discutere parecchio… «Volevo recuperare un pallone in difesa e per questo ho inserito Andrea. Il pallone, infatti, l’abbiamo recuperato…». Domanda della nostra stampa, risposta di Sacripanti. Io non avrei cambiato Akindele, ma decide il coach nel bene e nel male. Eppoi ha avuto quel che voleva. Quindi…

L’ADDIO A FALCO. C’era attesa, ed è inutile negarlo, per vedere come avrebbe reagito il pubblico bianconero alla morte dell’ex sindaco Luigi Falco uno che, da queste parti, ha pochissimi estimatori soprattutto in relazione ai fatti del 1998 che portarono alla scomparsa della Juvecaserta… quella vera. Ebbene il popolo bianconero ha scelto, probabilmente, la strada migliore: nessun coro, nessuno striscione, niente di niente e non era affatto scontato prevederlo. Partecipazione e commozione, oltre ad un applauso scrosciante, invece, per il minuto di raccoglimento in memoria di coach Dido Guerrieri, storico avversario della Juve quando allenava Torino ed altre compagini dello Stivale.

COLORE E CALORE. Per concludere tre note di cronaca e di colore: da sottolineare la presenza di sette irriducibili tifosi biellesi che si sono sobbarcati un viaggio lunghissimo, nonostante quella situazione di classifica, pur di stare al fianco della loro compagine e la loro fede è stata premiata. A tifare Juve c’era anche il padre del capitano Giuliano Maresca insieme ad un gruppone di amici e purtroppo ha visto una pessima prestazione del figlio (particolarmente triste in sala stampa anche per questo motivo). Ultimissima nota per la session musicale del preriscaldamento: Dire Straits a tutto gas e la firma del cd è quella di Marco Mordente. Aspettiamo il prossimo giro, il primo è piaciuto parecchio.

VERITA’. E’ stata gettata una chance clamorosa di chiudere il discorso salvezza e guardare solo davanti, ad un posto playoff. Caserta non ha sottovalutato l’impegno (il primo periodo parla chiaro) ma ha commesso l’errore di pensare che tutto fosse facile. E non è mai facile per questa Juve che va avanti con tanta grinta, cuore ed abnegazione. E’ stata un’occasione pesante, ma ora c’è tempo per tirare il fiato e guardarci le Final Eight da casa (dico Siena, ovviamente sbaglierò). Subito dopo ci sarà un altro spareggio contro Montegranaro in trasferta. Sfida ampiamente alla portata ma ci vuole la Juve dei primi 10′. Altrimenti sentiremo l’eco dello chef Barbieri dire: “Attenzione che qui si esce eh..”.


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